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Ha visto la luce ieri lo straordinario nuovo disco della Verdi Jazz Orchestra “Flying over the clouds”, grazie ad Abeat Records, SIAE e MIBCAT. Un lavoro artisticamente ineccepibile, che ci ricorda quanto l’orchestra sia struttura fondamentale non solo da un punto di vista prettamente musicale ed artistico, ma anche sociale ed educativo. Parliamo di tutto questo con il Maestro Pino Jodice, che ha diretto l’impresa tutta.

Pino, benvenuto nella #NewMusicThursday del MEI, la rubrica che ogni settimana segnala le release discografiche più interessanti. Per prima cosa, ti chiediamo un’introduzione alla VJO.

PJ: La VJO Verdi Jazz Orchestra è l’orchestra residente del Conservatorio di Milano che ho creato nel 2015 quando mi sono trasferito a Milano per insegnare Composizione Jazz al Verdi. E’ stato un obiettivo importante perché per una struttura didattica di Alto Perfezionamento come il Conservatorio avere a disposizione un organico ampio permette di verificare realmente la preparazione degli allievi di composizione jazz ascoltando con strumenti veri i propri lavori e non con un semplice software al computer. Inoltre l’orchestra permette a tutti gli strumenti di fare una esperienza di grande valore facendo accrescere molto il loro profilo artistico e professionale. Suonare in orchestra non solo permette di migliorare la lettura, la sintesi nelle improvvisazioni, ma rappresenta un modello importante di socializzazione in cui molti elementi insieme si concentrano per un obiettivo comune che è quello di fare della Musica bella, complessa, e potente abbandonando il proprio ego e abbracciare la collettività. L’orchestra è costituita dai migliori allievi dei corsi di strumento e che hanno superato una dura selezione. Infatti coloro che sono dentro percepiscono una borsa di studio, che rappresenta una sorta di compenso, e questo li rende responsabili come se stessero già nel mondo del lavoro, fuori dal Conservatorio, dove devono essere rispettate dei tempi di studio e di esecuzione molto veloci… La Verdi Jazz Orchestra , si presenta oggi con organico ridotto tipo small Band, Big Band e anche in versione Ritmico Sinfonica in cui sono presenti musicisti sia jazz che classici…e questo permette a tutti di fare esperienze di vario genere proprio come accade nelle orchestre internazionali più blasonate come la Metropole Orchestra olandese oppure la WDR ecc… Infine la grande produzione artistica del Conservatorio ha permesso ai ragazzi di confrontarsi e mettersi alla prova ospitando musicisti di grande fama internazionale come Joe Locke, Dave Douglas, John Surman, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Tullio de Piscopo, Elliot Mason, Marshall Gilkes e tanti altri…

Cosa significa per te lavorare con talenti così giovani? Com’è l’approccio reciproco tra generazioni, in relazione a una musica di così alta caratura?

PJ: Direi che oggi il livello dei giovani musicisti è praticamente più alto rispetto a quelli della mia generazione…I ragazzi oggi hanno molti più strumenti (soprattutto digitali) a disposizione e sanno perfettamente se stai dicendo delle cose giuste oppure no…con loro non si può bluffare se sai… bene… se non sai… se ne accorgono subito e E abbandonano…Se riesci ad avere uno scambio importante con loro ricevi come ricambio il doppio di ciò che tu hai donato loro…Ho molta fiducia nei giovani che studiano in Conservatorio oggi…hanno le idee molto chiare su ciò che vogliono ottenere e tu non devi fare altro che essere una guida sincera…ma devi avere la conoscenza e saper dare a loro gli strumenti adatti per una crescita artistica e professionale, nonché umana…loro non E chiedono altro…

Nasce quindi “Flying over the clouds”, disco di superiore valore artistico. Partiamo dalle tracce: come sono nate?

