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Villa Psicosi è un progetto musicale fuori dagli schemi, che mescola suoni industriali, elettronica ruvida e una scrittura diretta, spesso spiazzante. Nato come espressione viscerale e caotica di un immaginario notturno e provocatorio, ha saputo conquistare attenzione anche grazie a una forte componente performativa e a un’estetica ipercontemporanea. Dopo brani come Amianto e Vuoto Sociale, il nuovo singolo “Salposky” apre una nuova fase della sua produzione, più intima e melodica, ma sempre disturbante, sempre vera. Una traccia contaminata da glitch, hyperpop e dariacore, che affonda in sentimenti reali, dentro relazioni sfibrate e storie da divano e periferia.

  1. “Salposky” è un titolo enigmatico e affascinante. A cosa si riferisce e cosa rappresenta per voi questo brano, a livello simbolico ed emotivo?
    Guardavo le lezioni di Saposlky in fase di flirt con una ragazza mentre ci facevamo le coccole sul divano di casa mia. Una proposta sua, bizzarra vero? Così è nato il titolo della canzone.
  2. Rispetto ai vostri lavori precedenti, Salposky sembra mostrare un lato diverso di Villa Psicosi: più intimo, forse anche più melodico. È una nuova direzione o un episodio isolato?
    C’è una nuova direzione. Probabilmente farò uscire un EP intitolato Post Love dove parlo di amore in tutte le sue forme a tema hyperpop/glitch/dariacore. È un tema mai trattato nella mia discografia. Sento che è il momento di farlo uscire.
  3. Nei vostri brani spesso si percepisce un contrasto tra immaginari notturni e momenti di lucidità improvvisa. Che ruolo hanno le immagini e i sogni nel vostro processo creativo?
    Tutte le immagini vengono fornite da SANTISSIMA MARIA DELLA MANIA e anche da un’amigdala un po’ più grande del normale. I sogni? Mi son fatto talmente tanti film in vita mia che neanche Fellini o i sogni più intimi dei bambini… Sono gratis e mi piace navigarci.
  4. Il vostro stile unisce sonorità elettroniche, post-punk e liriche viscerali. Quali sono i riferimenti artistici – musicali o anche cinematografici e letterari – che vi accompagnano?
    Decadentismo ed edonismo. Il dionisiaco incarnato nella vita di tutti i giorni che prima ti glorifica e poi ti sbatte nel fango. Nudo.
  5. La scena indipendente italiana è sempre più affollata ma spesso omogenea. Cosa significa oggi, per voi, restare fedeli a un’identità fuori dagli schemi?
    La mia vita è sempre stata fuori dagli schemi. Tipo Mr. Jones con Richard Gere. Odio tutto questo a volte. Non è questione di stare fedeli, è questione di vissuto. È questione di essere real e di aver passato veramente quello che scrivi.

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