Raccontare un’emozione richiede tempo, ascolto e la capacità di lasciare emergere ciò che spesso resta nascosto. Il nuovo video di D’Iuorno dedicato a Cosa vuol dire amore nasce da questa esigenza: trasformare un interrogativo universale in una sequenza di immagini che non spiegano, ma evocano. Il brano, scritto durante i mesi trascorsi a Malta, si muove già sulla linea sottile che separa fragilità e consapevolezza. Il video, realizzato da Viral Production, ne prosegue il percorso attraverso una regia che privilegia l’essenziale, lavorando su gesti misurati, tempi sospesi e un rapporto diretto con lo spazio.
La location di Poggio alla Pieve diventa un luogo simbolico, un terreno in cui l’artista può confrontarsi con le proprie ombre senza nasconderle. Le immagini mostrano un uomo che cerca di riconoscersi, che attraversa la propria storia lasciando cadere tutto ciò che non serve più. Non c’è spettacolarizzazione, ma un realismo poetico che restituisce il peso e la leggerezza di un sentimento indagato nella sua complessità.
In questo dialogo tra musica e immagine, D’Iuorno mette in gioco un modo di raccontare che non pretende di definire l’amore, ma sceglie di attraversarlo. L’intervista che segue approfondisce le scelte narrative, l’approccio visivo e il processo creativo che hanno portato alla realizzazione di questo lavoro. Un’occasione per capire come nasce un video che non accompagna semplicemente una canzone, ma la completa, offrendo allo spettatore una strada diversa per avvicinarsi al suo significato.
Hai scritto “Cosa vuol dire amore” durante un periodo trascorso a Malta. In che
modo quel contesto ti ha influenzato?
Firenze è spesso presente nei tuoi lavori. Che rapporto hai oggi con la tua città d’origine?
Dopo la pandemia hai intrapreso una fase più sperimentale. Come si traduce
questa sperimentazione nel tuo nuovo percorso?
Il concetto di “autenticità” sembra centrale nel tuo lavoro. Come lo difendi in
un panorama musicale spesso omologato?
la tua idea di amore o di arte?


