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L’estate musicale in Sardegna ha un suono tutto suo, che profuma di vento tra i monti, di tramonti sul mare, di note che si rincorrono tra piazze e colline. È il suono di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, che torna per la trentottesima edizione con un programma come sempre ricco e sfaccettato; l’appuntamento è dall’8 al 16 agosto, con base nella sua storica culla, Berchidda (Ss), e tappe negli altri centri del nord Sardegna coinvolti quest’anno in un itinerario che è insieme artistico e territoriale: Alà dei SardiArzachenaBanariBortigiadasBudoniLoiri Porto San PaoloOschiriOzieriPorto RotondoPosada,  San TeodoroSant’Antonio di GalluraTempio Pausania,  Viddalba.

“What a Wonderful World” è il titolo che connota questa edizione del festival; titolo preso in prestito dalla canzone portata al successo da Louis Armstrong nel 1968 e ancora oggi tra le più popolari: un inno alla gioia e alla bellezza in anni difficili, allora come in questi nostri tempi.  «Vedo alberi verdi, e anche rose rosse. Le vedo sbocciare, per te e me, e penso fra me e me “che mondo meraviglioso”», recita il testo della canzone: «Anche a noi piace pensare che il mondo sia luminoso e bello da vivere. Ci piace pensare che la musica e l’arte possano cambiarne il volto dipingendolo di colore» afferma Paolo Fresu«ed è per questo che abbiamo scelto “What a wonderful world” come leitmotiv di questa edizione di Time in Jazz, in continuità ideale con le precedenti all’insegna di “Rainbow”, “Futura” e “A Love Supreme”».

La musica, come sempre, fa la parte del leone nel ricco e variegato cartellone del festival. Folto e di alto profilo il cast chiamato a dare forma sonora alla trentottesima volta di Time in Jazz, a partire dai protagonisti dei concerti in programma sul “palco centrale”, quello allestito nella Piazza del Popolo a Berchidda: Stefano Bollani con il Danish TrioEnrico Rava alla testa del quintetto Fearless FiveDanilo Rea, il trio Mare Nostrum di Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan LundgrenLes Amazones d’AfriqueZe in the Clouds, il duo Svaneborg Kardyb e, sempre dalla Danimarca, Trentemøller.

Nomi di spicco anche tra le tante tappe del circuito del festival fuori Berchidda: Nick The NightflySimona MolinariPaola Turci (che sarà protagonista dell’immancabile omaggio a Fabrizio De André di ogni edizione di Time in Jazz), Ivan SegretoStefania Tallini e Franco PianaBebo Ferra e Salvatore MaioreChristian MascettaDayKoda, il Duo BottassoEleonora Strino in trio, Ettore Fioravanti col quartetto Opus Magnum, i Freak Motel, il trio Hobby Horse di Dan Kinzelman, Joe Rehmer e Stefano Tamborrino, Pietro Lussu e Felice Montervino con la loro rilettura tra musica e parola di “Un anno sull’Altipiano”, il duo Madera Balza di Monica Demuru e Natalio Mangalavite, Matteo Paggi col suo progetto Words, la Banda Musicale “Bernardo De Muro” con la direzione di Corrado Guarino e Domenico Del Rio, e poi il meeting di organetti con Totore ChessaMariantonietta Bosu, Giacomo Vardeu e Pierpaolo Vacca, quest’ultimo anche al centro di Time After Time, lo spazio dopo concerto, ogni sera con un ospite diverso: MenionMarta LoddoZe in the CloudsGavino Riva col suo trio. Altro momento after hour i dj set di Renton mentre è un appuntamento preserale il FestivalBar, la vetrina di proposte musicali ospitate di volta in volta da un diverso bar di Berchidda, che quest’anno si presenta tutta al femminile con la flautista, musicista elettronica, compositrice, producer e dj  TVS (aka Teresa Virginia Salis), con le cantautrici Sista Nomely e Mazulco, e con Gold Mass, autrice e produttrice di musica elettronica.

Ma Time in Jazz non è solo musica:  è un’esperienza che si muove tra suono e paesaggio, arte e pensiero, emozione e impegno; è un festival che attraversa linguaggi e generazioni proponendo, oltre ai concerti, anche mostre, presentazioni di libri e incontri con gli autori, iniziative ambientali, momenti enogastronomici e l’immancabile sezione Time to Children dedicata ai bambini, che andranno a comporre il mosaico del festival.

La trentottesima edizione di Time in Jazz è promossa e organizzata dall’associazione culturale Time in Jazz con il contributo del Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, della Comunità Montana Monte Acuto, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri coinvolti, della Fondazione di Sardegna, di Illumia, del Banco di Sardegna, di Corsica Ferries–Sardinia Ferries e di Biorepack, mentre Radio Monte Carlo si conferma radio ufficiale di Time in Jazz.

«I grandi festival, come Time in Jazz, storicizzati in decenni di eventi di grande qualità, sono ormai elemento fondamentale dell’offerta turistica della Sardegna» dichiara l’assessore regionale del Turismo Franco Cuccureddu«per questo abbiamo ritenuto di dedicargli un apposito cartellone, al quale abbiamo destinato ben 3 milioni di euro. Nella determinazione del punteggio abbiamo scelto di premiare la qualità artistica, la storicità e la notorietà, anche in termini di impatto mediatico dei grandi festival musicali, cinematografici, teatrali, che si tengono nella nostra Isola».

Per informazioni la segreteria di Time in Jazz risponde al numero 320 38 74 963 e all’indirizzo di posta elettronica info@timeinjazz.it. Notizie e aggiornamenti disponibili sul sito www.timeinjazz.it e sui canali social FacebookInstagramThreadsYouTube e Whatsapp.

  • Al via venerdì 8 agosto

Come già nelle due precedenti edizioni, anche quest’anno di Time in Jazz prende il via dal prato del Golf Club Puntaldia; protagonista, questa volta, Nick The Nightfly, storica voce di Monte Carlo Nights, con il progetto musicale My Favorite Things. A partire dalle 18, accompagnato da una band di eccellenti jazzisti italiani (Jerry Popolo al sax, Pietro Lussu al pianoforte, Dario Rosciglione al basso e Amedeo Ariano alla batteria), proporrà un mix di brani originali e omaggi a grandi nomi della musica italiana come Pino Daniele, Lucio Dalla, Gino Paoli, Joe Barbieri, Sergio Cammariere, tra gli altri, riletti con il suo stile unico tra jazz e soul. Un concerto che si annuncia emozionante, all’insegna di eleganza, passione e qualità musicale.

