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C’è chi scrive per evadere e chi per entrare più a fondo nella realtà. Manifesto appartiene alla seconda categoria: un progetto che fonde musica e consapevolezza, liriche taglienti e riflessioni civiche, visioni personali e politiche. Lo dimostrano brani come “Stupide zanzare”, “La tua bolla” e, soprattutto, il titolo dell’EP “Analisi di fase”, che suona come un documento critico, ma anche come un esercizio emotivo.

Li abbiamo incontrati per un’intervista in cui si parla di politica, fragilità, società e attivismo, con la lucidità e l’umanità che definiscono il loro linguaggio artistico.


 INTERVISTA A MANIFESTO

1. “Analisi di fase” è un titolo che richiama il linguaggio politico, ma lo avete reso intimo e personale. Qual è stata la vostra ‘fase’ più difficile da raccontare in musica e perché?

Ci sono tante fasi che non siamo riusciti a raccontare: scrivere un brano è una sorta di resoconto di ciò che accade; e per metterlo in musica bisogna trovare il linguaggio giusto. Un tema che è stato difficile da inserire è la sfiducia della nostra generazione nella politica, che durante tutti questi anni non ci ha dato possibilità di fidarci di lei, destra e sinistra che sia, facendoci trovare in molte situazioni ‘’sospese’’, in un certo senso, perché non è semplice non sbilanciarsi o non scadere nella pesantezza, non essere inopportuni.


2. Nei brani si percepisce un forte equilibrio tra rabbia e speranza, caos e lucidità. Come riuscite a tradurre queste contrapposizioni in suono, senza perdere autenticità?

Cerchiamo di essere noi stessi attraverso la musica. Dunque, più siamo sinceri, più troviamo un equilibrio, senza perdere ciò che abbiamo dentro. Sia nella musicalità sia nelle parole cerchiamo di essere noi stessi e tirar fuori quello che pensiamo, nel modo più trasparente possibile.


3. Vi definite “attivisti con la voglia di attivare”: cosa significa oggi, per voi, essere attivi nella musica e nella società?

In primis, in quanto cittadini di uno Stato, e partecipanti attivi di una società, dobbiamo analizzare e capire ciò che succede intorno e farci un’idea, senza subire passivamente quanto succede. Quindi, abbiamo una responsabilità da cittadino. In secondo luogo, essendo musicisti, c’è una responsabilità anche quando sali sul palco con un pubblico che ascolta, come il politico che fa il comizio in piazza. È giusto comunicare e regalare uno spunto diverso alle persone e portare anche ciò che vivi da cittadino nella musica.


4. Se ogni traccia dell’EP fosse un’immagine, che foto scatterebbe per rappresentare “Stupide zanzare” e “La tua bolla”?

Per “Stupide zanzare” una piantina che nasce in mezzo al cemento con le zanzare che stanno attorno e la guardano, rappresentando il modo di vivere in maniera tranquilla e diversa rispetto alla società che corre ed è piena di impulsi. Per “La tua bolla”, invece, mi sono immaginato una ragazza chiusa in casa e che non riesce a vedere il bello che c’è fuori.


Manifesto sceglie di non addolcire la realtà, ma nemmeno di soccombere al cinismo. I loro brani sono brevi saggi emotivi, capaci di accendere la coscienza e la sensibilità. Analisi di fase è un EP che non si limita a raccontare, ma che chiama alla partecipazione, alla riflessione, all’azione. Perché anche la musica – oggi più che mai – ha bisogno di posizioni vere.

 

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