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Non è uno qualunque, il nome che passa oggi per le nostre colonne. Vecchia conoscenza del MEI come membro fondante e bassista degli Eugenio in Via Di Gioia, Lorenzo Federici ha deciso da qualche settimana di rinascere come Pas Mal, e di mettere tutto sé stesso nella resa di una canzone che parla un po’ a nome di tutti: una preghiera collettiva che risuona nei cuori di chiunque sia stanco di nascondersi dietro maschere e filtri. 

Bentrovato sulle nostre colonne, Lorenzo! Noi ti conosciamo da un po’ come membro fondante degli Eugenio In Via Di Gioia, e oggi è un giorno speciale per te perché “rinasci” come Pas Mal. Ecco, ma chi è Pas Mal?

Un musicista che ha voglia di mettersi in gioco, continuare ad esplorare nuove sonorità e nuovi stili. È un nuovo percorso che avviene dopo una certa maturità artistica.

Vogliamo saperne di più di te: qual’è il primo ricordo che Lorenzo Federici costudisce di sé a contatto con la musica? Il tuo primo ricordo da musicista, insomma!

Ti direi le prime ore passate in sala prove, all’età di 18 era impossibile pensare a home recording o studi di registrazione. Si andava a sudare tutti assieme in una cantina, quando andava male, altrimenti si poteva affittare un posto dove suonare a volumi indecenti

Perché a distanza di nove anni dal primo disco con gli Eugenio hai deciso di debuttare da solista? Era un’idea che avevi da tempo, oppure un desiderio nato solo recentemente?

Sono cresciuto sia anagraficamente ma anche professionalmente, mi sono tolto diverse soddisfazioni e sentivo il bisogno di voler provare a cantare delle canzoni totalmente personali.

Dopo aver pensato a lungo e provato diverse soluzioni, ho deciso che solamente io potevo dar voce ai miei sentimenti. Per cui dopo tanti anni ecco a luce Pas Mal

“Asciutto” è un esordio che mette subito in chiaro chi sei, dal contenuto fortemente autobiografico: le immagini che proponi sembrano quasi dipingere un quadro, un “ritratto” nel quale potrebbero rispecchiarsi in molti. Insomma, sembra proprio che questa canzone tu la abbia scritta per te… è così?

Esattamente, è un regalo che mi sono fatto, è una canzone molto personale. Sono felice però di conviverla con chi vorrà ascoltarla, una volta usciti i brani diventano di tutti. Ed è proprio il bello della musica Ogni persona si può immedesimare a suo piacimento, in base al proprio periodo di vita. Che è unico e irripetibile.

Nel brano, affronti diversi temi con semplicità, con un ritorno quasi “ossessivo” di un ritornello che si incastra subito in testa. Su tutti, quello del dolore che deriva dall’intelligenza, e dalla capacità di riflessione… c’è una storia precisa, dietro la scrittura di questo brano?

Nel mio caso ci sono sempre riferimenti di vita vissuta, ci sono situazioni o incontri che danno il la per scrivere una canzone. Le persone sensibili sono spesso le più vulnerabili, a volte sono incapaci di difendersi ma capiscono benissimo quello che sta succedendo accanto a loro

L’altro tema, che racconta tanto di te, è quello dell’ipocrisia, della maschera dietro la quale spesso ci celiamo per non guardare le cose come stanno, e allo stesso tempo non farci guardare per quello che siamo. Credi che quest’era di social abbia in qualche modo incentivato la nostra paura della naturalezza, del mostrarci come siamo? 

I social purtroppo sono una realtà distorta, la verità è in mezzo a noi, va colta e compresa. E’ anche molto complessa da accettare. Viviamo in un’era tecnologica, non possiamo pensare di cancellare i social dalla nostra vita dal giorno alla notte. Però deve esserci un’educazione a questi, soprattutto in uno dei momenti più difficili di una donna o di un uomo, ovvero l’adolescenza.

Hai alle spalle una lunga esperienza musicale. Cosa cambia, nella tua percezione, tra quello che canti con gli Eugenio e quello a cui invece dai voce con Pas Mal?

Ho voluto mostrare altre sfaccettature, tutto quello che sono e penso nella mia vita.

Pas Mal mi da modo di poter sperimentare, lavorare a idee differenti.

https://open.spotify.com/track/1MoNkJBExqL4BVxdJINhNR?si=bb1d5a0b635a4e40