Skip to main content

Audiocoop e altre associazioni propongono eventi nelle periferie di Roma, coinvolgendo la scena indipendente e valorizzando la musica al femminile

I produttori musicali indipendenti hanno lanciato un appello alla Giunta Comunale di Roma e all’Assessore alla Cultura, Massimiliano Smeriglio, affinché il tradizionale Concertone di Capodanno, quest’anno annullato, venga trasformato in un evento diffuso. La proposta è di organizzare una serie di concerti nelle piazze delle periferie capitoline, utilizzando i fondi inizialmente destinati al grande evento al Circo Massimo.

L’annullamento del concertone è arrivato a seguito delle polemiche sui testi di Tony Effe, giudicati divisivi, e del conseguente ritiro di altri artisti in programma, come Mara Sattei e Mahmood. In risposta, Tony Effe si esibirà comunque al Palaeur nella notte del 31 dicembre, ma resta il vuoto lasciato dalla mancata organizzazione dell’evento pubblico più atteso dell’anno.

La proposta, avanzata da Audiocoop e sostenuta da artisti come Enrico Capuano, Area, KuTso, Sailor Free e Wendy, punta a creare un Capodanno accessibile a tutti, specialmente per quei giovani che non possono permettersi di acquistare i biglietti per i grandi eventi. Tra le associazioni culturali coinvolte figurano Tammurriatarock, It-Folk, Blond Records, ZBD Records, Tide Records, Terre Sommerse e Spazio Radio.

“Un’opportunità irripetibile”
“Non vogliamo entrare nei dettagli delle polemiche – afferma il gruppo promotore – ma cogliere questa occasione per volgere gli eventi in positivo, destinando i fondi a una dozzina di concerti di alto livello nelle periferie.”

La proposta non è solo artistica, ma anche sociale: si cerca di colmare il vuoto aggregativo che la cancellazione del concertone crea, interrompendo una tradizione trentennale iniziata a Piazza del Popolo nel 1993 e cresciuta fino al Circo Massimo.

Un’alternativa inclusiva
L’idea di una programmazione alternativa trova eco anche nel mondo della musica al femminile, con voci come Menestrella Femminista, che sui social ha lanciato un messaggio chiaro: “Smantelliamo l’idea della rockstar e apriamo i grandi spazi alle musiciste underground.”

In un momento in cui la musica dal vivo è sempre più percepita come un elemento di coesione sociale, la proposta di un Capodanno diffuso potrebbe non solo rispondere alle esigenze di una città in fermento, ma anche offrire una piattaforma di visibilità per artisti emergenti e indipendenti.

Lascia un commento