Un pomeriggio grigio a Parigi, un piano, una chitarra, due visioni del mondo che si riconoscono senza bisogno di troppe parole. Sauvage Romantico non è solo una canzone, è il frutto di un incontro istintivo e profondamente umano tra Edoardo Florio Di Grazia e Edouard Bielle: due penne affini unite da un sentire simile e da una poetica che sfugge al tempo.
Tra malinconia creativa, eleganza fuori moda e una scrittura che intreccia lingue e mondi, la loro collaborazione è il racconto di un’identità condivisa e in divenire, a cavallo tra l’Italia e la Francia, tra passato e futuro.
Intervista
“Sauvage Romantico” nasce da un incontro quasi istintivo, tra piano, chitarra e visioni affini. In che modo l’istinto e l’immediatezza hanno reso questa canzone diversa da tutto ciò che avevate scritto prima?
Ogni incontro ha la sua storia, soprattutto se è un incontro di scrittura. Appena ci siamo incontrati a Parigi, abbiamo capito che avevamo qualcosa in comune. Allora abbiamo deciso di vederci un grigio pomeriggio parigino. Il primo riff che è uscito era quello giusto, il tempo di scrittura è stato molto breve – segno che le cose funzionano – e a fine pomeriggio avevamo la canzone.
Produrla poi è stata tutta un’altra storia…
L’approccio è stato diverso perché già dall’inizio sapevamo che la canzone doveva collocarsi in una terra di mezzo tra i nostri due stili. Non doveva essere la terra di nessuno dei due, ma un luogo vicino e allo stesso tempo inesplorato.
Cantare in due lingue, intrecciare due mondi, due modi di sentire: vi siete mai sentiti ‘fuori posto’ l’uno nel linguaggio dell’altro, o è stato subito naturale? Cosa vi ha fatto trovare un equilibrio?
Vivendo a Parigi da quattro anni non ho più problemi con la lingua francese. Edou ha un grande amore per l’Italia e, grazie alla sua musicalità, non ha avuto nessuna difficoltà a cantare in italiano.
Sono due lingue e due culture affini, con la stessa radice.
Penso che la musica sia interessante quando riesce a mischiare culture e creare nuove identità che guardino verso il futuro.
Entrambi giocate con l’estetica vintage, ma senza nostalgia. Che significato ha per voi l’idea di “eleganza senza tempo”? È un atto romantico, una forma di resistenza o una dichiarazione d’identità?
Un po’ tutto questo. Cerchiamo di essere fuori dal tempo. Chi segue il tempo passa di moda, chi ne resta fuori vive una dimensione diversa. Quella dimensione è la nostra.
Ho sempre combattuto contro la nostalgia, perché chiude. Mentre ho sempre amato la malinconia, perché accompagna un movimento, un moto creativo. Basti pensare alla commedia all’italiana!
L’eleganza, per me, è sinonimo di bellezza. E spesso la bellezza si nasconde nella semplicità.
Sauvage Romantico cerca di essere in linea con questo pensiero.
La canzone è nata in poche ore, ma sembra il frutto di un immaginario coltivato da sempre. Cosa avete scoperto l’uno dell’altro durante questa collaborazione, oltre la musica?
La musica è solo il risultato della vita. Se riesci a condividere una scrittura con qualcuno, vuol dire che esiste una connessione.
Per tutto il processo creativo avevamo le stesse idee su come scrivere e “vestire” la canzone. I nostri gusti, le nostre penne e il nostro modo di vivere sono molto affini.
Siamo selvatici e romantici, del resto.