Si resta sulla costa nordorientale sarda, a Porto Rotondo, per l’appuntamento della serata:  al Teatro all’aperto “Mario Ceroli” riflettori puntati alle 21.30 suSimona Molinari per un viaggio in parole e musica nei diversi momenti della vita – l’innamoramento, la passione, gli inganni, il disincanto, l’amore, l’impegno – raccontati attraverso le sue canzoni e grandi classici. In scaletta brani come EgocentricaLa FelicitàIn cerca di te, insieme a omaggi a Ella Fitzgerald, De Gregori e Lucio Dalla. La nuova versione dello spettacolo include anche brani dal suo ultimo album, Hasta Siempre Mercedes, pubblicato a novembre 2023, tra cui Gracias a la vidaCancion de las simples cosas e l’inedito Nu fil e voce scritto da Bungaro. Un concerto che promette di regalare emozioni, passioni e spazi di riflessione con la cantautrice affiancata sul palco da Claudio Filippini al pianoforte e alle tastiere, ed Egidio Marchitelli alle chitarre.

Nel frattempo a Berchidda avrà preso il via una nuova edizione del Festivalbar, la consueta rassegna a cura di Luca Devito ospitata ogni sera da un diverso bar di Berchidda, che quest’anno si presenta tutta al femminile. Apre la serie, alle 21.30 al Bar K2Sista Nomely (di scena anche due sere dopo, il 10 agosto alla stessa ora al Muretto Cafè). Quattro album all’attivo rigorosamente in levare e collaborazioni con artisti e produttori del panorama internazionale, Sista Nomely al secolo Valentina Steri, è una cantautrice originaria di Serramanna che opera nella crew di Islasound. Da sedici anni si esibisce nei migliori palchi dell’isola e oltremare con brani carichi di vibrazioni positive e di groove. Il suo spettacolo insieme a Dj De Vita 8 fondatore di Islasound e del movimento Soul Side insieme a Gianmarco Diana, è dinamico e coinvolgente e spazia dal reggae, allo ska fino al soul, al funky.

·       Gli appuntamenti di sabato 9

Il festival prende il largo sabato 9 con un “classico” di ogni edizione: la traversata marittima in musica dal porto di Livorno (partenza alle 10) a quello sardo di Golfo Aranci (arrivo alle 20) a bordo di una motonave della Sardinia Ferries; un appuntamento che si rinnova per il diciannovesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della compagnia delle navi gialle. Ad accompagnare il viaggio sulle acque del Tirreno, stavolta sono i Mefisto Brass, quintetto che attinge dalle sonorità tipiche della musica elettronica, riformulandole e adattandole per un organico esclusivamente di strumenti a fiato e percussioni: Giacomo Bertazzoni al sax tenore, Lorenzo Faraò al sax baritono, Niccolò Pozzi al sousafono, Fabio Danusso al rullante e Davide Turolla alla grancassa. Una proposta, quella del gruppo nato a Milano cinque anni fa, che anche il pubblico del festival potrà apprezzare nelle parate musicali che i Mefisto Brass proporranno  nelle sere successive (intorno alle 19.30) a Berchidda per le vie e le piazze del paese.

Nel frattempo, a mezzogiorno appunto a Berchidda, si aprono le porte delle mostre ospitate negli spazi de Sa Casara, la sede di Time in Jazz. In primo piano l’esposizione fotografica “Time to Time 2024”, con gli scatti realizzati l’anno scorso durante il festival da Paolo Soriani e Francesca Sara Cauli: un racconto per immagini fatto di volti, emozioni e atmosfere catturate lungo i giorni del trentasettesimo Time in Jazz. Accanto a questa, trova spazio CasArt, la mostra permanente della Collezione di Arte Contemporanea nata nel 1997 nell’ambito del Progetto Arti Visive (PAV) e cresciuta grazie alle donazioni degli artisti che nel tempo hanno partecipato al festival. L’inaugurazione delle mostre, che resteranno aperte per tutta la durata del festival, sarà accompagnata da un brindisi offerto in collaborazione con la Cantina Sociale Giogantinu.

Evento clou della giornata, e tra i più attesi di ogni edizione del festival, il concerto-omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata, in quella che è stata la sua residenza sarda nelle campagne di Tempio Pausania. A rendere tributo al cantautore genovese, questa volta, sarà Paola Turci, in scena a partire dalle 18. Con una carriera di quasi quarant’anni, undici partecipazioni a Sanremo, numerosi premi e riconoscimenti, la cantautrice romana ha attraversato varie fasi artistiche, spaziando tra impegno sociale, sperimentazione musicale e teatro. Tra i suoi progetti più recenti, l’album Viva da morire e il monologo teatrale Mi amerò lo stesso, ispirato alla sua autobiografia (edita da Mondadori nel 2014) e portato a teatro in una nuova versione con il testo riscritto insieme all’autrice Alessandra Scotti e per la regia di Paolo Civati. Produzione originale di Time in Jazz in collaborazione con la Fondazione De André, il concerto sarà ancora più gustoso con l’aperitivo realizzato in collaborazione con la Cantina Sociale Giogantinu, Rau Arte Dolciaria e Distilleria Lucrezio R. 

Al rientro a Berchidda, appuntamento alle 21.30 al Museo del Vino con i Freak Motel,  una band sarda che raccoglie molteplici influenze e le converte in un personale mix dove elettronica, Nu-jazz e scenari cinematici convivono tra loro. La vena sperimentale del gruppo porta le diverse esperienze e sensibilità musicali di ciascun componente – Andrea Sanna (Rhodes, synth, sampler), Matteo Sedda (tromba, elettronica), Andrea Parodo (basso) e Nicola Vacca (batteria ed elettronica) alla creazione di un sound personale. Nel tour 2025 presentano il loro terzo lavoro discografico, in uscita a maggio per l’etichetta bolognese IRMA Records.

  • Domenica 10 agosto

La terza giornata del festival si apre alle 11 a Viddalba, nella chiesetta di San Leonardo, con Madera Balza, il duo formato da Monica Demuru e Natalio Mangalavite, che ritorna con nuovi brani e suggestioni a giocare con una forma canzone fortemente narrativa e aperta all’improvvisazione, sintesi delle provenienze latine di entrambi gli artisti, anche se lontane tra loro (Sardegna e Argentina). Nato nel 2010 e consolidato con l’album omonimo del 2019, Madera Balza mescola jazz, pop, ritmi percussivi e testi originali in più lingue (italiano, sardo, spagnolo, greco, francese, inglese). Spinti da un’energia creativa vitale e da una lunga amicizia, Monica Demuru e Natalio Mangalavite propongono un concerto intimo e vibrante, una “danza per chi sta perdendo qualcosa o tutto, attendendo l’alba”.