PJ: Ho chiesto ai giovani compositori, ex miei allievi e ormai navigati professionisti e vincitori di concorsi internazionali…proprio in questi giorni erano tutti e tre in finale a due concorsi e Spinazza ha vinto il primo premio al concorso internazionale Scrivere in Jazz di Sassari e Chao ha vinto un altro concorso con il suo progetto orchestrale…Battigelli ha vinto Barga l’anno scorso…insomma dei veri e propri talenti. Per questo disco, come per tutti gli esami fatti con me nel percorso accademico, ho chiesto loro un concept per ispirarsi a scrivere considerando l’ospite Emanuele Cisi al sax tenore come solista e sono uscite fuori le seguente composizioni e le loro considerazioni in merito:

“Elephant in the room” – Monique Chao (compositrice taiwanese) “Le mie motivazioni compositive derivano principalmente dalla mia osservazione degli episodi della vita. ‘Elefante nella stanza’ indica una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene minimizzata. L’espressione si riferisce, infatti, a un problema molto noto ma di cui nessuno vuole discutere. Per tale motivo, ho composto una linea melodica buffa e sarcastica, strutturata con una sezione ritmica guidata dalle voci basse come il contrabbasso e i tromboni.”

Lillà – Francesco Spinazza Il brano esplora l’idea di riscoprire sentimenti intensi nel tempo, rivelando come ogni volta ci troviamo diversi nell’esperienza di queste emozioni. La melodia del brano si rivela completamente solo attraverso l’intreccio di diverse linee, tu”e originate dalla stessa idea iniziale, proprio come pensieri e emozioni che si ripresentano dopo anni, rivolgendosi alla nostra intimità, parlando a quella parte profonda di noi.

Zefiro – Francesco Spinazza Zefiro è quel soffio lieve e gentile che porta con sé i profumi della primavera e il risveglio della natura. Danza eterea di creature leggere e vibranti, che, sospinte dolcemente dal tiepido vento dell’ovest, diventano protagoniste invisibili eppure palpabili del paesaggio sonoro.

Love is anterior to life – Marco Battigelli L’ispirazione per Love Is Anterior To Life nasce da un solo di Charles Mingus nel brano What Love, tratto dall’album Mingus at Antibes. L’inciso di cinque note – Mi, Re, Do, Lab e Si naturale – viene sviluppato attraverso un’elaborazione motivica, ripetuto ogni volta in forme differenti grazie a cambi di modo e metro, trasposizioni, inversioni e retrogradi, fino a diventare quasi irriconoscibile, trasformandosi così in una nuova composizione autonoma. Questa ripetizione, simile a una meditazione, assume il cara”ere di un’implorazione: da qui il titolo Love Is Anterior To Life, ispirato alla poesia di Emily Dickinson, che esprime la sua visione dell’amore come forza primaria dell’esistenza, catturando l’intero spettro delle emozioni e delle relazioni umane

Fling Over the clouds – Pino Jodice Questa composizione dal clima rilassato e direi leggero, soffice… costruito, nel tema principale, con una semplice melodia di tre suoni, rappresenta ciò che noi compositori siamo nella realtà cioè con la testa praticamente sempre tra le nuvole…le persone che ci osservano ci associano a persone distratte e superficiali…in realtà abbiamo i pensieri continuamente tra i righi di un pentagramma alla ricerca di una nuova sonorità, un impasto Embrico, ecc.. nel migliore dei casi le gente ci associa alla pazzia…bene questo disco invita il pubblico, e questo brano in particolare, a vedere il mondo come lo vediamo noi più spesso dall’alto, spesso isolati dal nostro corpo ad osservare i comportamenti…e a volte a scappare tra le nuvole per evitare di vedere gli orrori di questa terra spesso maltrattata…Insomma “un metro sopra le nuvole” si sta meglio…

Swaying – Pino Jodice Questo brano, come recita il titolo, ondeggiare, rappresenta un po’ il mio rapporto con il mare…sono nato a Napoli…vicino al mare, anche a Roma dove vivo ho cercato il mare, infatti vivo vicino il litorale laziale…il legame con la mia terra è molto forte e quando sono a Milano questo mi manca…per fortuna torno spesso a Napoli per rigenerare i miei sentimenti più intimi e ricercare la serenità emotiva che mi permette di far uscire fuori, musicalmente, sempre la parte più nascosta e sincera della mia ispirazione, della mia vita. 

