Ciao Eleonora, ben trovata. Come stai? Ci racconti il tuo ultimo singolo Aquiloni?
Ciao!
Aquiloni, è un brano il cui testo è stato scritto in episodi, ossia man mano che osservavo degli eventi nella mia vita. Infatti non è un brano che ha una collocazione temporale precisa; parla di una laurea, di un appuntamento, di un giorno di Aprile. Credo che questo abbia fatto sì che Aquiloni potesse essere “sentito” da tanti, perché coglie almeno una fase della vita o un momento di vita in cui chi ascolta si ritrova.
L’idea per Aquiloni nasce da una foto che mi è stata inviata su WhatsApp dalla protagonista del brano. La foto rappresenta un muro con due soggetti, una girandola e una scritta che recita “Carini veri”. Originariamente però la girandola era una svastica e la scritta recitava “Cattivi veri” e lei aveva modificato questi due soggetti. L’ho trovato geniale, immaginario e tenero e ho pensato di costruire la storia del brano intorno a questo gesto e raccontare la protagonista descrivendone le paure e le difficoltà, attraverso eventi realmente accaduti nella sua vita nell’ultimo anno e di cui io ho fatto parte. Nel brano sono io che parlo della protagonista e le ricordo che gli aquiloni esistono sempre (ricordiamoci di giocare, nonostante le brutture della vita o gli stress della routine da adulti). Il punto però, è che alla fine, in realtà è proprio lei che ce lo insegna; lei, con le sue paure, ma capace di gesti grandi come quello di immaginare e riscrivere un messaggio originariamente negativo, quello del muro.
Come racconteresti il brano a livello di sensazioni che vorresti lasciare all’ascoltatore?
Aquiloni ha in sé un contrasto, che è quello tra la parte strumentale 80 e a tratti scura e il testo/cantato invece più morbido, sia nello stile che nel significato.
Ecco, la sensazione che vorrei lasciare è quella che un messaggio di speranza e amore possa essere espresso con decisione e grinta e non debba necessariamente essere accostato a una ballad. Vorrei che chi ascoltasse la ballasse con leggerezza ma che allo stesso tempo, facesse proprio il messaggio positivo su come prendere la vita da adulti in una chiave più giocosa, senza censurarsi in base all’età.
Dal punto di vista della produzione musicale, com’è stato lavorare con Stefano Ritteri?
Ho conosciuto Stefano grazie ad un attore con cui ho lavorato nell’ultimo progetto teatrale di cui ho fatto parte. Lavorare con Stefano ha rappresentato per me un salto di carriera nell’ambito dell’esperienza in studio. Ho più di venticinque anni di esperienza in studio, ma questa è stata sicuramente la produzione più ad alti livelli a cui ho avuto accesso.
Stefano è solare e incredibilmente sul pezzo e la sua intelligenza emotiva nel rispetto della mia creatività ed espressione di questa, ha lasciato il segno.
Cosa c’è in comune rispetto alle tue precedenti uscite e cosa senti di particolarmente diverso?
In comune ci sono io, ma sento che questo è un ulteriore passo in avanti, in una narrativa mia di vita e di nuove persone che hanno cominciato a far parte della mia vita. Aquiloni è forse la versione più equilibrata e ben bilanciata di un sound e di una narrativa che ho iniziato ad esplorare nel precedente Ep “Electrochic Post-Pandemico”. L’equilibrio deriva sia da una maturità artistica che da una serenità personale diversa, evoluta.
Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi?
Un visual video di Aquiloni che uscirà in questi giorni, un secondo singolo a settembre e uno spettacolo teatrale a Londra, chiamato “The Apprentice”scritto e prodotto da Chiara Vascotto, in occasione del Fringe Festival. Voglio anche trasformare i miei live e ci sto lavorando….una tappa al MEI? (LOL).
Sicuramente la collaborazione con Stefano Ritteri non finirà qui.