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Dopo più di vent’anni, torni sul palco con un live che ripercorre la storia dei Pitura Freska. Che emozione provi a riportare in scena quei brani che hanno segnato un’epoca? C’è una canzone che senti particolarmente tua oggi, più di allora?

“Anche se non suono più con i vecchi componenti dei Pitura Freska, in realtà alcune di queste canzoni le ho continuate a inserire nei miei spettacoli dal vivo, visto che le ho scritte io. Ci sono canzoni a cui sono sicuramente più affezionato e non possono mancare ai miei concerti, come “Pin Floi” e “Marghera”. La differenza è che quest’anno, in occasione dei trentacinque anni dall’uscita della prima cassetta ufficiale della band, “Ossigeno”, ho voluto dedicare tutto il concerto a questo repertorio, come sempre accompagnato dai Fatti Quotidiani, i musicisti con cui ho condiviso il palco negli ultimi anni. L’emozione che provo è soprattutto legata al fatto di suonare reggae, un genere che è stato popolare e ha avuto successo alcuni decenni orsono e, come è successo per il jazz o per il blues, è diventato un genere musicale che viene portato avanti ora solo da pochi aficionados”.

Dall’ispirazione al mito
Nel 1980 hai visto Bob Marley a San Siro, un’esperienza che ha acceso la scintilla dei Pitura Freska. Cosa ti colpì di quel concerto e in che modo ha influenzato il tuo modo di fare musica?

*”Io mi consideravo un rockettaro e il reggae era completamente differente dagli altri generi musicali che ascoltavamo all’epoca. L’avevo percepito una prima volta a un concerto di Peter Tosh, ma è stato più che evidente a San Siro. Noi che ascoltavamo rock al tempo ai concerti ce ne stavamo in piedi ad ascoltare, mentre nei concerti reggae, e in particolare in quello di Marley, era un’esplosione di gente che ballava. Non eravamo abituati a questa cosa ed è stata una sensazione davvero molto bella.

Il giorno seguente andai a Zurigo e vidi i Led Zeppelin, di cui ero un grandissimo fan, però poi, tornato a casa, quella che mi era rimasta nel cuore era la musica di Marley. Da lì mi venne l’idea di abbinarla al dialetto veneziano”.*

Un viaggio tra passato e futuro
Il tour celebra 35 anni di “Ossigeno”, ma anticipa anche l’uscita della tua biografia. C’è un aneddoto inedito che i fan scopriranno nel libro e che non hai mai raccontato prima?

*”Di storie particolari ce ne sono davvero molte, soprattutto quelle degli inizi, quando nessuno voleva farci suonare. Del resto, sicuramente siamo stati uno dei gruppi più “sciopai” della musica italiana.

Nel libro scritto da Marilena Ferrara ci sono tanti aneddoti divertenti, ve ne riporto uno: «I proprietari dei club si preoccupano, chissà che scompiglio porterebbero quei là o quale tipologia di pubblico indesiderato e caotico potrebbero attirare. Chissà perché non si erano lasciati persuadere dalla presenza del “servizio d’ordine” ingaggiato dalla band, forse perché era costituito da alcune facce note con la scritta “Pitura Freska” fatta di scotch avana attaccata al giubbotto»”.*

Il reggae veneto oggi
I Pitura Freska hanno portato il reggae in dialetto veneto su palcoscenici nazionali, persino a Sanremo. Credi che oggi ci sia ancora spazio per la musica dialettale nel mainstream? E come vedi la scena reggae italiana attuale?

*”Credo sia difficile che la musica dialettale adesso venga trasmessa alla radio: si potrà trovare su internet, ma penso che le scelte per quel che riguarda il mainstream siano ben diverse.

Per quanto riguarda il reggae, come detto, è un genere per affezionati, che però ormai non è ristretto al solo territorio nazionale. Chi ascolta reggae ora ascolta musica che arriva da tutto il mondo, non solo dalla Giamaica, ma anche dalla Spagna, dalla Germania, dall’Inghilterra… un po’ da tutte le parti. Certo, bisogna andarseli a cercare, perché nel panorama musicale resta sempre un po’ ai margini, però ci sono proposte davvero molto interessanti”.*

 

3 Comments

  • Mario ha detto:

    Me dispiace che parle de dialetto ricordeve che la nostra se na lengua de 1100 anni come la nostra repubblica pertanto semo ancora veneti !!!! Viva san marco sempre e per sempre !!!!!!

  • Claudio Ivizzi ha detto:

    Bravi e simpaticissimo Skardi. Innovatori di un genere musicale nuovo x quel periodo il reggae – veneto. Un genere musicale che mette allegria. A quando i concerti x 35 anniversario?

  • Matteo ha detto:

    Era nel 1989.quando sono stato assegnato a un reparto speciale dei lagunari…ESPLORATORE ANFIBIO…nell’isola di S.ANDREA.VENEZIA..fu lì che un mio commilitone mi fece sentire voi. perché io ero anzi SONO un amante del Reggae…e li gli chiesi…Ma chi sono sti soggetti?…lui mi rispose..I PITTURA FRESCA…DIOOOO BOOO.
    .CHE SPETTACOLO…veramente dal quel momento siete entrati nel repertorio del mio saund..
    SIETE DEI GRANDI..anch’io vorrei sapere del vostro tour di concerti..vorrei venire..e comunque ..per quanto riguarda i pezzi si …MARGHERA SI TANTA ROBA.PINK FLOID MI RICORDA MOLTO QUANDO ERO LI A VENEZIA..CHE OLTRETUTTO RUBAI UN GOMMONE DALLA CASERMA PER ANDARLI A VEDERE…PERO IL PEZZO IL BRANO CHE MI FA’IMPAZZIRE È….BEA FIA…CIAO RAGAZZO SEI IL TOP…..FAMMI SAPERE I TUOI CONCERTI…..SALUTI DA CERVIA……CIAO TEO

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