Nel tardo pomeriggio, alle 18, il festival approda alla Torre di San Giovanni, sulla costa davanti a Posada, per il concerto dell’Opus Magnum, il quartetto del batterista Ettore Fioravanti con Marco Colonna ai clarinetti, Andrea Biondi al vibrafono e Igor Legari al contrabbasso. Nato dall’evoluzione del duo Fioravanti-Colonna, il progetto si fonda sulla condivisione di una visione musicale aperta e sperimentale: i brani sono il punto di partenza per esplorare, trasformare e reinventare ogni elemento attraverso l’improvvisazione collettiva. Il repertorio spazia dal jazz (Monk, Dolphy) alla musica popolare, dal rock alla classica, fino alle suggestioni africane, con l’obiettivo di creare musica in tempo reale, viva e profonda. L’Opus Magnum ha pubblicato nel 2022 l’album Attraverso ogni confine per Parco della Musica Records.

La domenica di Time in Jazz si chiude in serata, alle 21.30, ad Arzachena, dove lo scenario di Li Conchi farà da cornice al live di DayKodail progetto del musicista e produttore milanese Andrea Gamba (testiere, elettronica e chitarra) con Riccardo Sala (sax e synth), Andrea Dominoni (basso) e Matteo D’Ignazi (batteria). Ispirato da etichette come Brainfeeder e Ninja Tune, DayKoda ha messo a punto uno stile personale e raffinato che fonde elettronica e jazz sperimentale con influenze beat e atmosfere introspettive. Nel 2023 ha pubblicato Uno, il suo nuovo disco per La Tempesta, e portato in tour europeo il progetto in versione quartetto. Il suo lavoro ha ricevuto il plauso di media come BBC Radio, KCRW, Rai Radio 2, NTS e Worldwide FM, mentre la webzine Soundwall l’ha definito “il Flying Lotus italiano”.

  • Lunedì 11 agosto

La pineta di Sant’Anna, nei pressi di Budoni, offrirà l’ambientazione all’esibizione del Duo Bottasso che apre la lunga e fitta giornata di lunedì 11. Attivo da vent’anni nell’incontro fra folk, improvvisazione, musica contemporanea e progetti multidisciplinari, il duo dei fratelli Nicolò (violino, violino tenore d’amore) e Simone Bottasso (organetto, elettronica) si distingue per la capacità di mescolare influenze e abbattere i confini stilistici. Postcards from Italy è il loro nuovo progetto: commissionato dall’Eye Filmmuseum di Amsterdam, nasce come colonna sonora per quindici pellicole d’epoca girate in Italia un secolo fa. Nel 2023, il duo ha viaggiato in treno attraverso l’Italia per ritrovare i luoghi rappresentati in quei film, documentando come quei posti appaiono oggi e registrando i suoni del presente. Esplorando i cambiamenti del paesaggio, il brusio turistico nelle città e il silenzio dei luoghi un tempo animati da rituali agricoli, i due fratelli si sono interrogati sull’overtourism e sull’importanza del preservare le risorse naturali e il patrimonio culturale. Postcards from Italy è un invito a non dare per scontata la memoria del passato.

Si resta sulla costa, a Porto Taverna, nel territorio di Loiri Porto San Paolo, per il live pomeridiano: alle 18, Matteo Paggi, trombonista al fianco di Enrico Rava nei Fearless Five e vincitore del Top Jazz 2024 come miglior nuovo talento, presenta  il suo progetto Words: un concept di improvvisazione ispirata che abbatte ogni barriera tra i generi musicali, dando voce all’espressione più autentica e profonda di ogni musicista. Il progetto prende vita da un metodo compositivo originale, ideato dallo stesso Paggi, che stimola le tre dimensioni fondamentali dell’essere umano — intellettuale, corporea e spirituale — attraverso l’uso di parole chiave scritte su carta, accompagnate da segni che ne guidano l’esecuzione. Ne nasce una musica libera, non classificabile, che si costruisce nel momento, in uno spazio condiviso di ascolto e creazione collettiva. La formazione varia a seconda delle esigenze artistiche e umane. In questo concerto, il trombonista marchigiano, classe 1997, è accompagnato da due musicisti d’eccellenza della scena jazz europea contemporanea: il trombettista irlandese Alistair Payne e il sassofonista portoghese José Soares.

Al ritorno a Berchidda, nuovo appuntamento con il Festivalbar: alle 20 al Café Rosé (e la sera dopo, il 12 agosto al Bar KataLeya, ex Bar Centrale) sarà di scena TVS (aka Teresa Virginia Salis), una flautista, musicista elettronica, compositrice, producer e Dj con la passione per la musica Ambient e Techno. Dopo una formazione classica ha iniziato a lavorare con la musica contemporanea, elettronica e l’improvvisazione strumentale, attraverso la creazione di ambientazioni sonore per reading letterari, sonorizzazioni e progetti che coinvolgono diverse discipline artistiche, esibendosi in diversi festival ed eventi in Italia, Portogallo, Francia, Polonia, Germania, Spagna. TVS è un progetto musicale nato nel 2017 per creare un’interazione tra strumenti tradizionali e musica elettronica, attraverso performance dal vivo e composizioni Ambient, Dark Ambient, Sperimentale, Downtempo. La sua musica combina suoni ambientali, strumentali e di sintesi sonora.

Preceduto all’ora del tramonto dalla street parade dei Mefisto Brass per le strade del paese, spetta a Ze in the Clouds il compito di inaugurare alle 21.30 la serie di concerti in programma a Berchidda sul “palco centrale” del festival, quello allestito in Piazza del Popolo. Sostenuto da Paolo Fresu e JazzRe:Found fin dai primi passi, Ze in the Clouds, al secolo Giuseppe Vitale, pianista, compositore e produttore d’avanguardia con base a Milano, ha creato la propria visione compositiva radicando le sue origini nel jazz contemporaneo, base di partenza per il linguaggio elettronico-rinascimentale che ne è derivato negli ultimi lavori. Giuseppe Vitale torna a Time In Jazz dopo cinque anni con una sintesi di quello che è diventato, nel corso del tempo, il suo personale immaginario firmato Ze in the Clouds. Per la prima volta in piano solo, proporrà i momenti più significativi degli ultimi lavori, in un crossover che spazia da parentesi rinascimentali fino al post-jazz elettronico. Al termine della sua esibizione gli verrà consegnato il premio che Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo delle bioplastiche compostabili, partner del festival, destina all’artista più visionario presente al festival; si rinnova così, per il quarto anno consecutivo, la collaborazione con Time in Jazz finalizzata a sensibilizzare artisti, pubblico e ospiti sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare attraverso iniziative come l’uso di stoviglie compostabili per il consumo dei pasti e il sistema di raccolta del rifiuto umido.

