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Il 6 settembre 2025, presso l’Arena Bigauda di Camporosso (IM), torna Indieponente, il festival dedicato alla musica indipendente. Dopo il debutto lo scorso anno, l’evento torna con una maratona musicale dalle 15:30: band, cantautori e dj set animeranno due palchi (Main Stage e Indieponente Hill). Oltre alla musica, il pubblico potrà partecipare a talk, podcast, mercatini e godersi l’area food, il tutto in un’atmosfera accogliente e festosa.

L’evento, patrocinato dal Comune di Camporosso e da Moto Funelli, è pensato come esperienza collettiva e accessibile: sono previsti spazi relax e contenuti culturali curati, tra cui talk e podcast come Meraviglioso di Lorenzo Casadei. Il duo Alessandro Arcodia e Lorenzo Sandano sarà al timone della conduzione, alternandosi tra i palchi per mantenere viva l’energia dell’evento.

Tra gli artisti in cartellone ci saranno realtà emergenti come Osaka Flu (ore 21:30), Brucherò nei Pascoli, Amado e tanti altri: una line-up che promette freschezza e varietà, concludendosi in una serata ricca di suoni e partecipazione.

Sul palco ci saranno anche i NOMOREMARIO, band ligure dal sound diretto e viscerale, capace di mescolare energia punk e scrittura emotiva. In attesa del loro live, li abbiamo intervistati per parlare di concerti, legame col pubblico e del significato di suonare “in casa”, davanti a una comunità che li ha visti crescere.

Che ruolo ha la dimensione live nel tuo percorso artistico? Cosa cambia per te tra la scrittura in studio e l’esecuzione davanti a un pubblico?
L’esecuzione live è la massima espressione. Dove la fantasia si incontra con l’energia.
La nostra scrittura non è lineare ma fatta di tanti passi in momenti diversi: dall’intimità di casa, al rumore della sala prove, di giorno, di notte, in inverno ed estate. L’esecuzione davanti a un pubblico è un momento ogni volta diverso, che riflette anche il fattore ambientale, l’adrenalina e la temperatura del palco.

Hai un ricordo in particolare legato a un tuo concerto che ti ha fatto capire quanto fosse importante per te la musica dal vivo?
Dopo il lockdown del Covid tornare a suonare in mezzo alla gente è stato come rinascere.
Noi viviamo nello stesso quartiere ed abbiamo continuato a provare e a fare nuove canzoni anche nei periodi di chiusura totale, però quando sono tornati i concerti ci siamo resi conto di quanto sia vitale questa dimensione.

Nel tuo immaginario musicale, quanto contano il contatto diretto con il pubblico e l’energia condivisa durante un live?
Conta tutto, infatti il concerto può essere fighissimo o deludente in funzione soprattutto del calore del pubblico.

Cosa ti ha colpito della rassegna Indieponente e perché pensi sia uno spazio importante per artisti come te?
Siamo stati nello staff della prima edizione e siamo in qualche modo coinvolti nell’organizzazione, quindi siamo di parte.
L’atmosfera è stata coinvolgente e la “presabene” è stata generale. Per la nostra provincia ai confini della realtà si tratta di un episodio figo che vogliamo si ripeta ogni anno.

In un momento storico in cui spesso la musica si consuma più che si ascolta, cosa rende secondo te un festival come Indieponente ancora necessario?
In questi eventi la musica diventa qualcosa che si può toccare, vedere da vicino e, soprattutto, ci porta fuori dalle nostre camerette individuali collocandoci in una dimensione collettiva.

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