Può il rap portare qualche cosa di nuovo in un mercato e in una scena satura di artisti, singoli, contenuti? Ci prova MIDEN, giovane artista lombardo che da solo macina centinaia di migliaia di visualizzazioni su YouTube grazie al suo sound fuori dagli schemi e ad un immaginario nel quale la bipolarità tra bene e male si veste di urban. Ora è pronto a farsi conoscere dal pubblico e noi lo abbiamo intervistato per la prima volta in assoluto. Ecco il suo racconto.
Miden, benvenuto! Siamo felici di incontrarti. Questa è la tua prima intervista in assoluto. Come ti senti? Quanto voglia hai di farti conoscere?
Sto bene, è un periodo che mi sento bene sia in studio che fuori. Tanta, tanta voglia, ho voglia di dare un messaggio, di fare arrivare la mia idea di musica , e proprio questo mi porta a uscire fuori “dalla righe”. Ho voglia di fare la rivoluzione, ora, che a tutti va bene tutto.
Partiamo dall’inizio: quando hai capito di voler fare musica, cosa e chi ti ha spinto verso il rap?
Ho sempre scritto, mi ricordo fin da piccolino scrivevo poesie, più versi di odio verso le cose che non mi andavano. Poi, verso le elementari mi arrivarono le prime canzoni rap dei vari Fibra, Marcio e sopratutto Eminem. Mi ricordo mio fratello, incapucciato, mentre scendevamo in macchina da Como in Sicilia, che tramite il Compact disc ascoltava le strumentali di 8mile e ci scriveva su. Da lì, ho capito che io volevo fare questo, sentivo dentro che la ma necessità era il rap, la musica. A volte sento il vuoto dentro, un vuoto che non ha fondamenta secondo me, è li, a volte c’è, altre scompare, ho provato a riempirlo con tante cose, sia sensate che futili, l’unica cosa che riesce a riempirlo è Iil rap. L’unica che mi fa credere che lo si possa colmare è la musica.
Di rap in giro ce n’è parecchio, ma tu ti proponi come una rivoluzione. Cosa ti differenzia dagli altri? Credi ci siano ancora margini di evoluzione nella scena italiana ma anche internazionale?
Il mio ambiente è un ambiente saturo, sopratutto ora che tutti vogliono fare i rapper.
La mia idea di musica non sta nell’evidenziare quanto sia figo io, o il mio amico che fa gli impicci, o almeno non sempre, ma sta nell’evidenziare tutte le cose che a me non vanno bene, i miei problemi e quelli comuni ,che possono avere tutti. Trasformandoli in un grosso “FANCULO”. È questa la mia rivoluzione personale, dire fanculo a tutto ciò che non mi va bene tramite la mia musica, e la mia idea musicale. Fanculo a questa società, anche se può sembrare un stereotipo comune, che ci impone dei canoni a cui ci dobbiamo adattare. La mia volontà è quella di portare un’idea laddove tutto era diventato materiale. Ci saranno sempre margini di evoluzione, sia italiana che internazionale, la musica come tutto è in continua evoluzione.
Sei riuscito da solo a raggiungere ottimi numeri su youtube e anche su spotify le cose ti girano parecchio bene. Da cosa dipende secondo te questo ottimo inizio?
La gente pensa che basti caricare un brano su Spoty o YouTube e diventi virale da solo, ci sono tanti passi da seguire e tante cose da fare che a mano a mano che stai in questo ambiente capisci. Piano piano ci stiamo facendo sentire, questo arriva da non seguire quello che fanno gli altri, e avere una chiave diversa sia nel linguaggio sia nello stile. Fare quello che dentro ti senti di fare nella maniera più personale possibile. Se cercavate il rapper politically correct che fa il paladino su Instagram avete sbagliato artista.
Qual’è il tuo immaginario? Quali contenuti rappresenti e discuti nei tuoi testi?
Il mio immaginario è rivoluzionario in Italia, almeno credo, mi piace seguire un suono strano, immagina di prendere Beethoven e fargli suonare musica elettronica. Mi piace sperimentare, mi piace mixare il vecchio e il nuovo creando un suono particolare, nuovo, rimanendo sempre urban. Indosso un guanto nero sulla mano sinistra, il segno che mi contraddistingue. È RIVOLUZIONE. Nei testi parlo di ciò che sono e ciò che vedo, il resto è noia per me. Mi definisco lo storyteller del diavolo e la voce del Niente.
Senza spoilerare nulla, puoi anticiparci i tuoi prossimi passi?
Continuare a fare questa musica, continuare a crescere e essere sempre più diverso da quello che ora c’è sul mercato. FUCK this rules, FUCK your rules, questo per me È TUTTO CIÓ CHE CONTA.