Altro gradito ritorno a Time in Jazz è quello di Stefano Bollani, protagonista del secondo set della serata. Classe 1972, il pianista milanese di nascita ma fiorentino d’adozione, tra gli esponenti più apprezzati e popolari della scena jazzistica italiana, sarà sul palco di Piazza del Popolo alla testa del Danish Trio; ad affiancarlo, due musicisti di punta del jazz scandinavo, i danesi (appunto) Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria. I tre si sono incontrati nel 2002 quando Enrico Rava li ha chiamati a collaborare in occasionedella sua vittoria al Jazzpar, il prestigioso premio assegnato a Copenaghen. Da questo incontro è partita una collaborazione culminata con la pubblicazione degli album Mi ritorni in mente (2003) e Gleda(2005), entrambi usciti per l’etichetta danese Stunt Records, e Stone in the Water (2009), pubblicato dalla tedesca ECM come anche Joy in Spite of Everything (2014), registrato a New York con il supporto del chitarrista Bill Frisell e del sassofonista Mark Turner, e Close to You (Stunt), dove il trio affianca la cantante danese Katrine Madsen. «Nel Danish Trio l’ascolto è un elemento centrale», spiega Bollani, «e ciascuno di noi è, in ogni istante, attento a ciò che gli altri stanno suonando, concentrato sul suono nella sua totalità. Esattamente il mio ideale di gruppo jazz». Nei suoi concerti, i tre musicisti creano momenti unici e coinvolgenti, trasmettendo al pubblico la gioia di vivere la musica senza confini o preconcetti. E senza una scaletta preordinata. Alla base di tutto c’è sempre la gioia di vivere, quella “gleda” – come la chiamano i norvegesi – che dà il titolo a uno dei più fortunati album del trio.

Spenti i riflettori sul palco di Piazza del Popolo, la musica si sposta nella piazzetta adiacente per Time After Time, il consueto spazio dopo concerto affidato anche quest’anno a Pierpaolo Vacca, talento dell’organetto diatonico nato nel solco della tradizione sarda ma da sempre aperto a ogni altro stimolo e genere musicale. Ogni sera Pierpaolo Vacca suonerà con un artista di volta in volta diverso, in una serie di progetti ospitati da Insulae Lab, il centro di produzione della musica jazz e della creatività artistica delle isole del Mediterraneo ideato e curato da Time in Jazz. La prima serata di Time After Time, vedrà l’incontro tra l’organetto di Vacca e la chitarra coniugata all’elettronica più pura di Menion, al secoloStefano Ferrari, nel progetto “Lux Sphere”, in cui alla musica si affiancano suggestivi effetti luminosi.

La musica a Time in Jazz non finisce mai: dopo Time After Time, a chiudere la giornata, ecco ogni notte A Not Necessary Mix, il dj set di Renton a base di tecno, house e minimal, reminiscenze funky, disco e bass music. Classe 1986, dal 2005 Renton ha suonato tra Sardegna ed Emilia Romagna. Nel 2022 nasce A Not Necessary Mix, vetrina di dj set ma anche contenitore dove far confluire progetti e collaborazioni.

  • Martedì 12 agosto

La quinta giornata del festival, martedì 12 agosto, prende le mosse alle 11 Bortigiadas con Ivan Segreto di scena alla Chiesa della Santa Trinità. Con La Biddizza è Suvrana (“La bellezza è sovrana”), il cantautore, pianista e compositore siciliano, ci accompagna in un viaggio musicale intimo e visionario. Tra suoni elettronici, momenti pianistici raccolti e canti antichi della sua Sicilia, il progetto – pensato e scritto per Insulae Lab – riflette sul potere salvifico della bellezza in un mondo attraversato da disarmonie e conflitti, tracciando le tappe di un viaggio di pace in questo momento storico in cui la pace si configura come un sogno inarrivabile, ma resta il nostro desiderio più grande.

Alle 18 appuntamento a Sa Caminera, nel borgo di Banari, per il concerto del trio Hobby Horse di Dan Kinzelman (fiati, percussioni, voce ed elettronica), Joe Rehmer (basso, harmonium,  voce ed elettronica) e Stefano Tamborrino (batteria, voce ed elettronica). Nato nel 2010, il progetto si è guadagnato subito notorietà per una tendenza a oltrepassare i confini del jazz, attingendo liberamente ad altri generi fino a creare un proprio linguaggio originalissimo e difficilmente classificabile. Con sei dischi all’attivo e oltre duecento concerti tra Europa e Stati Uniti, Hobby Horse si muove con naturalezza tra i palchi dei grandi festival jazz e quelli dei club underground, portando sempre una musica esplosiva e in continua trasformazione. Il suono del trio è un vortice imprevedibile: tra slam poetry, hip hop, bossa nova, psichedelia, techno e musica da camera, convivono droni ipnotici e improvvise scariche di energia; così ogni performance è un’esperienza unica, sostenuta da una forte intesa musicale e dalla costante ricerca di libertà espressiva.

In serata a Berchidda, riflettori puntati in Piazza del Popolo sui Fearless Five, il nuovo progetto di Enrico Rava, sicuramente il jazzista italiano più conosciuto e apprezzato a livello internazionale: un quintetto “senza paura”, come recita il nome, che mette insieme energie giovani e creative, con l’enorme esperienza del band leader.Ancora una volta, Rava è riuscito a dare vita a una formazione fresca ed eccitante. Fearless Five schiera infatti musicisti di grande spessore: l’energia di Matteo Paggi al trombone (Premio Top Jazz 2024 Miglior Nuovo Talento) e la straordinaria batterista e cantante Evita Polidoro (le ultime sorprendenti scoperte di Rava, scovate ai seminari di Siena Jazz) si uniscono alla spinta propulsiva del contrabbasso di Francesco Ponticelli e all’indispensabile chitarra di Francesco Diodati, già al fianco di Rava da una decina di anni e vero e proprio baricentro di questo quintetto di jazzisti impavidi e “senza paura”.

Si presenta come un ponte ideale tra Sardegna e Islanda From Insula to Insula (playing Bjork), di scena nello spazio post concerto di Time After Time: un incontro all’insegna della sperimentazione sonora tra la cantante e compositrice Marta Loddo e Pierpaolo Vacca che esplora le componenti “isolane” presenti nella musica d’avanguardia della cantautrice islandese Bjork, così come nelle sperimentazioni degli artisti sardi.

  • Mercoledì 13 agosto

Spetta a Eleonora Strino in trio con Giulio Corini al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria il compito di aprire la giornata di mercoledì 13 agosto alle 11 nel Parco di San Giuseppe a Sant’Antonio di Gallura. Considerata dalla critica tra i più promettenti talenti del jazz internazionale, la chitarrista napoletana è cresciuta in una famiglia di artisti visivi, ma ha scelto la musica come linguaggio espressivo. Folgorata dal suono di Jim Hall con Bill Evans, ha intrapreso il percorso del jazz studiando prima nella sua città con Pietro Condorelli e poi ad Amsterdam. Iniziata nell’orchestra di Roberto De Simone, la sua carriera ha vissuto una svolta decisiva grazie all’incontro con il contrabbassista Greg Cohen, con cui ha inciso l’album Si, Cy e suonato nei principali festival europei, e con Dado Moroni, col quale ha registrato l’album Itamela. Autrice del metodo Be-Bop Scales e attiva come cantautrice e docente Eleonora Strino ha partecipato a tour internazionali come International Guitar Night e The Great Guitarists, e collaborato con nomi come Joey Baron, Seamus Blake, Martin Tayler, Peter Bernstein Jesse Davis, Dario Deidda, Enzo Zirilli e altri. Versatile e creativa, Eleonora Strino unisce virtuosismo, ricerca e una forte identità musicale.

