Da oggi lo trovate alla Libreria Moby Dick di Faenza e all’Edicola della
Stazione Fs di Faenza ECCO IL LIBRO “LA CANTINA DEL NUOVO LISCIO” SUGLI
ULTIMI DIECI ANNI CHE HANNO “SCONVOLTO” IL LISCIO, DALLA PRIMA NOTTE DEL
LISCIO DI DIECI ANNI FA FINO AL FESTIVAL DI SANREMO DI AMADEUS, CHE HA FATTO
RISCOPRIRE IL LISCIO ALLE NUOVE GENERAZIONI.
Per richieste postali scrivere a segreteria@materialimusicali.i
presentazione in Comune a Faenza del libro con Giordano Sangiorgi patron del
MEI e l’Assessora al Turismo del Comune di Faenza Simona Sangiorgi
E’ stato presentato oggi a Faenza in conferenza stampa il libro “La Cantina
del Nuovo Liscio”, a cura di Giordano Sangiorgi del MEI, un podcast
trasformato in libro con tutte le puntate realizzate alla Casa della Musica
di Faenza grazie al supporto della Regione Emilia – Romagna e del circuito
Vai Liscio, il gruppo di lavoro creato dalla Regione Emilia – Romagna per
preparare il dossier da presentare per la candidatura del Liscio Patrimonio
Immateriale dell’Unesco. L’introduzione al libro e’ dell’Assessora alla
Cultura della Regione Emilia – Romagna Gessica Allegni, il libro si puo’
acquistare presso la Libreria Moby Dick di Faenza.
“Si tratta di un patrimonio importante per Faenza ” ha dichiarato
l’Assessora al Turismo Simona Sangiorgi ” che arricchisce la capacita’
attrattiva dal punto di vista turistico del nostro territorio, Faenza
infatti insieme ad alcune altre citta’ limitrofe e’ la terra dei principali
giovani artisti del liscio come i Santa Balera, approdati a Sanremo, le
Emisurela, che saranno in Rai in questi giorni, i Musicanti Improvvisi
insieme a esperienze storiche e di valore come Quinzan e tanti altri e i
piu’ recenti Alluvionati del Liscio che hanmo girato il mondo con il brano
Dai Dai Gresini che fanno della nostra citta un punto di riferimento grazie
anche a diverse scuole di ballo come Team Dance Borgo, le Magiche Fruste e
tante altre”
E’ uscito per i tipi de La Tempesta Editore, che ha gia’ pubblicato
importanti libri sui grandi autori della musica come Pino Daniele, Lucio
Battisti, Nicola Arigliano, i Beatles e il movimento del Napule’s Power,
tra gli altri, il volume “La Cantina del Nuovo Liscio” che trasporta su un
bel volume il podcast in dodici interviste sui protagonisti del nuovo liscio
dal titolo omonimo realizzato da Materiali Musicali coi registi Domenico
Giovannini e Samuele Ravaioli e l’intervistatrice Matilde Montanari,
cantante, speaker radiofonica, conduttrice e voce dei Santa Balera. Tutte le
puntate sono state realizzate alla Casa della Musica di Faenza grazie al
supporto della Regione Emilia – Romagna e del circuito Vai Liscio ù, il
gruppo di lavoro creato dalla Regione Emilia – Romagna per preparare il
dossier da presentare per la candidatura del Liscio Patrimonio Immateriale
dell’Unesco.
Tra gli intervistati troviamo Giordano Sangiorgi, patron del MEI; che in
questi dieci anni ha profondamente rinnovato il Liscio avvicinandolo alle
nuove generazioni grazie a una moltitudine di iniziative di grande successo
come La Notte del Liscio in Riviera, Cara Forli, Birichina a Gatteo,
Concertone di Liscio del Primo Maggio a Savignano, Liscio Street Parade a
Rimini, il Premio Arte Tamburini del Folklore di Romagna a Faenza, il rinato
Omaggio a Tugnaz del Folklreo di Romagna a Le Cupole, il Premio Leo Ceroni a
Castel Bolognese, il Veglione Romagnolo, il contest Il Liscio nella Rete che
ha scoperto tantissimi giovani del Liscio e il Circuito Sante Balere che ha
toccato in due anni venti balere e ha fatto esibire oltre 100 giovani
musicisti della regione insieme ai big del liscio. UN ricco patrimonio
unitario che ha saputo tenere unito tradizione e innovazione, le grandi
famiglie insieme agli altri grandi nomi del folklore abbinandoli a
tantissimi giovani musicisti e ballerini che hanno ritrovato una forte
identita’ rinnovata attraverso il liscio soprattutto nel post-alluvione.