Enki- Aim – Goku – Marco Battigelli / Francesco Spinazza / Monique Chao Questo è un medley che ho commissionato ai giovani compositori per evidenziare le affinità e le diversità del loro stile…hanno frequentato lo stesso corso accademico e li ho laureati tutti e tre insieme, la loro amicizia, la continua condivisione della conoscenza ha reso più libera la loro creatività ma ha anche creato un legame umano, affettivo e anche affinità stilistica dal punto di vista compositivo…conservando naturalmente la propria personalità. 

Enki – Marco Battigelli La composizione “Enki”, il cui nome si ispira alla divinità sumera dell’acqua e della saggezza, riflette un senso di equilibrio e fluidità attraverso la sua struttura ritmica speculare e l’uso degli intervalli di quarta. Come il dio Enki, simbolo di creatività e ordine nel caos, il brano sviluppa un groove speculare in 7/4 (4/4 + 3/4 + 3/4 + 4/4), che bilancia complessità e armonia, evocando l’idea di un flusso dinamico ma controllato, con il tema principale che fluisce naturalmente su intervalli ampi e aperE, proprio come le acque sacre che Enki governava.

Aim – Francesco Spinazza Aim evoca l’idea di un obbiettivo comune. Il brano nasce dall’esigenza di trovare una via condivisa verso la consapevolezza che solo abbattendo le barriere potremo scoprirci in grado di essere tutti ospiti su di un granello di sabbia.

Goku- Monique Chao è un personaggio immaginario e il protagonista del manga Dragon Ball di Akira Toriyama. Il tema è cucito sulla cronologia della storia, mentre la cronologia è decorata con un’orchestrazione strategica per amplificare le emozioni uditive utilizzando i diversi colori dei fiati e la sezione ritmica.

La collaborazione con Emanuele Cisi al Sax. Perché questa scelta e come si è concretizzata?

E’ la prima volta che collaboro con Emanuele Cisi e devo dire che c’è stato immediatamente dell’ottimo feeling e interplay con l’orchestra. Lui ha un’anima gentile ed è un serio professionista dotato di grande talento e di grande capacità camaleontica entrando subito in sintonia con l’atmosfera e con il concept di ogni composizione. Devo ringraziare di cuore Mario Caccia, autore di questo incontro, per aver permesso l’inizio di questo sodalizio artistico e spero vivamente di continuare a collaborare con lui dal vivo e in studio con altri progetti della stessa caratura artistica.

Il lavoro esce per Abeat Records di Mario Caccia, che conosciamo bene grazie al suo importante contribuito al jazz, alla classica e alla world music. Nota di merito anche a SIAE e MIBACT che hanno sostenuto il progetto. Quanto e come sono stati importanti questi attori nel risultato finale?

PJ: Siamo tutti consapevoli che il costo di una orchestra jazz non è sempre sostenibile da organizzazioni concertistiche o da management anche affermati…quindi possiamo dire di essere stati baciati dalla fortuna quando si presenta una occasione ghiotta come questa…senza il contributo di queste parti in causa non avremmo potuto realizzare tutto questo…purtroppo questa “fortuna” è sempre più rara e quindi non ci resta che aspettare di avere una classe Politica visionaria, intelligente, competente e lungimirante per riuscire ad avere più possibilità per produrre lavori con organici più o meno ampi come questo… naturalmente grazie anche al Conservatorio di Milano e in maniera particolare Cristina Frosini responsabile delle orchestre che ha compreso perfettamente il valore intrinseco e a lungo termine di queste lodevoli operazioni culturali. Cristina è infatti una visionaria come noi compositori…con lei i sogni si realizzano.

Sarà possibile ascoltare dal vivo “Flying over the clouds”? Se sì, dove?

Il progetto sarà presentato il 15 Novembre in anteprima a Castellanza (MI) in teatro. Sarà emozionante. 

Grazie

Crediti foto: ICMA

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