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I Ventured Across the Stream è il nome di un progetto musicale alt rock nato dalla fusione di idee di cinque ragazzi cresciuti nell’entroterra del sud, sul confine tra la Campania e la Basilicata.

Il progetto cerca di mettere insieme diverse influenze musicali, al fine di non identificarsi precisamente in alcun genere; tra gli artisti di maggiore ispirazione ci sono gli Alcest, i Sigur ros, Jeff Buckley, i Verdena.

Il nome della band prende spunto dal verso di apertura di Astral Weeks, brano di Van Morrison, e allude all’atto di avventurarsi oltre i propri confini, in territori nuovi, al di là di un fiume che funge da spartiacque tra ciò che si conosce e ciò che è ancora inesplorato.

Temi centrali nella produzione artistica della band sono quelli dell’evasione, della rottura degli argini, del movimento. I brani giocano sul contrasto, che in termini musicali è restituito dall’asprezza delle distorsioni che si scontrano con la dolcezza del timbro vocale, elementi che cercano uno spazio e un modo di coesistere all’interno degli arrangiamenti.

VERTIGO

Vertigo è un pezzo scritto di getto una sera di inizio settembre del 2023; frutto del caldo di fine estate che insiste e ancora arroventa l’asfalto, dell’afa che pesa come una cappa opprimente sulle strade di città, e, soprattutto, della necessità di prendere una boccata d’aria, senza sapere bene in che modo e dove farlo.

Vertigo è stata scritta in uno di quei periodi di incertezza in cui sembra chiaro il fatto di aver perso da un po’ il controllo, in cui la vita dirama in direzioni impreviste, sgradite, e la sensazione di doverci muovere a tornare in carreggiata, a prendere scelte utili a noi stessi, a salvarci, finisce per metterci una pressione insostenibile sulle spalle, e per darci la nausea, il capogiro, in ultimo, la vertigine.

Il brano parla del sentirsi disorientati, mentre camminiamo confusamente per le strade di una città a cui sentiamo di non appartenere e in cui fatichiamo a trovare una dimensione nostra.
Parla del sentirsi fagocitati, masticati e risputati fuori, tutti i giorni e senza sosta, dal caos del mondo esterno, che se per un verso ci impaurisce, per altro si trasforma poco a poco in un anestetico : un palliativo che diventa necessario, attraverso cui scappare da un altro genere di caos, quello che scava e mette radici, sempre più aggrovigliate, dentro di noi.

Vertigo, in ultimo, parla della paura di cadere, e, contemporaneamente, della volontà, più salda di quel che immaginiamo, che ci tiene ancorati a noi stessi.

https://open.spotify.com/intl-it/album/4vuQX46dZYYSoXrgdYNgRc?si=Yymu3o9wTRu_ITsTcMVP6w

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