La Chiesa di Madonna di Castro nella campagna di Oschiri accoglie alle 18 Pietro Lussu e Felice Montervino con il loro progetto Un anno sull’Altipiano. In guerra qualche volta abbiamo anche cantato. Nipote di Emilio Lussu, il pianista Pietro Lussu rilegge in chiave musicale il libro del grande scrittore e politico sardo, celebre testimonianza della Prima Guerra Mondiale. Il lavoro, nato grazie a Insulae Lab e Time in Jazz, unisce le sue composizioni alla voce dell’attore Felice Montervino, che interpreta i testi dell’opera in un reading musicale intenso e suggestivo. Musica e parola si fondono in un racconto emozionante tra memoria storica, impegno civile e poesia, restituendo la complessità e l’umanità dello sguardo di Emilio Lussu sulla guerra e sulla pace.

A Berchiddaalle 20, il Jazz Pub ospita l’appuntamento giornaliero del Festivalbar: protagonista Gold Mass, autrice e produttrice di musica elettronica, new trip hop / dance / techno, considerata tra i migliori talenti emergenti europei. Di scena anche l’indomani – sempre alle 20 ma al Bar KataLeya (ex Bar Centrale), Gold Mass ha calcato i palchi di importanti festival internazionali come artista solista e indipendente tra Europa e Stati Uniti e nei più influenti club italiani. Il suo è un lavoro di ricerca che crea una connessione profonda tra sonorità elettroniche contemporanee scure, minimali e a tratti esplosive, e mondi interiori ed emozionali: grazie anche ad una presenza vocale evocativa e magnetica, l’artista crea attorno a sé un mondo intimo e potente, in cui l’esplorazione sonora e il fascino visivo convivono in una suggestiva simbiosi. Il progetto Gold Mass ha debuttato nel 2019 con la pubblicazione dell’album Transitions, prodotto da Paul Savage (MOGWAI), seguito nel 2021 dall’EP Safe, mentre è del 2024 il nuovo album Flare, che ha ottenuto un notevole riscontro di critica e a cui è seguito un tour europeo.

Due set in scaletta per la serata in Piazza del Popolo a Berchidda. Il primo, alle 21.30, vede Danilo Rea in piano solo, la dimensione ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera. Capace di spaziare su qualunque repertorio, con la sua sensibilità musicale, il suo estro e la sua forza creativa, Danilo Rea plasma la melodia schiudendo le porte a molteplici possibilità che si aprono agli ascoltatori. «Io improvviso sempre durante i concerti, odio avere una scaletta» ha dichiarato il pianista romano: «Nulla è già deciso: per me un concerto è come un salto in un mondo che ti si apre strada facendo. È un po’ come raccontare una storia, cercando di costruirla parola dopo parola, e trovando spunti per reinventarla ancora, sempre viaggiando melodicamente sul filo dei ricordi comuni».

Uno dei nomi più rappresentativi della scena musicale scandinava, Trentemøller, è atteso sul palco  nel secondo set della serata con la sua band composta da Emma Acs alla voce e ai synths, Brian Batz alla chitarra, Jens Hein al basso e Silas Tinglef alla batteria, oltre allo stesso musicista danese ai synths. Classe 1972, nativo di Vordingborg e di base a Copenaghen, Anders Trentemøller è rinomato da tempo come creatore di melodie memorabili e paesaggi sonori oscuri e atmosferici, una formula elaborata lungo un percorso costellato produzioni e registrazioni – sei album in studio (a partire da The Last Resort, del 2006), varie compilation, oltre a decine di singoli e remix (di nomi come Depeche Mode, Tricky, Pet Shop Boys, A Place To Bury Strangers, Soft Moon, Unkle e Franz Ferdinand) – dove ogni uscita rappresenta il capitolo successivo di una serie in costante evoluzione. Pubblicato lo scorso settembre dalla sua etichetta In My Room, il suo nuovo album, Dreamweaver, continua su questa strada, combinando elementi di shoegaze, dark wave, motorik, noise rock e sonorità introspettive di dream pop elettronico. Da quando ha formato la sua prima band dal vivo, nel 2007, Trentemøller ha compiuto diversi tour mondiali, tenendo oltre cinquecento concerti e registrando puntualmente il tutto esaurito: con questi precedenti, il suo live a Berchidda si candida tra gli eventi di punta del trentottesimo Time in Jazz.

Nell’appuntamento di ogni sera con Time After Time, mercoledì 13 l’organetto di Pierpaolo Vacca incrocia le tastiere del pianista, compositore e produttore d’avanguardia Ze in the CloudsViVa ViVa si intitola il loro set, un dialogo tra due mondi musicali differenti, che esprime il desiderio di celebrare e vivere la vita.

  • Giovedì 14 agosto

Stefania Tallini, pianista, compositrice e arrangiatrice, considerata una delle più originali realtà del jazz italiano, e Franco Piana, trombettista, flicornista, compositore e arrangiatore, altra figura di primo piano della scena jazzistica nazionale: saranno loro a inaugurare la giornata di giovedì 14 nella Chiesa di San Francesco ad Alà dei Sardi. Pubblicato da AlfaMusic nel 2023, il loro album E se domani rappresenta la sintesi dell’incontro di due forti personalità artistiche: personalità molto diverse, ma che insieme trovano un punto di fusione attraverso un repertorio che si muove su brani originali e su reinterpretazioni di standard jazz e di canzoni italiane e della musica brasiliana. Un progetto originale e imprevedibile, che prevede momenti di grande scambio anche con l’utilizzo di elementi inusuali, per musicisti come loro: Franco Piana che si esibisce in portentosi scat vocali, o utilizzando il flicorno e le sordine come una percussione; Stefania Tallini che esplora particolari effetti timbrici e percussivi sul pianoforte e utilizza la sua voce nell’esecuzione di un brano brasiliano. Complicità, gioco, intesa, interplay continui, dalla prima all’ultima nota per questo interessantissimo progetto.

