A prendere le difese, senza se e senza ma, di Ghali e Dargen D’Amico è stato invece Amadeus. Ospite ieri sera da Porta a Porta, il direttore artistico ha espresso piena solidarietà ai due artisti e ha contestato il messaggio dell’ambasciatore israeliano. «Rispetto le decisioni di tutti, ma non sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, nella maniera più totale. Il festival di Sanremo non ha mai promosso l’odio, ha sempre parlato di inclusione, di libertà. I cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace, richiedere la pace vuol dire seminare odio? Esattamente il contrario» ha detto il conduttore di Sanremo.
«Mai mi sarei mai sognato di portare l’odio, e così anche in cantanti. Portiamo esattamente l’opposto. I ragazzi in gara fanno messaggi e appelli di pace, di libertà di idee, di pensiero, di uguaglianza di pelle, di valori. A Sanremo nella storia, e senza sembrare presuntuoso, in questi anni, c’è un grande senso di inclusione che va rispettato e mai cambiato. Sennò torniamo indietro» ha concluso.