“Noi siamo la fantascienza” è il nuovo album di fm, pseudonimo di Francesco Mauro, artista che ha fatto i propri esordi con Il Mare Verticale e che di recente ha sviluppato una poetica propria in alcuni brani da solista. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica?
Ho iniziato a suonare la chitarra e a cantare da adolescente, poi mi sono approcciato al piano e all’elaborazione digitale del suono. Dal 2012 al 2020 mi sono concentrato sul progetto Il Mare Verticale, con la pandemia abbiamo smesso di suonare con regolarità e vederci. Dopo un paio d’anni di totale distacco dalla musica ho scritto Noi Siamo la Fantascienza.
Ci racconti il tuo album? Come nasce e con quali premesse?
È un album che amalgama storie personali e storie altrui. Riflessioni sociali e spunti privati. Volevo condividere ed esprimere quello che nel corso degli anni si era cristallizzato in me.
Quali esperienze personali hanno influenzato “Questo male si chiama italiano”?
Esperienze personali preziose che mi hanno spinto a riflettere su quello che accade in strada e nel mondo del lavoro. In che modo l’album riflette la tua visione della società contemporanea?
L’album riflette in modo diretto la mia visione del contemporaneo, senza particolari compromessi e velleità.
Come affronti il tema della disgregazione dei valori nell’album?
Il tema è affrontato passando tra diversi sguardi e punti di vista. E’ un tema che collettivamente stiamo affrontando dal 1989. Io sono nato qualche anno dopo, in un certo senso sono un prodotto della post-ideologia.
Qual è stato il testo più complicato da scrivere?
Il processo di scrittura di alcuni dei testi dell’album è durato quasi tre anni. In generale considero i
miei testi “Work in Progress” fino al momento dell’incisione in studio, ma a volte capita che vengano modificati anche tra una take e l’altra. Noi (gli amici) e L’uomo con la telecamera (Nelson Sullivan) sono stati particolarmente complessi da gestire.
Pensi che passerai mai al cantato, oppure manterrai uno stile recitato?
Penso che il cantato potrebbe essere una risorsa e alternarsi con lo stile recitato. Valuterò.