Altro duo al centro dell’appuntamento pomeridiano: protagonisti alle 18 a Ozieri, – Piazzale Museo Archeologico “Alle Clarisse” il chitarrista Bebo Ferra e il violoncellista Salvatore Maiore: due musicisti sardi, nati artisticamente insieme negli anni Ottanta, che si rincontrano nel segno di Heritage, altra produzione originale di Insulae Lab edizione 2024; progetto ispirato all’amicizia e alle comuni origini isolane, teso fra tradizione e innovazione, Heritage affonda le sue radici nella musica popolare della Sardegna, ma guarda oltre e si nutre della grandezza della contemporaneità scandagliando, tra brani originali e tradizionali, l’immensità culturale del Mediterraneo.

In serata, alle 21.30 a Berchidda, sale sul palco di Piazza del Popolo il “padrone di casa”, Paolo Fresu insieme al fisarmonicista francese Richard Galliano e al pianista svedese Jan Lundgren sotto l’insegna di Mare Nostrum. Nato come esperimento nel 2005, il trio riunisce tre protagonisti del jazz europeo: musicisti melodici, sperimentatori e visceralmente legati alla propria tradizione musicale, oltre che al mare, qui simbolo, ma anche richiamo alla propria vita. Provenienti da angoli diversi del continente, intrecciano influenze folk, classiche, popolari e jazz, dando vita a una musica intima, suggestiva e senza confini. Nel corso di vent’anni, Fresu, Galliano e Lundgren hanno affinato un’intesa profonda, portando il loro progetto in centinaia di concerti e tre acclamati album. Con Mare Nostrum IV, pubblicato lo scorso marzo, proseguono questo percorso con dodici brani originali o arrangiati l’uno per l’altro: piccole composizioni in cui si fondono malinconia nordica e calore mediterraneo, poesia e narrazione. La forza del trio sta nella cura del dettaglio, nell’interplay sottile e nel piacere del suono puro: ogni nota racconta un’idea, ogni silenzio costruisce un legame. Mare Nostrum è un mare di emozioni condivise, un’utopia sonora che celebra l’incontro, il dialogo e la bellezza, quanto mai preziosi nei tempi incerti di oggi.

Altre sonorità nell’ultimo atto di Time After Time con 18° Parallelo, un viaggio tra cantautorato, blues e musica di tradizione che vede insieme a Pierpaolo Vacca col suo organetto il trio guidato dal bassista Gavino Riva, con Jim Solinas alle tastiere e Gianluca Gadau alla chitarra.

  • Venerdì 15 agosto

Per Ferragosto, come da tradizione, Time in Jazz pianta le tende nella campagna poco fuori Berchidda. La mattina trascorrerà con una serie di appuntamenti sotto gli alberi intorno alla chiesetta di San Michele. Il primo, alle 10, è un evento immancabile e attesissimo del festival e di Time to Children, la sua sezione dedicata ai bambini: Gufo Rosmarino nel bosco delle ciliegie gnam gnam,una nuova storia della serie di racconti scritti e interpretati dall’attore e regista Giancarlo Biffi, con i contributi musicali di Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana e Catia Gori.

Per Ferragosto, come da consuetudine, Time in Jazz si sposta nella campagna appena fuori Berchidda. La mattinata si svolgerà tra gli alberi che circondano la chiesetta campestre di Santa Caterina, con una serie di appuntamenti. Si parte alle 10 con uno degli eventi della sezione Time to Children dedicata ai più piccoli: “Gufo Rosmarino nel bosco delle ciliegie gnam gnam”, un nuovo episodio della serie di racconti scritti e interpretati da Giancarlo Biffi, arricchiti dagli interventi musicali di Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana, dell’organettista Pierpaolo Vacca e la cantante Catia Gori.

Alle 11Fine di un’era inizio di un è. La bellezza salterà il mondo?, titolo dell’incontro con l’attore e scrittore Alessandro Bergonzoni, già ospite il giorno prima di Time to Read, la sezione del festival dedicata ai libri e agli autori con il suo Aprimi cielo: dieci anni di raccoglimento, articolato.

Alle 11.30 musica con il solo di Christian Mascetta, chitarrista dal suono unico, capace di fondere tecnica innovativa e sensibilità musicale. La sua proposta si distingue per la narrazione melodica su strutture armoniche complesse e ritmi ispirati alla poliritmia africana e indiana. Nel corso della sua carriera il chitarrista abruzzese ha collaborato con artisti come Stefano Bollani, DeeDee Bridgewater, Otmaro Ruiz, Marvin “Smitty” Smith e GeGè Telesforo, che ha anche prodotto il suo nuovo album, Ricami.

Un breve distanza separa la chiesetta di Santa Caterina, da quella di San Michele dove, dopo il tradizionale momento conviviale del pranzo berchiddese, sono in programma altri due appuntamenti. Alle 17,  per Time to Read, la presentazione di Un amore di contrabbando, recentissimo libro del giornalista e scrittore cagliaritano Nicola Muscas

 

Poi, alle 18, un’autentica festa dell’organetto con Org.net, altro progetto originale nato dalle officine di Insulae Lab nel 2023; protagonisti quattro specialisti dello strumento a mantice, immancabile presenza delle feste tradizionali: Mariantonietta Bosu, Giacomo Vardeu, Totore Chessa e Pierpaolo Vacca. Quattro musicisti differenti per repertorio, età, geografia e sesso, legati dal filo dell’improvvisazione, generazioni a confronto che indagano sul significato odierno della musica popolare italiana e sulla possibilità di espandere il raggio d’azione dell’organetto attraverso nuovi repertori e nuove tecnologie.

L’ultima serata del festival a Berchidda avrà l’immancabile prologo – alle 19.30, in Piazza Funtana Inzas  affidato a un’autentica istituzione storica del paese, la Banda Musicale “Bernardo De Muro”, nata nel 1913 per volontà del parroco don Pietro Casu, e intitolata al famoso tenore di Tempio Pausania, “palestra” di formazione musicale per tanti giovani talenti, compreso Paolo Fresu che ha mosso nelle sue file i primi passi tra le note. La banda, guidata da Domenico Del Rio e Corrado Guarino, sarà impreziosita dalla presenza di alcuni ospiti, per dare forma a un programma nel segno di “What a Wonderful World”.

Alle 21.30 riflettori accesi sul palco di Piazza del Popolo per il primo dei due set in programma: protagonista il duo Svaneborg Kardybnato sei anni fa dall’incontro tra Nikolaj Svaneborg (tastiere) e Jonas Kardyb (batteria). Insieme, i due musicist danesi intrecciano un dialogo musicale raffinato, in equilibrio tra jazz nordico, folk scandinavo ed elettronica minimale. Frutto di un’intesa spontanea e quasi telepatica, il loro suono combina la delicatezza melodica con la forza evocativa del ritmo, dando vita a composizioni che sembrano emergere naturalmente dal silenzio. Il loro ultimo album, Superkilen, pubblicato lo scorso ottobre, riflette un nuovo slancio creativo, con suoni più audaci e una narrazione musicale che si muove tra quiete contemplativa e improvvise ondate di energia. In pochi anni, grazie anche al sodalizio con l’etichetta britannica Gondwana Records, il duo ha conquistato ascoltatori in tutto il mondo con la sua musica strumentale accessibile, poetica e profondamente umana.

