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Nel loro EP d’esordio, i The Rads costruiscono un percorso emozionale che parte dalla rabbia sociale e arriva all’intimità dei sentimenti. Only the Beginning è un lavoro che si ascolta tutto d’un fiato ma si sedimenta piano, lasciando tracce precise.

“Liar” apre le danze con un’aggressione sonora al sistema e a chi abusa del potere. Il brano suona come una marcia di protesta, con il suo ritmo serrato e i cori da stadio. Il testo è semplice ma efficace, e si presta a essere cantato in coro come uno slogan da corteo.

“Brothers” è la fotografia di un legame spezzato ma mai dimenticato. Due fratelli, due destini diversi. Il pezzo commuove senza rinunciare all’impatto sonoro. Le chitarre raccontano quanto il distacco possa essere doloroso, mentre la voce sembra oscillare tra rimpianto e consapevolezza.

“Modern Grind” è il punto centrale dell’EP, sia concettualmente che musicalmente. La denuncia alla schiavitù digitale prende corpo in un tappeto sonoro duro, quasi metallico. La batteria sembra mimare il frenetico scorrere degli schermi. Le voci sono talvolta filtrate, come a sottolineare la distorsione della comunicazione nel mondo digitale.

“Empty Eyes” si spinge ancora più in là, con un personaggio svuotato di ogni umanità, simbolo di una società che misura tutto in profitto. La band è chirurgica nel tratteggio musicale di questo degrado: ogni nota è carica di tensione, ogni pausa diventa significativa.

“Whatever is the Weather” chiude con una nota di speranza. Il punk si fa carezza, ma senza perdere spinta. È un inno alla resistenza dei sentimenti in tempi difficili. Il testo abbraccia l’idea di esserci, sempre, anche quando il mondo crolla: una chiusura emotiva che dà equilibrio all’intero EP.

 

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