Il 31 ottobre è uscito Prime Luci, l’album di Gulino che segna un’importante tappa nella sua carriera, già anticipato dai singoli 45 Volte e C’era una volta. Con le sue nove tracce, Gulino presenta un’opera che ripercorre sette anni della sua vita, dalla giovinezza alla maturità, e lo fa attraverso brani che si comportano come piccole poesie, ognuna un cortometraggio intriso di sincerità.
Uno degli aspetti più affascinanti di Prime Luci è la varietà di temi esplorati, legati dal filo conduttore della crescita personale. Tra i pezzi che più colpiscono, “Stare con me” spicca per la sua introspezione, affrontando il tema della mancanza e della frustrazione di non aver fatto abbastanza. Il brano parla del tempo che sfugge e dei ricordi che sbiadiscono, evocando un senso di dolce malinconia che tocca corde profonde.
Altro brano di grande impatto è “Ciglia”, un racconto struggente dei momenti felici vissuti con una compagna, ora relegati al passato. La canzone cattura l’essenza della nostalgia e dei rimpianti, mostrandoci quanto possa essere difficile accettare la fine di una fase importante della vita.
“Circo colorato” si distingue per il suo uso di metafore potenti e un tema di grande attualità: l’incoerenza e la superficialità del mondo moderno. La canzone critica la tendenza delle persone a sacrificare la propria autenticità per raggiungere obiettivi superficiali, dipingendo un quadro ironico e malinconico in cui il “circo” rappresenta la teatralità della società.
Con “Di altri occhi sarai”, Gulino esplora le insicurezze e i dubbi all’interno di una relazione. Questa traccia ha un approccio più intimo e diretto, con testi che catturano il peso di un pensiero ossessivo che persiste, rivelando quanto sia sottile il confine tra l’amore e l’ansia.
Tra i momenti più personali dell’album, “Fumavamo le stelle” si rivolge al concetto di casa, intesa come un luogo di memorie e contrasti emotivi. È un pezzo che intreccia ricordi di gioia e rabbia, creando un’atmosfera carica di nostalgia. Infine, “Trieste” offre uno sguardo unico sulla fantasia e sulla proiezione di sé, esplorando l’idea di una relazione con una persona più grande; un esercizio di immaginazione che arricchisce la narrazione complessiva dell’album.
Il singolo “45 volte” è il manifesto dell’album, raccontando un amore vissuto con intensità e determinazione. È un inno alla resilienza e al coraggio di affrontare le sfide, una dichiarazione di vulnerabilità che si fa forza. In chiusura, “C’era una volta” esorta a riflettere sulla semplicità dei gesti quotidiani e sull’importanza di riscoprire la gentilezza, suggerendo come anche un piccolo sforzo possa cambiare la prospettiva e riportare leggerezza nella vita.
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