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Raggiungiamo Marilena Anzini all’indomani di questo nuovo disco di inediti dal titolo “Bio-“, titolo curioso nella sua scrittura ma assai celebrativo del tutto. Un disco dedicato a ciò che vive e dunque attendiamoci la sensibilità e la spiritualità di un suono che arriva dagli uomini, dalle donne, dagli strumenti anche antichi… Pensiamo all’ensemble vocale femminile delle Ciwicè, pensiamo all’ammaliante arpa celtica di Ludwig Conistabile o alla scacciapensieri della Mongolia a firma di Giorgio Andreoli. Sono esempi a cui dobbiamo rimandare un disco leggero ma anche evocativo.

In rete il video ufficiale del singolo “Pace in Terra”: Guarda il video ufficiale

– Che titolo particolare… ovvero? Come a dire: tutto di naturale?

Non proprio: in realtà il titolo è “Bio-“ con il trattino, il prefisso che proviene dal greco βίος «che vive» e che si usa per indicare tutto ciò che ha a che fare con la vita. I brani sono frutto di uno sguardo su di essa, in bilico tra la gratitudine e la meraviglia da una parte e l’inquietudine per la bruttura di tutto ciò che le si oppone dall’altra. Quindi è sì “naturale”, nel senso che parla della natura di noi esseri umani, delle relazioni, delle difficoltà nella comunicazione, della ricerca del trascendente qui sulla Terra che abitiamo.

“Bio-“ ricorda anche “biografia”: nel brano “Lezione da un seme” dico “ogni seme è un tempio”, perché ogni creatura è unica e sacra. Ecco, scrivendo le mie canzoni mi aiuto a ricordare di vivere in modo sacro la vita, gettando ponti tra cose reali e concrete e altre più invisibili -ma non meno reali ed importanti- come la poesia, la musica, il divino… Forse anche questo è naturale, o almeno dovrebbe esserlo.

Poi sì, c’è come sempre nella mia musica una prevalenza di suoni naturali, nel senso di acustici, che sono più risuonanti con il mio sentire: ad esempio, ci sono ben tre brani a cappella, per sole voci.

– Dunque l’elettronica e le macchine non intervengono in alcun modo?

Beh… dal momento in cui si entra in studio di registrazione l’elettronica e le macchine ci sono per forza. Come dicevo prima, questo progetto è più orientato verso suoni più acustici e naturali, ma registrare e lasciare trasparire il suono originale degli strumenti acustici richiede un uso ancora più sapiente delle macchine. Per fortuna ho un collaboratore competente, sensibile e di grande esperienza, Giorgio Andreoli, che ha prodotto tutti e tre gli album ed era con me anche negli Arecibo, la mia precedente band. Giorgio ha un’attenzione quasi maniacale per i suoni, è curioso e ama sperimentare: in questo album per esempio ha scelto dei reverberi più piccoli per trattare le voci più singolarmente che come coro.

Ci tengo però a sottolineare che non ho nulla contro l’elettronica, anzi! Adoro per esempio Laurie Anderson, Marina Herlop e penso a Stevie Wonder e alla innovazione musicale che ha effettuato grazie ai sintetizzatori. Insomma, la differenza la fa sempre chi c’è dietro alle macchine e come le si usano: se diventano più importanti dell’idea musicale e servono a gettare fumo negli occhi (o, per meglio dire, nelle orecchie…) allora non mi interessano.

– La voce è il centro: come a dire che l’uomo è il centro?

In un certo senso sì. Penso alle corde vocali che sono sì il centro della voce, ma in modo per così dire dinamico: dalle corde vocali parte il suono fondamentale, quella vibrazione iniziale che poi si propaga nel corpo mettendolo in risonanza per simpatia. In questa vibrazione amplificata ne entrano anche altre più sottili ed energetiche – come le emozioni, i pensieri e tutto ciò che va oltre il fisico – e il risultato finale è la voce, unica, così come è unico ogni essere umano.

– E il fatto che siano voci femminili in questo centro… simboleggia qualcosa in questo tempo dentro cui tornano parole come patriarcato?

A dirti la verità non è stata una scelta intenzionale: le Ciwicé facevano tutte (tranne una) parte di un laboratorio corale che ho condotto per diversi anni. Musicalmente e umanamente è una piccola comunità, con un clima familiare, di “sorellanza”, e comunque non siamo solo donne: ci sono anche Michele Tacchi al basso elettrico e il già citato Giorgio Andreoli che cura tutto l’aspetto tecnico nei live e della produzione in studio.

Ma tornando alla tua domanda, penso che tu ti riferisca al clima di aggressività e violenza che ormai è praticamente ovunque. È evidente che il problema sia alla radice: è nella società che bisogna portare un cambiamento. La cultura e l’arte hanno un ruolo importantissimo in questo, così come tutto ciò che coltiva l’introspezione, la conoscenza di sé, l’ascolto, la relazione, la cura, l’accoglienza, la collaborazione… Forse allora sì, direi che in termini archetipici c’è bisogno di più “femminile” nel mondo.

– E anche i colori sono un centro… non solo le voci… o sbaglio?

Parli di colori e penso ai bellissimi disegni di Estheranna Stäuble che sono nella grafica di Bio-. Estheranna ha creato questi disegni ispirandosi ad ogni brano e all’album nel suo complesso. Amo il suo modo di accostare i colori e il suo tratto puro, autentico e vibrante: sembra davvero che i suoi disegni cantino!

E poi i colori hanno un fortissimo potere simbolico: in “Pace in terra”, c’è una favola immaginaria raccontata sottovoce in un linguaggio inventato e accompagnata dal testo che segue il filo conduttore dei colori, dall’azzurro dell’innocenza, al grigio della caduta, al rosso della guerra per poi tornare ad un nuovo azzurro, luminoso e vasto, che intende simboleggiare la completezza dell’essere umano che ha saputo dialogare con il divino.

Hai ragione, anche i colori sono “un” centro, ce ne sono tanti in questo album e dialogano tra loro: l’intenzione è che sia un dialogo aperto che faccia posto anche a chi vorrà ascoltare “Bio-”.

Una piccola curiosità: il cd è in formato mini-album che ricorda il caro vecchio vinile ed è stato confezionato (a mano!) con una corda e un cartoncino su cui è stato colorato un po’ azzurro: vuole essere un piccolo augurio per coltivare il “pezzetto d’azzurro” che abbiamo dentro.

Ascolta l’album su Spotify:
Ascolta Bio- su Spotify

 

 

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