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1) Hai mai attraversato un periodo di crisi o di grande cambiamento nella tua vita artistica? Come hai fatto a rinascere da questa esperienza?

Nessun viaggio artistico è privo di difficoltà, e ci sono state parti della mia vita che hanno incontrato sfide personali e professionali. La mia vita e la mia musica sono state inghiottite dagli echi discordanti della crisi e ho deciso di trasferirmi dalla mia città natale, Londra, in Galles. Le colline nebbiose del Galles sembravano piangere con me, le loro antiche pietre sussurravano storie di lotta e rinascita.

I paesaggi ondulati del Galles sono diventati la mia musa ispiratrice. Ho vagato attraverso le foreste e lungo le coste frastagliate, registrando i sussurri del vento, il mormorio dei ruscelli e i richiami degli uccelli lontani. Queste sinfonie naturali sono diventate la spina dorsale delle mie composizioni, una fusione surreale di natura e melodia.

Ho cercato il misterioso, il familiare reso strano e lo strano reso familiare. Abbracciando l’inquietante e il bizzarro, ho trovato la bellezza nel grottesco e l’armonia nella dissonanza. Questa comunione con il misterioso ha rinvigorito il mio spirito creativo.

2) Qual è stato il primo grande successo o riconoscimento che hai ottenuto nella tua carriera musicale? Come hai celebrato questo traguardo?

Il mio primo concerto è stato quando avevo undici anni nel nostro appartamento, davanti a mio fratello Daniel. Suonavo una racchetta da tennis cantando testi che avevo scritto su balene blu volanti e il mio primo concerto con una vera chitarra fu in una capanna Air Cadet a Edmonton in una band chiamata The Berryfields (dal nome della via in cui comprammo la nostra prima batteria). A diciassette anni ho fondato una band con due artisti di nome Andy e Vince chiamata Bungalow Purple a cui si è successivamente aggiunta la cantante Erika Grapes, con cui ho formato un’amicizia e un sodalizio musicale che continua tuttora.

Una volta trasferitomi in Galles ho contribuito a fondare una band chiamata Lost Tuesday Society, abbiamo prodotto due album (disponibili su Spotify) e il nostro concerto più grande è stato a supporto di Paolo Nutini davanti a 10.000 persone, che è stato il nostro maggior successo in termini di numero di pubblico. Una delle nostre canzoni è stata utilizzata anche in uno show televisivo ucraino, ma per motivi personali di altri membri il gruppo si è sciolto nel 2022 e ora continuo con le mie collaborazioni con Erika e il mio progetto The Felix Subway Band.

Come musicista, ciascuna di queste fasi della mia carriera, dalle racchette da tennis fino ad oggi, è stata una parte cruciale della mia evoluzione artistica, ogni fase ha contribuito in modo unico alla mia crescita, alla profondità della mia espressione musicale e celebro quotidianamente ogni parte di questo viaggio magico.

3) Dopo aver raggiunto un certo livello di successo, hai incontrato nuove sfide o difficoltà nel mantenere la tua carriera musicale? Come hai affrontato questi momenti? 

Ho lottato come molte persone contro distorsioni mentali che possono sia aiutare che ostacolare la creatività. Il tempo può essere deformato, le fasi creative possono allungarsi in settimane insonni, mentre i periodi di inattività possono aggiungersi a periodi di insicurezza e ansia. Bilanciare queste duplici realtà può essere una danza delicata, ma cerco di abbracciare l’assurdità della situazione, permettendole di alimentare la mia creatività piuttosto che soffocarla e se finisco per dormire troppo, cerco di usare i miei sogni come fonte di ispirazione, tenere un diario accanto al letto per cercare di catturare le idee prima che scompaiano come il respiro su uno specchio.

Penso che sia bello ritirarsi in santuari pieni di strumenti particolari, strani artefatti e suoni ultraterreni, anche se sono solo nella tua testa. Questi giardini mentali diventano terreno fertile per curare i fiori dell’immaginazione, il che fa bene alla creatività e alla vita in generale, devi solo tenere il passo con la sarchiatura 🙂