Poi, alle 23, il palco di Piazza del Popolo accoglie Les Amazones d’Afrique, una forza creativa che riunisce voci internazionali, una fusione di talenti e generazioni, armonie morbide e potenti per difendere i diritti delle donne e delle ragazze. Le radici di questo “supergruppo” panafricano tutto al femminile risale al 2014, quando tre star della musica maliana e attiviste per il cambiamento sociale – Mamani Keita, Oumou Sangaré e Mariam Doumbia (anche membro del duo Amadou & Mariam) – hanno unito le forze per formare un collettivo il cui nome rende omaggio a generazioni di guerriere coraggiose e orgogliose (oltre che al gruppo femminile d’avanguardia degli anni ’60 Les Amazones de Guinée). Da allora il collettivo si è allargato a molte artiste provenienti da tutta l’Africa e dalla diaspora. Dopo due album di successo prodotti da Doctor L, la band ha lavorato con il rinomato produttore Jacknife Lee (U2, Taylor Swift, Modest Mouse) per presentare un sound totalmente nuovo nel terzo album, Musow Danse, dello scorso anno, che trae ispirazione dall’hip-hop, dalla trap e dalla musica elettronica. Sul palco di Piazza del Popolo, per l’immancabile, festoso abbraccio di Time in Jazz con il suo pubblico, le voci di Assitan “Mamani” KeitaAhouéfa “Fafa” Ruffino e Alvie Bitemo, sostenute dalle tastiere di Manuel Chavanet e da Xavier Pernet alla batteria.

  • Sabato 16 agosto

Ultimi appuntamenti a Berchidda nella mattinata del 16 agosto, come da consuetudine al Museo del Vino – Enoteca Regionale, dove alle 11.30 si terrà la tradizionale presentazione con degustazione della bottiglia da collezione della Cantina Giogantinu, impreziosita dall’etichetta illustrata con l’immagine grafica del festival. A seguire, spazio alla presentazione di Time in Jazz Diary 2024, il volume che ripercorre per immagini la scorsa edizione del festival attraverso l’obiettivo del fotografo Paolo Soriani.

L’atto finale del festival, alle 18, va in scena, come ormai d’abitudine, nell’impareggiabile cornice della Peschiera di San Teodoro; il compito di calare il sipario sull’edizione numero trentotto di Time in Jazz spetta al suo ideatore e direttore artistico, Paolo Fresu, alla testa del Devil Quartet, formazione che ha debuttato alla fine del 2003, e che nel nome rimanda e allude al suo illustre precedente, l’Angel Quartet (nato nel 1994 come alter ego elettroacustico dell’allora avviatissimo quintetto “storico” di Paolo Fresu). Dalla precedente esperienza, il Devil ha ereditato anche strumenti e struttura: accanto alla tromba e al flicorno del leader ci sono il chitarrista Bebo Ferra – altro musicista sardo (cagliaritano) che si è affermato oltre i confini isolani -, Paolino Dalla Porta, uno dei contrabbassisti più apprezzati nel panorama del jazz italiano, e il batterista Stefano Bagnoli, raffinato specialista nell’uso delle spazzole su piatti e tamburi. Diverso rispetto al quartetto dell'”angelo” è invece il suono, più acustico nel Devil Quartet, come dimostra in particolare il quarto album del gruppo, Carpe diem (pubblicato nel 2018 dalla Tǔk Music). Nel tempo il gruppo ha riabbracciato anche le sue radici elettriche, mantenendo intatto il suo spirito sperimentale e il piacere del gioco musicale, intrecciando tecnica, lirismo ed energia. Impromptus è la sua più recente testimonianza discografica, pubblicata l’anno scorso nel cofanetto Legacy, tre album ognuno per festeggiare altrettanti anniversari: le quaranta primavere del quintetto storico di Paolo Fresu, i ventidue anni del suo duo con Uri Caine e i venti del Devil Quartet, appunto.

In appendice, ultimo appuntamento con il Festivalbar:chiude la rassegna, alle 22 al Bar della Piazza, Mazulco (Maria Giulia Corona) cantautrice e illustratrice cagliaritana, classe 1998; da una collaborazione con ILPINK (Alessandro Lecis), produttore musicale e sound designer cagliaritano, è nato il primo album, Psicomagica (2023), in cui si fondono le visioni artistiche di entrambi, cariche di atmosfere sonore pop, elettroniche e ambient. I testi partono dalle teorie psicomagiche di Jodorowsky per arrivare all’indagine delle relazioni interpersonali. Hanno successivamente pubblicato alcuni singoli: Sala teknoLoopchop e Daspo.

·       Time to Children

Oltre alla musica dal vivo, come sempre a Time in Jazz, tanti altri appuntamenti e attività caratterizzeranno anche questa edizione, seguendo il filo conduttore di “What a wonderful world”, attraverso il quale, come i bambini, e insieme ai bambini, si vuole immaginare un mondo migliore, possibile anche attraverso il linguaggio di bellezza e gioia di cui la musica e l’arte sono portatrici: ecco dunque rinnovarsi l’appuntamento con Time to Children, un progetto che da anni Time in Jazz dedica all’educazione musicale delle bambine e dei bambini, curato dalla violinista e didatta Sonia Peana, in collaborazione con Catia Gori e l’associazione Nazionale Il Jazz va a Scuola.

Dal 10 al 15 agosto, dunque, negli spazi di “Sa colte ‘e s’ Oltijiu”, il giardino accanto a Sa Casara (l’ex caseificio oggi sede dell’associazione Time in Jazz), bambini, ragazzi e adulti saranno accompagnati, attraverso spettacoli, laboratori e mostre, nell’esplorazione del “mondo meraviglioso” che caratterizza il tema di questa edizione del festival.

Nei diversi giorni saranno tante e variegate le esperienze proposte, legate all’educazione emotiva e relazionale, ambientale, alla sensibilizzazione verso le tematiche sulla parità di genere e alla pace, con la musica che farà da filo conduttore e da linguaggio universale e portatore di creatività ed espressività.

Tra gli incontri musicali, quello proposto da GeGè Telesforo  e dal chitarrista Christian Mascetta, che portano alla scoperta dei suoni primordiali, e il laboratorio C# See Sharp, in cui la pianista Gloria Campaner guida i ragazzi a esprimere le proprie emozioni attraverso il corpo e la musica. Letture musicate, giochi musicali ed espressività corporea sono alla base delle attività con i didatti ed educatori Giorgio Minardi, Franco Lorenzoni e Roberta Passoni. L’espressività corporea e la comicità sono invece la dote portata dagli esperti attori e clown André Casaca e Flavia Marco;spazio anche ailaboratori pratici, come MoMu: sinfonia di tessere, in cui i ragazzi saranno guidati dalla mosaicista Anna Franceschi nella creazione di un mosaico collettivo permanente, o come quello proposto dal compositore Simone Mura, che introduce i bambini alla musica elettronica, mostrando come questa possa creare atmosfere ed emozioni simili a quelle di un racconto.