Fino ad arrivare a portare al grande successo dei 14 milioni di spettatori
in tv la neonata orchestra della Generazione Z del Liscio Santa Balera che,
con Mirko Casadei, hanno omaggiato a Sanremo i 70 anni di Romagna Mia con
Amadeus che ha premiato con la Targa Siae il piu’ giovane musicista di quel
Festival di Sanremo: il dodicenne Andrea Medri, bassista dei Santa Balera e
figlio di Luca Medri, direttore musicale dell’orchestra.
Il libro si apre con un intervento dell’Assessora alla Cultura della Regione
Emilia – Romagna Gessica Allegni che scrive: “La musica è un motore
culturale sempre più rilevante per l’Emilia-Romagna. E il liscio, che
affonda le sue radici in artisti quali Secondo e Raoul Casadei, Tienno
Pattacini, Leonida Poluzzi, Leonildo Marcheselli, rappresenta un elemento
centrale della cultura e del costume di questo territorio.
Bene, quindi, questa pubblicazione che racconta, attraverso molte voci,
anche di giovani, quanto è accaduto negli ultimi dieci anni in questo
settore così significativo per la nostra regione.
Una lunga serie di eventi, dalla prima Notte del Liscio fino alla
partecipazione al Festival di Sanremo, ha portato a un crescendo di
interesse verso questo genere musicale che è riuscito a coinvolgere le
giovani generazioni e le nuove realtà musicali attraverso una
reinterpretazione in chiave moderna.
Un fermento che potrebbe sviluppare percorsi formativi per giovani
musicisti, come appunto il progetto Santa Balera, ma anche portare a una
rilettura dei grandi autori con l’obiettivo di fare diventare il liscio un
prodotto culturale ‘alto’, così come è avvenuto per altri generi musicali
folk.
Il nostro impegno deve andare in questa direzione per mantenere vivo il
legame tra tradizione e innovazione, creando occasioni di aggregazione che
uniscano le comunità e possano creare una virtuosa sinergia tra cultura,
turismo e sostegno alle produzioni.
Ma non solo. In un’epoca in cui l’esperienza culturale è sempre più
ricercata vogliamo e dobbiamo promuovere il liscio anche a livello
internazionale, portando la nostra musica di tradizione in eventi come il
prossimo Expo2025 di Osaka in Giappone. Senza dimenticare il sostegno della
Regione alla promozione del liscio come patrimonio Unesco. Un dossier
importante cui stiamo lavorando e che proporremo al Ministero entro la fine
di quest’anno. Qui saranno identificate le basi culturali e geografiche del
liscio, oltre alla comunità di riferimento e quel patrimonio di arti,
saperi, competenze tramandate di generazione in generazione e che fanno di
questo genere musicale un elemento unificante tra passato, presente e
futuro.
Un riconoscimento dovuto che, proprio attraverso il linguaggio musicale, ci
impegna a rafforzare il legame tra tradizione, creatività e innovazione così
vivo nella nostra regione. ” conclude.
Tra gli intervistati troviamo tutte voci e volti nuovi che danno finalmente
l’immagine della quarta generazione del liscio come Riccardo Monti, sax e
clarino, Carlotta Marchesini e Nicolo’ Quercia, ripsettivamente pianista e
fisarmonicista appassionati di Filuzzi, i cantautori Cristian Albani e
Emauuele Tedaldi, legati sia alla musica d’autore che al liscio romagnolo,
l’esperienza da padre e figlio di Fabrizio e Kevin Cimatti, rispettivamente
clarinettista e batterista, il sassofonista Samuele Sangiorgi, il
polistrumentista e compositore Stefano Bandoli, i musicisti legati alla
musica storica delle aie Quinzan e Alvio Focaccia e Luca Medri, direttore
della scuola di musica Cosascuola Music Academy di Forli, vero fulcro della
quarta generazione del liscio in regione. Il volume chiude con un articolo
della giornalista Federica Manzitti e si apre con una introduzione di Cisco,
il cantautore folk rock, gia’ leader dei Modena City Ramblers.
