Ciao! Benvenut* nel Meiweb, è un vero piacere averti qui con noi. Per i lettori che non ti conoscono, chi è Michael Kepler?
Il piacere è reciproco! Michael Kepler è un musicista appassionato che ha deciso di concretizzare i suoi sogni pubblicando un album interamente scritto da solo, dopo tanti anni passati a collaborare in progetti di gruppo di vario tipo. Un lavoro – Mask of the White Ape – realizzato con l’aiuto di valenti musicisti e collaboratori: Alessandro “Lyso” Ranzani alla voce, Vincenzo Giacalone a chitarre e synth e Alessio Spallarossa alla batteria. Senza dimenticare Pietro Foresti che ha prodotto il tutto, assolutamente fondamentale.
Cosa ti ha spinto alla pubblicazione di un album da solista?
Quello di fare un album che rispondesse in modo preciso ai miei gusti personali è stato un sogno nel cassetto per tanti anni. Questo perché non è facile trovare il tempo e l’energia per sviluppare qualcosa in modo totalmente “solitario”. Poi, alcuni recenti eventi nella mia vita (non ultima la pandemia, con il gran tempo “casalingo” a disposizione) mi hanno messo nelle condizioni, soprattutto mentali, di affrontare un lavoro del genere. E ora sono felicissimo di averlo fatto!
Mask of the White Ape, è il titolo del tuo nuovo album. Parlacene un po’, presentalo.
È un lavoro che concettualmente da voce ai miei pensieri sul mondo, sulle persone e sulle dinamiche che le muovono, riassunti un po’ nel concetto di maschera che troviamo nel titolo: è la maschera che tutti (o quasi) ci mettiamo per stare nella società, ma che copre ciò che siamo veramente. Dal punto di vista musicale invece suppongo che si possa definire, banalmente, un riassunto delle mie influenze musicali variopinte: rock, fusion, alternative e soprattutto progressive (in senso ampio). Ma lascio il giudizio agli ascoltatori…
Raccontaci un pò di questi 8 brani.
C’è ne uno in particolare a cui sei legato maggiormente?
Direi di no, visto che i miei brani sono come dei figli, non riuscirei a sceglierne uno! Però forse Dead but still moving, che riassume un po’ la metafora a cui ho accennato prima, quella della maschera che copre una diversa realtà e It does not rain perché rende bene il mood malinconico che serpeggia lungo l’album.
Avremmo modo di vederti in qualche spettacolo live?
Per ora non ho attività live previste a breve termine. Ma non escludo in futuro di cimentarmi nel portare sul palco la mia musica. Ma vorrei riproporla in modo fedele e intenso, quindi ci vorrà del tempo per preparare tutto, eventualmente!
Siamo giunti alla fine. Felici di essere stati insieme,
Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio per aver dato attenzione alle mie parole e spero che a questo faccia seguito un ascolto della mia musica: sarei felice di avere un feedback su quanto ho fatto! Trovate Mask of the White Ape su tutte le principali piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, Youtube, etc.) E i miei profili li trovate su Instagram (michaelkeplermusic) e Facebook (Michael Kepler).