Il racconto teatrale diventa invece momento di incontro con la storia in Gramsci spiegato a mia figlia, spettacolo che vedrà l’attore e regista Paolo Floris impegnato nel compito diraccontare ai giovani la storia umana di Antonio Gramsci e i cardini fondamentali del suo pensiero: in forma di dialogo tra un padre e la sua bambina, sono affrontati temi come l’importanza dello studio e della cultura per il singolo e per la società, la differenza fra destra e sinistra, i rapporti fra le classi sociali e l’importanza dell’impegno individuale davanti alle ingiustizie. Ad accompagnare dal vivo il racconto, le musiche del chitarrista bauladese Luca Cadeddu Palmas e l’organetto di Pierpaolo Vacca.

·       Time to Read

Torna anche in questa edizione Time to Read, la sezione del festival dedicata agli incontri con i libri e i loro autori, in programma tra l’11 e il 14 agosto (sempre alle 19), negli spazi di Sa Casara a Berchidda

Si comincia l’11 agosto con l’autorevole musicologo Stefano Zenni, in dialogo con Paolo Fresu sul libro Un Lampo a due dita(Quodlibet, 2025), una selezione di testi scritti di pugno dal leggendario trombettista Louis Armstrong, tra corrispondenza privata e lavorativa, racconti di aneddoti, ricordi e lezioni di vita, che, con un linguaggio inventivo e vivace, tratteggiano in ritmo visivo e musicale il racconto di una vita eccezionale.

Un altro racconto di vita, il 12 agosto è quello di La musica è un lampo (Fandango Libri, 2023), in cui Stefano Senardi, uno dei più noti discografici italiani, ripercorre, insieme al giornalista Damir Ivic, la centralità della musica in tutto il suo percorso, dall’infanzia e adolescenza al suo importante incarico alla Polygram, tra amicizie, aneddoti e flashback di incontri con uomini e artisti straordinari (David Bowie, Madonna, Pavarotti, Franco Battiato, per citarne alcuni), con sullo sfondo le vicende politiche e sociali tra gli anni Settanta e Ottanta.

Celebra l’imperfezione umana e la legittimità dell’errore come strumento di esperienza il libro Elogio dell’ignoranza e dell’errore (Einaudi, 2024), in cui lo scrittore e avvocato Gianrico Carofiglio, prendendo spunto da aneddoti, dalla scienza, dallo sport, da pensatori come Machiavelli, Montaigne e Sandel, ma anche da Mike Tyson, Bruce Lee e Roger Federer, ci racconta la gioia dell’ignoranza consapevole e le fenomenali opportunità che nascono dal riconoscere i nostri errori. Ad accompagnarlo, il 13 agosto, il pianista Danilo Rea.

Aprimi cielo: dieci anni di raccoglimento, articolato (Garzanti 2020) è il titolo del libro di Alessandro Bergonzoni, attore, autore, umorista, artista poliedrico, che il 14 agosto dialogherà con Paolo Fresu sui dieci anni di ricerca tratti dalle pagine del Venerdì di Repubblica: idee, domande, déjà-vu, babelici elenchi, reiterazioni che inglobano e travalicano l’attualità, e ci permettono di scoprire gli universi – comici, folli, intimi, politici e sociali – dell’autore: una raccolta antologica capace di spaziare tra registri e tonalità diversi con lo stile inconfondibile di Bergonzoni che non lascia né tregua né riposo al lettore, continuamente sfidato a scavare tra le infinite potenzialità della mente e della scrittura.

Il 15 agosto, la rassegna fa tappa alla chiesa campestre di San Michele, dove alle 17 è atteso lo scrittore cagliaritano Nicola Muscas, con il suo Un amore di contrabbando. Gigi Riva, una vita in rovesciata (Mondadori 2025) che ripercorre, attraverso il ricordo delle persone, la storia del leggendario “Rombo di Tuono” tra incontri, viaggi, speranze, sorprese, amori, consigli e bugie. Tappa dopo tappa – tra Leggiuno e Milano, tra Cagliari e Torino, tra Carloforte e Roma – emerge il profilo di un uomo votato al tragico, che da eroe ci ha mostrato come si diventa mito, e cioè alla sua maniera, l’unica possibile: scomparendo.

·       Un’ora in più

Già da diverse edizioni, Time in Jazz propone un’iniziativa che intende valorizzare e promuovere i territori che ospitano il festival: si tratta di Un’Ora in più, una  proposta nata per dare la possibilità al pubblico itinerante del festival di conoscere e scoprire i luoghi che fanno da cornice ai concerti, scelti per il loro particolare interesse storico, artistico, religioso o ambientale, attraverso apposite visite guidate, degustazioni di prodotti locali, o punti di informazione, con il supporto delle amministrazioni locali e delle associazioni che aderiranno. Un’ iniziativa che rende l’esperienza culturale di Time in Jazz più ricca e profonda, lontana dalle logiche del turismo di massa, e più vicina a un’esperienza genuina di incontro nel nome dell’arte e della bellezza.

·                 Biglietti, abbonamenti e info

Su Vivaticket si possono acquistare i biglietti e gli abbonamenti per l’ingresso alle cinque serate sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda: per gli abbonamenti il prezzo intero è di 140 euro, ridotto a 135 (più diritti).

Il prezzo intero per i biglietti delle singole serate del 12, 13, 14 e agosto è di 30 euro, ridotto a 27,50 (più diritti), mentre il biglietto per la serata del 15 agosto costa 15 euro intero, ridotto a 13.

Le riduzioni sono valide per i soci tesserati Time in Jazz e per gli spettatori sopra i 65 anni e quelli sotto i 26. L’ingresso sarà invece gratuito per tutti i concerti “in decentramento”,a eccezione, come di consueto, di quello in omaggio a Fabrizio De André in programma il 9 agosto a L’Agnata con Paola Turci: il biglietto unico costa 30 euro (ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni).

Per restare aggiornati sul programma del festival, acquistare i biglietti e localizzare con facilità i luoghi del festival grazie a una mappatura, dallo scorso anno è possibile scaricare l’applicazione Time to APP: un modo semplice e innovativo per fruire al meglio del festival, ma anche del territorio, con informazioni sui percorsi, le strutture ricettive e contributi extra, link agli archivi e l’alert che avvisa l’utente di ogni cambiamento di programma.

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Associazione culturale TIME IN JAZZ
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