Per un musicista ogni nuova composizione è un piccolo diamante. Ogni membro del gruppo porta la propria musica ed esso, con la commistione e l’accrescimento dei singoli la mastica, digerisce, trasforma e porta a nuova vita, arricchendola di sfaccettature e riflessi nuovi e non previsti.
One More, secondo disco edito dei No One No More, prosegue questa filosofia di nascita, rinascita e comunione musicale attraverso nove nuove composizioni che allargano ulteriormente la tavolozza espressiva del collettivo.
I No One No More sono un collettivo musicale a formazione ristretta formato da Marco Punzi, Tommaso Uncini, Davide Cason e Patrizio Balzarini. Ciascun componente ha la propria estrazione ed esperienza musicale e sotto il “No One No More” queste diversità si incontrano e scontrano. C’è un chiaro legame tra la musica del gruppo e quella di vari artisti del passato e del presente dell’ambito della musica jazz, ma questo è un filo conduttore più che una catena e il gruppo mantiene quella libertà creativa che gli permette di dar vita ad un’esperienza sonora del tutto originale.
Tracce
Storm in the Park (Marco Punzi): un brano intriso di malinconia e introspezione, ispirato alle giornate di pioggia londinesi, quando l’unico modo per affrontare il maltempo è accoglierlo e lasciarsi trasportare dal suo ritmo. Nel lavoro con il quartetto il brano ha subito un’evoluzione naturale, trovando una sua nuova identità in una tonalità più distante dalle sonorità iniziali, ma proprio per questo capace di creare un’atmosfera ancora più evocativa e imprevedibile. Il risultato è un viaggio sonoro che cattura il fascino della pioggia e della sua inarrestabile danza sulla città.
Ciclone (Patrizio Balzarini): il brano ha un’ispirazione letteraria, Mosca – Petuskì, poema ferroviario dello scrittore Venedikt Erofeev, dove il Ciclone del titolo fa riferimento allo stato allucinatorio del protagonista; è un brano frenetico e dai confini labili, uno scenario in continuo movimento, Brad Mehldau che incontra Walter Smith III a bordo della Transiberiana.
One More (Patrizio Balzarini): la title track arriva da mondi che sembrano lontani dal jazz, ma che hanno sempre più spazio nella musica improvvisata; la Drum and Bass, filtrata dalla visione di autori come Jojo Mayer, Mark Guiliana e Richard Spaven fa sempre più parte del linguaggio del jazz contemporaneo, e questo brano trae spunto da questo nuova influenza.
Qualcosa che non resta (Patrizio Balzarini): le radici del brano sono da ricercarsi nella tradizione del free jazz; la germinazione sonora fa lentamente emergere l’impalcatura su cui si erge la melodia finale, che si fa spazio nel dialogo tra i musicisti ed emerge dalle pieghe dell’interplay, fra echi di Ambrose Akinmusire e Ben Wendel.
Mobility (Tommaso Uncini): il brano nasce come composizione seriale su una serie di sei suoni; dalla serie sono scaturite tramite svariate tecniche compositive sia le linee melodiche del sax e della chitarra sia il giro del basso e il giro armonico. È Ispirato alla produzione Shorteriana degli anni ’60, ad album come Adam’s Apple, Ju-Ju e Night Dreamer.
Aomame’s Dream (Marco Punzi): un omaggio alla protagonista di 1Q84, il romanzo di Haruki Murakami, e alla sua esistenza sospesa tra due realtà, in perenne ricerca di Tengo, con due lune a illuminare il cielo. Il brano si sviluppa in due sezioni distinte: la prima è un’immagine sonora delicata e sospesa, una colonna sonora per il momento in cui Aomame osserva il parco, immersa nei suoi pensieri e nell’attesa di un incontro che potrebbe cambiarle la vita. La seconda parte, più incalzante e ritmica, riflette la sua determinazione e il suo slancio nel tentativo di ritornare nel suo mondo, con una sola luna.
Everything that you want (Tommaso Uncini): la ricerca musicale si è spostata qui in direzione opposta rispetto ad altre composizione del disco, ovvero verso una cantabilità e intelligibilità della melodia. Il brano è influenzato dal disco Crosscurrent con Bill Evans, Warne Marsh e Lee Konitz. Le armonie aperte danno un senso di leggerezza e apertura.
Crazy at 2nd Floor (Marco Punzi): un brano che prende ispirazione dalle grandi atmosfere del nord e che è dedicato alla sorella dell’autore, psicologa, il cui studio si trova al secondo piano. La composizione si sviluppa su due sezioni contrastanti: la sezione A è caratterizzata da armonie sospese e accordi lunghi, mentre la batteria colora lo sfondo ritmico creando un’atmosfera rarefatta e suggestiva, con un approccio ritmico che richiama le sonorità tipiche dei quartetti scandinavi. La sezione B, invece, introduce un cambio di passo, con una scrittura armonica più densa e un groove più serrato che strizza l’occhio al jazz americano e al suo inconfondibile swing.
Sketch and plan (Tommaso Uncini): la prima parte tematica è frammentata e vede un dialogo ritmico tra sax e batteria che sfocia in uno swing liberatorio, dialogo che continua nello scambio solistico. Influenzato dalla frammentazione ritmica Monkiana e dal Jazz degli anni ’80, il brano è ispirato da compositori quali Joe Lovano, Dave Holland e Steve Coleman.
Tracklist
Storm in the Park Ciclone One More Qualcosa che non resta Mobility Aomame’s Dream Everything that you want Crazy at 2nd Floor Sketch and plan