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Dopo il piccolo successo di Lungomare, Streben torna per parlare dell’importanza di saper gestire la propria emotività.   

Il 29 novembre torna Streben a combattere tutta la sua voglia di “Sabotarsi”.

“Sabotarsi”, questo il titolo del brano, è il ritorno del cantautore romano dopo il piccolo successo di “Lungomare”, ultimo singolo rilasciato a settembre, ma stavolta in una veste ancora nuova, in un viaggio che lo sta portando alla scoperta di se stesso attraverso la musica, in un racconto, serio e coerente, che non vuole prendere mai la via più facile ma,proprio come una terapia, affonda anche nel torbido pur di crescere.

Preascolta “Sabotarsi“ <https://bandcamp.us10.list-manage.com/track/click?u=1512dc84dbe92647273d7d071&id=cbc125008a&e=d3a174c01f>    

Le parole sono difficili quando si parla di un brano e di un artista che affronta un processo del genere, ed è lo stesso Mattia a raccontarci il processo di scrittura:

In questo brano ho provato a raccontare a mio modo quelle sensazioni sottili che si insinuano e prendono corpo anche nei momenti più sereni delle nostre vite, facendo affiorare in superficie emozioni e pensieri a volte così difficile da allontanare. Mi è capitato molto spesso di interrogarmi su questo moto interiore – a volte conscio a volte meno – che mi ha spinto a rivivere internamente un dispiacere, una delusione. Una personale riflessione sulle dinamiche dell’auto-sabotaggio emotivo e dei pensieri intrusivi,esperienze che credo tutti si siano trovati ad affrontare nella vita.

Una finestra aperta su quei momenti in cui, anche senza un motivo logico, ho sentito come ineluttabile il bisogno di allontanarmi, di prendere le distanze dalla felicità, quasi richiamato dal dolore, come un sasso trascinato verso il fondo dalla gravità.

Ho imparato, tuttavia, a smettere di razionalizzare,banalizzare o combattere queste emozioni: esse vanno semplicemente vissute,digerite, accettate come parte di un vissuto intimo e personale, per poi accorgersi di come sia invece un percorso universale di ognuno di noi.

Una volta metabolizzati ed accettati questi pensieri sono riuscito di conseguenza anche a dare un valore alla capacità che ognuno di noi ha di guarire dal dolore stesso. Una sorta di viaggio introspettivo, sfidandola banalizzazione del dolore, celebrando in qualche modo il valore del percorso che si fa verso la ricerca della serenità, per quanto esso possa essere a volte difficile.

Un viaggio nella complessità, nel mondo così arzigogolato che ognuno di noi ha al proprio interno.

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