SONO SOLO UNA è un manifesto pop. Contaminato dalla storia urban punk dell’artista.
Lei è una, ma non è sempre cosi chiaro. È una brava persona, ma anche profondamente stronza. Può essere malefica, dea, GRISELDA o ISIDE. Cerca sempre di dividersi in 4 per tutti e si dimentica che il cuore è uno.
(quello che batte e che ci fa collassare, non quello che si innamora).
Combatte come un’amazzone da anni nell’industria cercando di valorizzare la versatilità e la vastità femminile. È troppo facile svegliarsi e dire “da domani faccio indie”. “Da domani faccio punk, da domani faccio rap.”
Se ami la musica e la studi diventa la tua bacchetta magica e puoi fare di lei tutto quello che vuoi. Quindi non vale.
Essere più di una è una responsabilità e un disagio. Non bisogna colpevolizzare la leggerezza, la tristezza o la felicità. Fanno tutte parte di noi.
Tutti vogliono qualcosa, o qualcuno e noi quante possiamo essere? Se vuoi Veronica+ può scriversi le canzoni, può produrre i suoi brani, può fare la sua direzione artistica, può girare i suoi video. Quante sono? E cosa mangiano?
Vanno avanti di curiosità, sofferenza, gioia, amore, passione e sbatti.
Il disco è un manifesto di indipendenza, 99% femminile.
La pressione sociale della sua femminilità è un problema tutti i giorni. C’è chi entra in fissa con la politica, chi con la geometria, lei c’è la con la sua femminilità. È la sua ferita, il suo potere, la sua condanna. Essere donna, è un problema a lavoro, è un problema tra le mura di casa, è un problema nello sport, è un problema anche per il principe azzurro.
È un problema per tutti, ma lei è solo una.
Il disco è una favola, con tutti i suoi alti e bassi. È desiderio di voler costruire una realtà alternativa, ideale, dove “Puoi contare su di me” e dove il “Fairy Tale” che tutti desideriamo è possibile. Dove cadere dal “punto+alto” è un rischio, ma può essere anche la tua salvezza.
