Eccolo il nuovo singolo di Gloria Rogato. Si intitola “Tornerà” ed è una nenia semplice, di acqua e sapone, delicatissimo pensiero sull’amore che, pescando dalla sua cartella stampa, dice che tratta di un vero e proprio dipinto sonoro del dialogo fra due anime: una di queste non ha più un corpo terreno a causa della guerra, che le ha portato via tutto. L’anima ripercorre i momenti della sua vita e, nel frattempo, si domanda come potrà tornare nei luoghi dove ha vissuto ed amato, guardandosi attorno e provando a perdonare. La nuova musica italiana sempre sempre più tornare in una direzione di sintesi e di primigenia dimensione del suono. Si torna a suonare…
Si plana dentro la canzone inedita. Oggi sembra tutto così chiuso e saturato. Tu che impressioni hai di questa scena musicale?
Non mi riconosco in alcun genere della scena musicale attuale italiana, e mi va bene così perché sento di avere trovato una dimensione mia che posso ritenere autentica e riconoscibile. Credo che ognuno debba sentirsi libero di esprimersi come meglio crede, nei testi, negli arrangiamenti e nel suono della sua musica: forse per via di quello che “fa tendenza”, si ha poco coraggio di osare e di portare qualcosa di diverso. Penso anche che per via dello stile di vita che conduciamo non ci sia più un’educazione all’ascolto, alla scoperta e alla riflessione. Siamo nell’epoca del tutto subito e se una canzone non stupisce con effetti speciali nei primissimi secondi, si salta e si passa alla prossima. Mi sembra che ci sia anche un grande divario nella musica leggera, dove si passa spesso dalla leggerezza assoluta ad una dimensione “impegnata” che è quasi eccessiva: sarebbe bello poter trovare più spesso delle vie di mezzo accessibili, che raccolgano un certo grado di innovazione e dei messaggi forti e concreti, ma siano fruibili anche dall’ascoltatore medio. In questo senso, a livello italiano apprezzo tantissimo la musica di Emma Nolde, un’artista che ho scoperto di recente e per cui provo una grandissima ammirazione e stima.
La tua provenienza parla di provincia italiana che spesso è un luogo denso di grandi energie. Cosa ne pensi?
Concordo. Conosco persone dei miei luoghi che portano con sé mondi musicali interiori davvero meravigliosi. A volte mi stupisco di come possano coesistere anime musicali così variegate e pulsanti in un’unica fetta di territorio. Io provengo da luoghi di nebbia e pianura, dove l’orizzonte spesso appare opaco, e forse questo rifugio nel nostro mondo interiore ci fa guardare dentro e scavare affondo, tirando fuori cose preziose che altrimenti rimarrebbero nascoste. La provincia ti fa sentire a volte un po’ escluso dalle grandi realtà e ti fa desiderare di emergere e condividere con il mondo ciò che hai conservato a lungo nel tuo luogo sicuro, ma al contempo ti fa sentire protetto, come avessi sempre un luogo a cui appartieni e dove ti riconosci.
Una nuova canzone che tanto parla di resilienza in qualche modo. Ci spieghi meglio?
“Tornerà” vuole essere un simbolo di resilienza, il racconto di un’anima che non potrà mai tornare alla sua vita terrena e rivive ricordi e momenti tornando nel posto dove è cresciuta, si guarda attorno e trova il coraggio di accettare la natura spietata dell’essere umano. Non può fare altrimenti perché ormai ha perso tutto, e continuare a perpetrare sentimenti di odio verso l’ingiustizia della vita e delle azioni degli esseri umani la ricoprirebbe solamente di altrettanto odio, consumandola per sempre. Non credo sia possibile per noi umani accettare certe atrocità e riuscire a perdonare, ma credo che una volta dall’altra parte non ci sia alternativa possibile. Ecco perché nel brano le due anime dialogano come se anche la persona ancora in vita stesse passando dall’altra parte, perché altrimenti non potrebbe mai capire questo sentimento e questa soluzione finale senza alcuna alternativa. La verità è che noi esseri umani siamo piccoli e impotenti di fronte alla nostra stessa natura e cattiveria.
Stiamo perdendo tutto dei veri valori?
Credo che al momento non stiamo vivendo un periodo roseo dal punto di vista umano e sociale. L’ego e la smania di affermarci come persone di successo, su un piedistallo luccicante sempre pronti a mostrare le nostre conquiste, i nostri incredibili traguardi di vita e la parte migliore di noi stessi faccia parte di questa follia social che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni (almeno) delle nostre vite. Ci sentiamo delle superstar coi riflettori puntati addosso, costantemente pronti a sfoderare i nostri ricordi e le nostre esperienze di vita come trofei, come vivessimo in un reality show. Il tutto è gonfiato dal fatto che non ci manca più nulla, ci sono persone che non sono più abituate a concepire la fatica per ottenere certe cose o certi risultati. È sempre tutto disponibile e a disposizione, non c’è più tempo da perdere o da dedicare alle cose che contano. Siamo accecati dall’avarizia che nutriamo quotidianamente come un bimbo capriccioso e viziato dentro di noi, non curandoci del fatto che stiamo deturpando il pianeta per soddisfarla, né ci curiamo di nessuno al di fuori del nostro personale interesse. Credo che chi più o chi meno, ma ognuno di noi possa dirsi inglobato in questo meccanismo ormai consolidato di quest’epoca: penso che l’avidità umana attualmente abbia raggiunto un livello davvero preoccupante.
Di questo suono che ci dici? Il futuro digitale sembra assai distante dalle tue “corde” di chitarra… o sbaglio?
Il futuro digitale potrebbe portare con sé il bisogno e il desiderio di un’umanità che attualmente sembra un po’ svanire in questo panorama saturo di suoni pompatissimi e sfavillanti, che devono attirare l’attenzione in pochi secondi con edulcoranti ed effetti speciali. Rimango dell’idea che dietro ad alcuni suoni di strumento si cela l’anima di una persona e di tutta la sua esperienza di vita, di tutti gli ascolti musicali che ha interiorizzato, di tutte le ore, i giorni e gli anni che ha passato a plasmare il suo tocco che definisce il suo suono unico ed inimitabile. Quando musicisti di diversa estrazione e provenienza si riuniscono per far nascere qualcosa dall’insieme delle loro sensibilità, ciò che ne esce va oltre ogni moda o tendenza. Posso ritenermi davvero fortunata sotto questo punto di vista, perché sono circondata di collaboratori, che sono musicisti e amici come fratelli, con i quali riesco a perpetuare questa visione comune e riesco a produrre e portare avanti la mia musica esattamente come me la immagino. Come in tutti i campi e in tutti gli ambiti esistono le mode e le tendenze, sicuramente so che non desidero farne parte: credo invece che se ciò che hai da dire sia autentico, rimarrà indelebile e supererà la prova del tempo.