Rosario Siciliano torna a vestire i panni di DueMari e lo fa dentro un nuovo EP dal titolo assai interessante: “In absentia Dei”. Lo definisce circolare e noi ci navighiamo a vista dentro questo pop d’autore di matrice indie da cui non si scappa e non dobbiamo attenderci rivoluzioni se non una, a modo suo sempre: la personalità vive e prolifica nella semplicità di queste 5 tracce che sfogliano anche il post rock, la sospensione digitale con ampi richiami al passato. Diviene apocalittico, diviene epico, si a recitativo e condensa tutto dentro la delicatezza futuristica della chiusa affidata a “Il linguaggio dei corpi (dove non esiste il giorno)”. Cantautore… visionario…
Mi ha sempre incuriosito il tuo moniker. DueMari… come due facce, come due personalità diverse. Che origine ha?
DueMari è un mio posto del cuore, un angolo di paradiso situato nell’aspromonte che, da come potrete ben dedurre, prende il nome da questa caratteristica meravigliosa che è la vista sui due mari calabri: Tirreno e Ionio. E si, il fatto di avere queste diverse prospettive da uno stesso punto ho pensato racchiudesse in pieno ciò che spesso cerco di fare nei miei brani; c’è quasi sempre un sottotesto. Anche questa allusione al mare, quando in realtà è ispirato ad un posto montano è una cosa che ritrovo molto nel mio modo di scrivere, una sorta di inganno.
Che poi in fondo ascoltando “In absentia Dei” c’è la faccia pop ma anche quella elettronica e di ricerca… senti di avere altre facce anche?
Sicuramente c’è stata una ricerca nel tentativo presuntuoso di creare un qualcosa di “nuovo”, ma che non fosse eccessivamente trasgressivo e sperimentale. Un altro lavoro, a proposito di “facce”, è stato quello di cercare una coerenza ed una personalità sonora che potesse rappresentarmi in modo singolare, una sorta di marchio di fabbrica; direi che il risultato è stato l’esatto opposto. Quindi chi lo sa … forse nel momento in cui smetterò di cercare questa coerenza paradossalmente verrà fuori.
Questa immagine di copertina… la quiete… siamo come in un mondo diverso dal nostro… come dobbiamo leggerla?
Non è un mondo diverso, è la percezione di chi in quel momento lo sta guardando. E poi c’è una figura in qualche modo artistica, un portale ed un altro pianeta. E’ una copertina che nella mia testa ha un significato ben chiaro, ma non mi piace essere spacciato e spiegarlo, se anche non si dovesse interpretare per come io l’ho pensato, piuttosto preferisco che ognuno si faccia una propria idea.
Anche le tue immagini sono spesso in bilico tra l’onirico e una sera di casa, di riparo… ma anche scene psichedeliche…- Mentre il video è decisamente pop, decisamente quotidiano… un contrasto forte se poi gira “Invisibili” soprattutto nella parte più
sostenuta. Come si collegano questi due mondi?
Questo Ep ha un filo narrativo. Raggiunge la sua completezza solo pensandolo a puzzle finito, lasciando ad ogni tassello, quindi ad ogni traccia, il suo ruolo; dunque ogni brano ha il compito di evocare l’immagine che richiede quel punto preciso della narrazione, ed inevitabilmente, ogni storia, ogni vita, attraversa momenti emotivi diversi tra di loro; di conseguenza così le tracce risultano diverse una dall’altra. In realtà c’è un filo rosso, sottile, che collega tutti i brani. Il video “pop” logicamente è stato scelto per la traccia che più si prestava o quantomeno si avvicinava all’idea di singolo, o che comunque reputavo opportuna al lancio dell’Ep.
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