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Sembrano lontani anni luce i tempi in cui TikTok contava sugli indipendenti per mettere le major all’angolo: chiusi gli accordi con due delle big three, la piattaforma social cinese ha aperto una crisi con Merlin riguardo le modalità di rinnovo delle licenze con le etichette slegate dal circuito delle multinazionali che sta provocando una vera e propria frattura tra il servizio di Bytedance e l’industria creativa indipendente.

Dopo le prese di posizione pubbliche del Worldwide Independent Network, di Impala e di altre rappresentanze dell’industria della musica registrata, in queste ore sette sigle statunitensi appartenenti al mondo dello spettacolo tra le quali American Association of Independent Music, l’Artist Rights Alliance, la Songwriters of North America, la Music Artists Coalition e l’American Federation of Musicians hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale condannano la linea adottata da TikTok nelle trattative.

“La riluttanza di TikTok a negoziare un accordo di licenza con Merlin è solo l’ultimo esempio del fatto che la piattaforma sta facendo tutto il possibile per evitare di compensare equamente gli artisti”, si legge nella nota: “Da oltre 15 anni Merlin si impegna a garantire l’accesso alle piattaforme digitali per piccole etichette e artisti, offrendo ai colossi della tecnologia un modo per interagire con un’unica entità in grado di concedere in licenza opere di numerose etichette”.

“L’azione mai osservata prima di TikTok mette gli artisti e gli autori indipendenti nella posizione insostenibile di non avere alcuna voce in capitolo nel processo di autorizzazione”, proseguono le associazioni: “Ora più che mai abbiamo bisogno che il Congresso promulghi il Protect Working Musicians Act e dia a musicisti, autori, etichette indipendenti ed editori la possibilità di negoziare collettivamente sul mercato, cosa che la legge attuale proibisce. Senza questa modifica legislativa volta a livellare il campo di gioco, artisti e autori continueranno a essere alla mercé di servizi dominanti e coercitivi come TikTok, che si rifiutano di negoziare in modo equo con le stesse persone che creano i contenuti su cui si basa l’intera attività”.

Fonte: www.rockol.it

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