Con Vestito Nero, gli NFF affrontano uno dei temi più universali e delicati: il lutto. Un argomento spesso taciuto, che la band sceglie invece di trasformare in arte, dando voce a un “mea culpa” collettivo e a un invito a non rimandare mai le parole e i gesti d’affetto. Tra arrangiamenti che bilanciano durezza e armonia, e un videoclip che completa il messaggio, gli NFF raccontano la loro evoluzione artistica e umana dal primo lavoro Introspezioni fino a oggi.
Intervista
“Vestito Nero” parla di un mea culpa universale: cosa vi ha spinto a trasformare questo tema in musica?
Il lutto è al giorno d’oggi un vero e proprio TABÙ, un qualcosa che nella vita tocca tutti nel profondo e a cui nessuno ti preparerà mai. Noi abbiamo voluto esprimere una “morale” del lutto, una esortazione a non aspettare per fare una carezza o dire un “ti voglio bene”. È un tema scomodo da trattare e proprio perché scomodo lo abbiamo addolcito con la musica. Speriamo che con Vestito Nero molti cuori incerti possano muoversi prima che sia troppo tardi.
Il brano alterna dolore e dolcezza: come siete riusciti a bilanciare questi due poli emotivi nella scrittura e negli arrangiamenti?
Non è stato semplice riuscire ad amalgamare tutto ciò, ci siamo riusciti dopo duro lavoro accorpando il suono sintetizzato del basso e della chitarra elettrica distorta (che portano alla durezza e al dolore) con l’armonia e la dolcezza dell’orchestra e delle percussioni.
Il dolore e la dolcezza sono due facce della stessa medaglia quando si parla di una persona a cui si è voluto bene che è venuta a mancare.
Il videoclip accompagna l’uscita del singolo: quanto è importante per voi l’aspetto visivo nel trasmettere il messaggio della vostra musica?
La parte video è essenziale per completare e rendere la musica un’arte a 360°, perché il messaggio penetri ci vogliono tutte le armi a disposizione. Soprattutto in questo caso, il video ci immerge completamente nella tematica trattata nel brano.
Guardando al vostro percorso da Introspezioni a Vestito Nero, in cosa vi sentite più cambiati come band e come persone?
Siamo sempre noi stessi, uguali ed identici a quando abbiamo registrato Introspezioni, questa volta però abbiamo voluto soffermarci maggiormente su un’impronta sonora particolareggiata e sugli arrangiamenti più complessi.
Il percorso che abbiamo fatto fino ad ora da quando ci trovammo nel 2021, passando poi da Introspezioni, ha evoluto e rafforzato il nostro rapporto umano.