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“Con i miei occhi” è l’esordio di Sara Sgarabottolo, un EP che abbraccia la diversità musicale con tracce che spaziano dall’introspezione adolescenziale alle sfumature della vita adulta. La sua voce calda e la presenza costante della chitarra acustica creano un’atmosfera rock avvolgente. Con queste canzoni, l’artista vuole presentarsi in modo diretto e spontaneo, descrivendo ciò che vive con l’unica verità che conosce: quella dei suoi occhi.

Come è nato il tuo amore per la musica?

È stato mio padre a farmi scoprire il mondo della musica, lui suona la batteria per diletto. Io, invece, ho scelto la chitarra acustica: all’inizio l’ho fatto soprattutto perché ero affascinata da Billie Joe Armstrong e credevo che imparare gli accordi delle canzoni dei Green Day mi avrebbe dato la stessa attitudine; poi, mentre coltivavo parallelamente la passione per il canto, ho scoperto che la chitarra poteva essere una risorsa davvero importante. Non mi definisco una chitarrista, ma tuttora mi accompagno e scrivo la maggior parte dei brani alla chitarra. Inoltre, ha un valore affettivo, perché rappresenta il mio punto di partenza.

Quali influenze musicali hanno contribuito a plasmare il tuo stile?

Sicuramente la musica rock e l’indie italiano, oltre ai grandi cantautori del passato. Tra gli artisti più significativi per me ci sono gli Arctic Monkeys, Amy Winehouse, Adele, ma anche Cesare Cremonini, Colapesce e Dimartino.   

Quale momento della tua carriera musicale consideri il più importante fino ad oggi?

L’uscita del mio primo singolo, “Non mi lasciare d’estate”. Mi ha fatto uno strano effetto vedere una mia canzone cominciare ad esistere, con una forma definitiva e con un lavoro collaterale. Questa pubblicazione è stata una lezione e un incoraggiamento a credere di più in me stessa, a prendere delle decisioni. Più che altro, è stata un primo passo per imparare a lasciarmi andare.

Qual è il concept dietro il tuo nuovo EP?

Volevo che questo Ep fosse il mio diario con le canzoni che rappresentano i miei ultimi anni, la mia crescita personale e artistica. È all’insegna della spontaneità e, quindi, del modo in cui vedo le cose attraverso i miei occhi: ci sono la spensieratezza, i problemi di cuore e la paura del futuro, che ormai mi accompagna da un po’, ma sto imparando piano piano a conviverci e, nei casi più fortunati, a metterla a tacere.

Come hai scelto il titolo e cosa rappresenta per te?

Il titolo dell’Ep è stata forse la cosa più difficile da scegliere, perché non riuscivo a trovare una parola in grado di sintetizzare uno spettro così ampio di emozioni. Alla fine, ho capito che l’unica cosa che accomunava tutta la mia accozzaglia di pensieri, coerente nella sua confusione, era proprio il mio approccio alle esperienze che la vita ti dà: da qui nasce “Con i miei occhi”.

Quali temi o emozioni intendevi esplorare attraverso le tracce di questo EP?

C’è la solitudine in “Non mi lasciare d’estate”, l’accettazione di una perdita e l’affronto al dolore in “Tra il cuore e l’anima”, ma nel resto dell’Ep ho osservato anche la dipendenza emotiva con “Brava a vincere” e la voglia di riscatto, di indipendenza in “Come piace a me”. Come dicevo prima, spesso mi sento disorientata o succube della paura del futuro e non poteva mancare un brano a riguardo, che è “Giorni in più”, la traccia che chiude “Con i miei occhi”.

C’è un messaggio che vuoi trasmettere attraverso l’EP?

Spero che chi lo ascolti possa rivivere, anche solo in parte, le esperienze della vita che sono state più toccanti, trovando conforto nelle parole e nella musica. “Con i miei occhi” è uno stimolo per cercare il proprio mondo e  tenerselo stretto, poi sentirsi liberi di viverci dentro per rifugiarsi, ma anche per lasciarsi andare.

Quali sono i tuoi prossimi impegni?

Mercoledì 24 gennaio sarò al circolo Blow Up di Padova per suonare dal vivo i brani di “Con i miei occhi” e qualche nuovo inedito. Sarà un concerto in acustico in cui verrò accompagnata alle chitarre da Patrik Trizio Roncolato. Sento che ci sarà l’atmosfera giusta, infatti non vedo l’ora.