“Le Canzoni Giuste per il turismo, l’Italia nel mondo!”, con questa frase entriamo letteralmente nel mondo de LE CANZONI GIUSTE e del loro nuovo album “Deficienza Artificiale”, che ci spalanca le porte e ci fa sentire come su una montagna russa musicale ed emotiva.
Pubblicato il 10 maggio, in maniera indipendente, il nuovo lavoro della band di Pescara diventa una summa (e non solo) delle pubblicazioni de LE CANZONI GIUSTE che abbiamo ascoltato da almeno sei mesi a questa parte. Anticipato dal singolo “Metaversus”, che fa da apripista sulle tematiche meglio indagate in “Deficienza Artificiale”, l’album è composto da dieci tracce nella versione digitale e tredici in quella fisica.
Per chi si stesse domandando il motivo, ecco a voi la risposta: chi ha avuto la possibilità di ascoltare il disco in formato fisico può rendersi immediatamente conto del perché LCG abbiano avuto questa idea. Se prendiamo come assunto che uno degli argomenti fondamentali attorno a cui ruota tutto il disco è quello del degrado creativo e artistico che sta provocando lo streaming digitale, allora ci rendiamo subito conto che la scelta di rendere diversa l’esperienza di ascolto dell’album digitale da quello fisico sottende l’implicita speranza che la musica vera è quella suonata, è quella che si ascolta in maniera non solamente liquida.
Molto interessante è inoltre il continuo gioco di parole che la band fa in ogni brano, basti pensare a “Dalai Lama” o “Vaffanguru” ma anche la stessa title track “Deficienza Artificiale”. Tutti i pezzi, insomma, riportano sin dal titolo la volontà de LCG di punzecchiarci e magari anche istigarci, mai alla violenza ma alla critica e al raziocinio, due facoltà che, nell’epoca di chat gpt e della facile riproduzione, sembrano essere ormai cadute in disuso.