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Dopo l’euforia post-pandemica, la musica live mostra evidenti segni di affaticamento: tournée annullate, biglietti invenduti, costi in crescita. A pesare sono il calo del potere d’acquisto, il dynamic pricing e un’offerta che fatica a incontrare la domanda. Non va meglio per i dischi.

La musica, in Italia, aveva ricominciato a suonare forte. Dopo il silenzio imposto dalla pandemia, il settore si era rimesso in moto con slancio: palazzetti pieni, festival sold out, una valanga di nuove uscite discografiche. L’industria aveva assaporato il gusto del riscatto, illudendosi forse di vivere una seconda età dell’oro. Oggi gli animi sono assai più freddi, mentre i segnali di crisi si moltiplicano: tour annullati all’ultimo momento, biglietti invenduti anche a ridosso dell’evento, date spostate in location più piccole.

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