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Ritrovarsi nei momenti di viaggi e avventure, TUM è la sintesi dell’uomo comune, libero, che cambia lavoro molte volte, che si sposta, che si innamora e ha amici, ed è impossibile non ritrovarsi qui dentro. Con The Dark Side of Minigolf, il musicista italiano consegna un album che racconta non solo la sua vita, ma anche le esperienze di chiunque abbia attraversato periodi di incertezza, momenti di gioia effimera e piccoli drammi quotidiani.

Il titolo nasce da una serata di minigolf a Riccione e diventa una metafora perfetta del percorso esistenziale, dove ogni buca rappresenta un ostacolo, un colpo riuscito o mancato, e ogni piccolo trionfo o fallimento quotidiano diventa materia sonora. L’album si muove tra folk e alternative, con arrangiamenti acustici e strumenti calibrati, dall’ukulele al corno francese fino alla blues harp, che conferiscono varietà e calore a un timbro già ricco e ben definito.

La produzione di William Novati valorizza dettagli spesso invisibili, dalle sfumature delle percussioni alle micro-intonazioni vocali, creando un senso di intimità che fa sentire l’ascoltatore complice delle vicende narrate. Le tracce attraversano paesaggi sonori diversi, dal Sudafrica alla Val d’Aosta, da Toronto a Napoli, evocando strade, stanze d’albergo e cieli notturni, suggerendo che la vita è un viaggio fatto di luoghi, incontri, perdite e affetti.

I riferimenti internazionali presenti nell’album fanno in modo che solo un pubblico specifico, quello dei musicofili più attenti, che frequentano festival e ascoltano molta musica, possa coglierli appieno. Eppure l’inglese maccheronico e italico di TUM ce lo rende simpatico e vicino, come se fosse un italiano che suona la chitarra incontrato in un ostello, qualcuno con cui scambiare quattro parole e condividere un pezzo di strada, senza barriere tra artista e ascoltatore.

TUM non racconta solo se stesso, ma trova nei dettagli quotidiani una dimensione universale: i lavori che cambiano, gli amori che sbocciano o sfumano, le amicizie che si consolidano o si perdono. Tutto questo viene tradotto in canzoni che non temono la vulnerabilità e preferiscono respirare emozioni autentiche piuttosto che inseguire ritornelli facili o produzioni patinate. L’intimità della scrittura non diventa mai indulgente, la poetica del quotidiano si mescola con tocchi di originalità strumentale, rendendo ogni brano un piccolo racconto sonoro.

Pur accessibile, l’album sfida chi ascolta a prestare attenzione ai dettagli, agli strati sonori e al sentimento sottostante, distinguendosi dalle produzioni più immediate o commerciali. Il ritmo non è imposto da esigenze di mercato, ma nasce dall’andamento naturale dei pensieri e delle emozioni, con pause, respiro e momenti di introspezione che richiedono un coinvolgimento attivo, quasi un dialogo intimo con la musica.

In definitiva, The Dark Side of Minigolf è un ritratto dell’uomo contemporaneo in movimento, un invito a osservare le proprie imperfezioni, i propri sogni e i propri legami, trasformando storie personali in esperienza condivisa. Non urla, ma parla, accompagna senza forzare, accoglie ogni ascoltatore nella sua quiete, nelle sue riflessioni, nelle sue nostalgie e nei suoi desideri di cambiamento, confermando TUM come un artista capace di far convivere delicatezza e profondità, semplicità e complessità, quotidiano e universale, in un percorso musicale coerente e sorprendente che continua a trovare risonanza in chiunque voglia ascoltarlo davvero.

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