“Canzoni violente contro le donne: che fare?” è il titolo dell’incontro che si è tenuto a Verona nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico. L’evento è stato promosso dal Ministero della Cultura in collaborazione con SIAE e Fondazione Arena di Verona e vi ha partecipato anche il Coordinamento Stage & Indies, invitato dal Ministero della Cultura, con i rappresentanti
Roberta Giallo per Associazione Italiana Artisti e autori e Giordano Sangiorgi per i piccoli produttori indipendenti di AudioCoop. Hanno partecipato le più importanti istituzioni e categorie della musica e molti artisti e autori fra i quali Giulio Rapetti Mogol, Cristiana Capotondi, Enrico Ruggeri, Davide Rondoni, Lucariello e Morgan. Sono intervenuti, tra gli altri, oltre ai nostri rappresentanti Roberta Giallo e Giordano Sangiorgi, Gianmarco Mazzi, Sottosegretario alla Cultura, Cecilia Gasidia, Sovrintendente di Fondazione Arena di Verona, Salvatore Nastasi, Presidente di SIAE, Valerio De Gioia, magistrato e Consigliere giuridico della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, Enzo Mazza, CEO di FIMI, don Claudio Burgio, cappellano dell’Istituto penale per i minorenni Beccaria, Marco Maria Donzelli, Elisabetta Gavasci, vicepresidente del MOIGE, Paolo Franchini, Presidente di FEM Federazione editori musicali e Mario Limongelli, presidente produttori musicali indipendenti. “Il convegno di oggi è stato promosso con l’intento di raccogliere la denuncia di alcune associazioni e di autorevoli attrici e cantanti su questo tema diventato ormai una vera e propria emergenza – ha spiegato il Sottosegretario Mazzi – è nostro compito dare risposte e per questo ho proposto di istituire, all’interno del Tavolo Permanente della Musica, organo non governativo composto dalle più importanti organizzazioni del settore, un gran giurì che possa esprimersi su temi tanto delicati. Il mondo della musica ha una grande rilevanza sociale a cui bisogna corrispondere altrettanta responsabilità”.
Nel nostro intervento oltre ad aderire a tale proposto visto che facciamo parte del Tavolo Permanente della Musica come AudioCoop segnaliamo che per andare in controtendenza e ‘ necessario senza censure di alcun tipo battersi contro la dittatura dei like e abolire la quantita’ dei numeri e puntare su scelte di qualita’ nelle piattaforme on line abolendo i numeri dei like, follower, stream e visualizzazioni inquinanti e inquinati , battersi per un vero pluralismo musicale come esiste tra i giovani favorendo la produzione e diffusione e distribuzione delle musiche prodotte dai giovani come il rock, il pop, la canzone d’autore, il folk, il jazz, la musica classica e contemporanea e tanti altri generi discriminati a favore di una trap che sta omologando il gusto e quindi battersi contro la discriminazione di genere – sono presenti una percentuale bassissima di donne nelle piattaforme e nelle classifiche italiane – e dei generi bandendo la narrazione che e’ solo la trap la musica dei giovani mentre non e’ affatto cosi, basta frequentare i contest di basse giovanili per scoprirlo, ma si tratta di un’azione
manipolata per fare convergere i gusti verso una musica di bassa qualita’ e a basso costo che possa rendere il massimo profitto perche’ usa e getta in un continuo consumo. Darsi un codice etico come produttori musicali, che gia’ esiste e va attuato, contro la diffusione i testi violenti contro le donne e contro le diversita’ di genere , colore e di altra natura che
diventano anche vita purtroppo per molti artisti e quindi vero modello diseducativo per i bambini e gli adolescenti che si approcciamo acriticamente alle piattaforme on line. Quindi si a un codice etico di autoregolamentazione del Tavolo Permanente della Musica du questi temi per penalizzare coi contributi pubblici, cioe’ i soldi di tutti noi, chi
diffonde testi che incitano alla violenza sulle donne e premiare chi valorizza alternative culturali musicali rispetto a tali aberranti proposte musicali. Valorizzare le esperienze musicali di insieme e di squadra con le band, da cantautrici e cantautori, ensemble folk nel circuito selle scuole contro l’arrembante individualismo proposto dalla societa’ con un forte
aumento di egonarcisismo. Dare spazi in Rai, che e’ servizio pubblico, e sui media, a queste proposte e all’80 per cento e passa delle produzioni Made in Italy delle piccole realta’ musicali che non trovano spazio con una moltitudine di nuove proposte di programmi declinate in tv, radio, web, festival, produzioni, tour, reading etc e favorire la diversità musicale e
dividere in modo chiaro come lo e’ ora sul mercato tra musica usa e getta mainstream da intrattenimento e musica che produce cultura: quest’ultima solo deve essere sostenuta da intervento pubblico . Una serie di punti da fare insieme tenendo conto che su questioni cosi gravi come la tragedia dei femminicidi nessuno si deve tirare indietro e tutti dobbiamo fare un passo i navanti verso la civilta’ ., multinazionali in testa, magari rinunciando a un po’ di fatturato ma in cambio di una societa’ migliore.