La prefazione e’ invece affidata al giornalista e storico forlivese Mario
Russomanno, storico del folklore romagnolo, che e’ cosi intervenuto:
“Questa coinvolgente pubblicazione, “La cantina del nuovo liscio”, aiuta a
ricordare agli appassionati, al sistema mediatico, alle istituzioni
politiche e culturali, una verità incontrovertibile: il Liscio non è morto
e, anzi, come si sarebbe detto negli immaginifici anni settanta del
Novecento, è vivo e lotta insieme a noi.
Non stupisce che a sventolare orgogliosamente la bandiera siano
professionisti come il faentino Giordano Sangiorgi, patron del M.E.I, o il
meldolese Luca Medri, fondatore di Cosascuola. Esperti frequentatori di
generi musicali diversi ma romagnoli fino al midollo e, dunque, consapevoli
di ciò che la musica folcloristica ha rappresentato, e potrà rappresentare
in futuro, per l’evoluzione sociale e culturale della loro terra.
La Romagna sarebbe assai diversa da ciò che di splendido è se il Liscio non
fosse esistito. Non c’ è notizia, in Italia, di un’espressione musicale
altrettanto in grado di definire un territorio o una regione. E non esiste
territorio che debba altrettanto alla propria musica tradizionale. La musica
folk romagnola è cultura popolare, nella più nobile accezione.
Lo sanno i musicisti, gli interpreti, gli studiosi, i sociologi. Lo hanno
sempre saputo, soprattutto, le molte generazioni di persone che hanno amato
visceralmente questa musica e le cui esistenze sono state scandite dalla
evoluzione del Liscio. Il sudore dei ballerini, le note del clarinetto in
do, la gioia degli amori nati e delle famiglie formatesi ai piedi di un
palco. La Romagna è, in buona parte, questo.
Fin da quando Carlo Brighi (1853-1915), il leggendario Zaclen, violinista e
compositore con esperienze concertistiche, rivisitò le atmosfere, allora in
voga, di valzer, polca e mazurca, di provenienza mitteleuropea. Intendeva
regalare al popolo romagnolo, la gente semplice che Zaclen amava, una musica
passionale, in grado di rallegrare, attraverso il ballo, una quotidianità
ristretta e difficile. Così musica romagnola e gioia divennero sinonimi.
Da quando Secondo Casadei (1906-1971), attraverso geniali innovazioni
stilistiche e strumentali, trasformò il folk romagnolo di Brighi, privo di
parole e testi, in una musica dolce, amorevole, accompagnata da strofe
indimenticabili. Ne è fulgido esempio “Romagna mia”, che, dal 1954,
costituisce la romantica cartolina inviata in tutto il mondo da una terra
accogliente, generosa, evoluta.
O da quando Raoul Casadei (1937-2021), nipote di Secondo, intuì la
potenzialità di quei ritmi di diventare colonna sonora dell’Italia intera e
inno al benessere, all’ottimismo, che il nostro Paese, grazie a transizioni
economiche e sociali irripetibili, visse per decenni dagli anni sessanta in
poi. La cultura, la gastronomia, l’accoglienza della Romagna, trovarono nel
Liscio straordinario veicolo di diffusione.
E’ particolarmente meritorio che, nel 2025, ci si rivolga al pubblico con
pubblicazioni come questa. Le testimonianze fornite da tanti protagonisti e
cultori del Liscio ce ne restituiscono l’attualità. Non è secondario il
fatto che a raccoglierle, attraverso efficaci interviste, sia una ventenne,
la forlivese Matilde Montanari, cantante e tutt’altro che banale
comunicatrice. Il Liscio ha avuto magnifiche interpreti femminili e ha
contribuito a diffondere, basti pensare ai testi di Secondo e Raoul Casadei,
un’idea di donna libera, autonoma, determinata. Se tante ragazze, dal
secondo dopoguerra in poi, presero l’abitudine di uscire di casa e cercare
una nuova dimensione personale e professionale, lo si deve anche alla loro
inestinguibile passione per il ballo e per il Liscio. “ Ecco cosa ha scritto
su La Cantina del Nuovo Liscio Mario Russomanno, scrittore, giornalista,
conduttore televisivo, autore di libri sulla musica romagnola e i suoi
protagonisti.
Il volume, curato da Giordano Sangiorgi, sara’ presentato con tutti i suoi
protagonisti domenica 11 maggio alle ore 15 a Bologna Fiere in occasione del
Salone dei Mestieri della Musica Eufonica, MEI 30 Anni e Guitar Show insieme
a Indire.
Sito: www.meiweb.it