Nel suo nuovo brano Vivere per sempre, Emanuele Masini si affida a un’icona immortale — il conte Dracula — per parlare della fine. Una scelta inusuale quanto potentissima, che rovescia l’idea del tempo infinito e interroga il senso stesso della vita, dell’amore e del desiderio. Al centro del brano c’è la solitudine di chi resta, e il vuoto che l’eternità lascia se non è riempita da passioni vere.
Abbiamo scambiato quattro parole con l’artista per scavare nei simboli, nella scrittura e nella visione che anima questa canzone intensa e sospesa.
L’intervista
Hai scelto una figura immortale come Dracula per parlare della fine. Cosa ti ha spinto a questo accostamento così potente?
Ho immaginato un conte Dracula diverso, fondamentalmente solo; da questo punto sono partito pensando a che cosa lo ha reso solo. Tra le cause c’è l’immortalità, che è sia dono sia maledizione. Mi sono spesso chiesto come sarebbe la mia vita se fossi immortale e mi sono sempre riposto che non mi piacerebbe in fondo.
“Vivere per sempre” parla di tempo, ma anche di amore perduto. Quanto contano le relazioni nel dare senso alla tua musica?
Mi ispiro spesso alle persone che incontro e che fanno parte della mia vita per scrivere le canzoni. Nella vita di tutti i giorni non sono troppo bravo nelle relazioni quotidiane, sono un po’ un orsone, preferisco quelle profonde e chiare, anche se non durano “una vita”. Una bella chiacchierata franca e aperta con uno sconosciuto in un viaggio in treno può diventare fonte di grande ispirazione per me.
Viviamo in una società che fa di tutto per allungare la vita, ma raramente si parla di qualità del tempo. Qual è, per te, una vita “piena”?
Non tutti hanno lo stesso ideale di vita piena e credo proprio che sia giusto così; nella mia esperienza, però, ho sempre visto come componente fondamentale dell’avere una vita piena la passione. La passione va tramandata, va diffusa, deve essere contagiosa; quando in quello che fai metti passione tutto cambia. La passione però è un sentimento complesso e va conosciuto. Senza passione tutto ingrigisce. La passione in una grande storia d’amore può rimanere anche dopo l’innamoramento; al nostro conte Dracula la passione è svanita perché il suo grande amore, purtroppo non immortale come lui, se n’è andato. Nulla del resto che ha provato è riuscito a riaccendere la passione per la vita nel suo caso.
Nel tuo immaginario artistico c’è sempre una forte componente letteraria o simbolica. Da dove nasce questa cifra poetica?
Cifra poetica mi sembra un filo esagerato, però grazie del complimento. Trovo che la poesia sia una forma artistica molto potente e mi sono fatto ispirare spesso dalle poesie. Parto sempre con l’idea di scrivere qualcosa che possa contenere bellezza o che possa essere riempito di bellezza dall’ascoltatore. Questo è quello che provo a fare.