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Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della Cultura – Per sapere – premesso che:
la piattaforma di streaming Spotify ha annunciato che i brani che non raggiungono la soglia di mille
ascolti annui non parteciperanno più alla distribuzione delle royalty musicali, redistribuendo tali
somme tra i brani che superano tale soglia;
questa misura, pur presentata come un intervento per contrastare gli abusi e gli “stream artificiali”,
rischia di penalizzare piccoli artisti ed etichette indipendenti, per i quali anche importi modesti
rappresentano spesso una fonte essenziale di reddito e di riconoscimento professionale;
secondo stime di settore, la maggior parte dei brani presenti online non supera tale soglia, e la
piattaforma riceve quotidianamente circa 60.000 nuovi caricamenti, con il risultato di accentuare
la marginalizzazione delle produzioni indipendenti in un mercato già fortemente concentrato;
contestualmente, la società Believe, operante nella distribuzione digitale, ha inviato a numerosi
artisti e label comunicazioni relative a presunti ascolti “artificiali”, con la minaccia di cancellare
intere discografie, spesso senza fornire prove o tempi adeguati di replica. Tali azioni, seppure
giustificate come misure antifrode, appaiono eccessive e potenzialmente dannose per chi opera
correttamente;
le decisioni di queste piattaforme, che detengono posizioni di mercato preminenti, rischiano di
compromettere la sopravvivenza dell’ecosistema musicale indipendente, già segnato da una forte
contrazione dei ricavi, dalla riduzione delle opportunità di esibizione e da una limitata visibilità nei
media nazionali;
ulteriori criticità derivano dal funzionamento degli algoritmi di raccomandazione, che tendono a
privilegiare la musica mainstream e i cataloghi delle grandi major, orientando in modo non
trasparente l’ascolto degli utenti e riducendo la possibilità, per le opere di nicchia, di emergere e
raggiungere il pubblico;
tale tendenza minaccia la diversità culturale e musicale, che rappresenta un patrimonio da
salvaguardare nell’interesse dell’intero Paese;
inoltre, secondo notizie di stampa, il fondatore e amministratore delegato di Spotify, Daniel Ek,
attraverso una società d’investimento personale, avrebbe partecipato a un finanziamento a favore di
un’azienda europea attiva nel settore della tecnologia militare e dei droni, circostanza che pone
ulteriori interrogativi sull’uso dei proventi derivanti dal mercato della musica digitale;
cresce, infine, la preoccupazione per l’utilizzo dell’ intelligenza artificiale nella creazione musicale,
che, in assenza di regole chiare, rischia di sostituire il lavoro creativo umano e di generare un’
ulteriore perdita di redditi e occupazione nel settore artistico:-

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per garantire il pieno esercizio del diritto d’autore
e una remunerazione equa per gli artisti e le case discografiche indipendenti, in particolare alla luce
delle nuove politiche economiche delle principali piattaforme di streaming;
se non si ritenga opportuno promuovere interventi di regolazione o di vigilanza a tutela della
trasparenza dei criteri di remunerazione, dell’equilibrio algoritmico nella diffusione dei contenuti e
della corretta informazione agli utenti, nonché verificare la compatibilità di tali pratiche con la
normativa nazionale e comunitaria in materia di concorrenza e diritto d’autore;
e se non si intenda coinvolgere le Commissioni Cultura di Camera e Senato per audire con urgenza i
rappresentanti delle piccole e medie realtà musicali italiane, al fine di individuare strumenti efficaci
di tutela, promozione e sostegno del settore indipendente e della pluralità culturale e creativa che
esso rappresenta

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