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È un disco fatto di frammenti preziosi e silenziosi, di soluzioni ruvide, di momenti urbani in cemento e di scheletri industriali abbandonati. Tra brani come “Il branco” e la successiva “Mamma no” sembrano affiorare dischi e rivoluzioni passate. In “Santa Miseria”, Luca Spaggiari offre la sua voce a un lavoro potente, denso di risonanze: un “ritorno” dopo un lungo silenzio, richiamando – nella melodia della title track – echi di Gianmaria Testa. Eppure, alla fine, resta un’opera profondamente sua.

“Sospensione, sofferenza, rabbia o rassegnazione… l’anima non ha vergogna di mostrarsi fragile al pubblico ludibrio. I fragili, improvvisamente, diventiamo noi altri…”

Quanto sofferenza c’è dietro questo disco?

“C’è sofferenza ma anche speranza. Immagino sia difficilmente riconoscibile, ma c’è.”

E quanta rabbia traspare da queste pieghe vocali?

“Forse più che rabbia c’è sospensione. La rassegnazione a volte sembra conquistarmi, ma lotto per non farla entrare. Non essere da nessuna parte per non essere qua.”

In un brano di satira e denuncia come “Stereotipato” si avvertono echi di Rino Gaetano: era un richiamo voluto?

“Gaetano mi insegue da sempre, forse alcune sfumature della voce. L’ho ascoltato molto in una fase della mia vita e lo trovo sempre un passo avanti allora e oggi. Non è al centro di una mia ricerca, ma è un’osservazione che mi rende onore.”

🎬 Guarda il video ufficiale di “SANTA MISERIA”:
🔗 https://www.youtube.com/watch?v=w_QVlPOpUNE

I suoni e le soluzioni di questo album trasudano pathos e dannazione… Sono dettagli figli del nostro tempo?

“Il tempo che viviamo non pare vero: o lo racconti, o provi a cambiarlo, o lo cambi raccontandolo. Io raccolgo immagini, ma la maggior parte le creo per poterlo attraversare in una sospensione.”

L’elettronica è volutamente spoglia e “scura”…

“Certamente una forma estetica di questo disco pretende pochi colori: bianco, nero, grigio; scatolette, oggetti e drum machine che rimandano all’idea di cupezza. Ho però provato a collocarvi sotto molta luce, percepibile solo nelle crepe che lasciano intravedere le vite interiori dei personaggi.”

“L’uomo bianco che ride di paura” è un’immagine forte: non è la bandiera più efficace della “Santa Miseria” che viviamo?

“Questa è una delle migliori osservazioni che mi sono state fatte. È uno dei centri nascosti di questo lavoro: ho voluto inserire una fotografia – umana, sociale, forse politica – capace di smantellare un’estetica che non appartiene ai miei ideali. Uno dei pochi momenti veramente personali di questo disco.”

🎧 Ascolta “Santa Miseria” su Spotify:
https://open.spotify.com/intl-it/album/1BQqQUMXQg9uYEshFkhnAR?si=ZedM1gDoTg6pdDR_Ug-jnA

Luca Spaggiari ci regala un album imprescindibile, specchio di un’epoca in bilico tra disillusione e speranza, sospensione e ricerca di luce.

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