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Ci sono scelte che non sono semplici cambi di rotta, ma vere e proprie rinascite. Dopo un lungo percorso sotto il nome Nadiè, la band siciliana ha deciso di voltare pagina, scegliendo un’identità sonora e concettuale nuova: La Classe Dirigente. Un nome che già suona come una dichiarazione d’intenti, ironico e provocatorio, specchio di testi lucidi e pungenti.

Con il nuovo album Termini per una resa, il gruppo abbraccia un’estetica che fonde orchestrazioni eleganti e tensione rock, senza perdere l’urgenza narrativa che ha sempre contraddistinto la loro scrittura. Un progetto nato da una trasformazione profonda, tanto artistica quanto umana, che ha saputo attraversare anche il dolore: quello della scomparsa del produttore Toni Carbone, figura chiave nel percorso della band, omaggiato con dedizione e rispetto in questo lavoro.

Abbiamo intervistato La Classe Dirigente per farci raccontare la genesi di questo cambiamento, la costruzione sonora del disco e le eredità artistiche che lo attraversano.


Qual è stato il momento in cui avete capito che era arrivato il tempo di rinascere con un nuovo nome e un nuovo suono?

A. Dopo tanto tempo a nome Nadiè, abbiamo capito che era il momento di cambiare. La vera costante è il cambiamento. Anche il nostro suono stava cambiando, aveva iniziato ad evolversi e poi cercavamo un nome in italiano che restasse, ironico e tagliente come i nostri testi. La Classe Dirigente ci sembrava appropriato.


Orchestrazioni e rock: come siete riusciti a integrare l’essenza “rock” con un’orchestra d’archi senza perdere grinta né eleganza?

B. Il suono degli archi ha sempre inciso profondamente sui nostri ascolti, anche se utilizzati in modo alquanto trasversale. Da qui nasce l’idea di renderli quasi indispensabili, sommati alla nostra matrice profondamente rock.


Quali esperienze personali o spunti culturali siciliani hanno saputo ispirare le storie di “Termini per una resa”?

C. Fondamentalmente ci sentiamo italiani, più che siciliani. Molti nostri colleghi passano per il dialetto, cercano di scavare nella cultura dell’isola, affidandosi a musiche che sposano l’immaginario del territorio.
Noi preferiamo scrivere per consapevolizzare, gettando lo sguardo più avanti.


Che eredità vi ha lasciato il lavoro con il compianto produttore, e come avete reso omaggio alla sua visione artistica?

D. Toni Carbone è stato un punto di riferimento per la nostra musica. Pioniere di certi suoni, il suo modo di suonare il basso, la sua sensibilità ci hanno aperto prospettive indispensabili per una certa maturità artistica.
Abbiamo iniziato il disco con lui, compresa la pre-produzione, e ripreso con Roberto Vernetti, altro grande professionista che ci ha lasciato a disposizione alcuni segreti delle grandi produzioni.
È stato un disco costruito a più mani, ma con un collante incisivo: la ricerca della qualità.


🎧 Ascolta Termini per una resabfan.link

🎬 Guarda il video di “Conosci te stesso”youtube.com

2 Comments

  • Domenica ha detto:

    Disco molto ricco di significato… permette di fare un viaggio introspettivo. Alcune canzoni permettono di fare emergere cose che si tengono dentro e ci permette di fare i conti con la nostra coscienza.

  • remo Di Mauro ha detto:

    Sono stato ad un loro concerto a Catania.Grande serata dì musica,devo dire che sono bravi,bravi.Passato con i miei amici una stratosferica serata.

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