- Francesco, il tuo nuovo EP si intitola “What if the Universe..?”. Cosa rappresenta per te questo titolo?
Rappresenta la voglia di giocare con la vita, tutto è possibile perché tutto può essere. La nostra immaginazione può creare il nostro mondo? Chissà, tanto vale sognare in grande, è gratis! Di fronte all’ignoto e alle risposte incompiute possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, sta a noi scegliere come affrontare questo gioco esistenziale.
Il disco mescola jazz, funk, pop rock, elettronica… come hai costruito questa miscela sonora?
Certe miscele sono fatte di molti ingredienti, alcuni possono sembrare insignificanti ma se li togli non ottieni lo stesso risultato, nulla è superfluo. Ho cercato di tirar fuori tutto ciò che avevo dentro, senza neanche conoscerlo a fondo, combattendo le barriere che sempre più spesso mettiamo lungo il percorso della nostra creatività.
Vengo dal punk rock ma sono laureato in trombone Jazz. Due mondi estremamente lontani, ma fanno parte di me e devono pur fondersi da qualche parte.
- In questo EP ci sono molte collaborazioni. Quanto contano le relazioni nel tuo percorso artistico?
I rapporti umani sono la cosa più importante per un’identità sana. La musica viene dopo, o spesso di conseguenza. Questo mestiere ci dà la fortuna di conoscere persone di uno spessore enorme, che ti fanno capire quanto sia importante stare bene.
- Il singolo “Lundi à Six Heures” ha un’atmosfera sognante. Cosa ti ha ispirato a comporlo e perché parla del lunedì alle sei del mattino come un momento speciale?
In realtà è un Lunedì alle 6 di pomeriggio, dove per anni ho fatto ricerca sull’identità, sull’incoscio ,sulla sanità mentale e sui rapporti. Il lunedì mi ha cambiato la vita. Devo ringraziare lo psichiatra Massimo Fagioli e l’analisi collettiva.
Questo brano è un inno al lunedì, alla ripartenza. All’affrontare questo povero giorno che tutti odiano e che si è trovato lì per caso, con uno spirito diverso e lo sguardo alto verso l’orizzonte.
- Hai detto che non avevi mai conosciuto davvero il tuo “io musicale”. Lo hai trovato?
Posso dire che ho dato una lucidata allo specchio in cui mi sono sempre visto riflesso, adesso noto dettagli che prima mi sfuggivano, ma credo che la luce che arriva dalla finestra sarà sempre in grado di sorprendere i nostri occhi.
- Progetti futuri?
Progetti tanti, voglia di attuarli pure. Andare sempre avanti seguendo questo strano labirinto chiamato vita. Come dicono negli States “You got what you choose”.