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Hai lavorato con Mattia Cominotto, nome importante dell’indie italiano. Come si è sviluppata la vostra collaborazione e cosa ha portato in più al suono del brano?
Mattia ha dato vita al brano in un modo elegantissimo e potente, tirando fuori le mie radici e il mio modo di fare musica autentica che tenevo nascosto da un po’, come mi piace dire, lui è stato un abilissimo sarto che ha cucito l’abito dei miei sogni addosso a una delle canzoni a cui tengo di più. Durante il nostro primo incontro ci siamo subito trovati e da lì inizierà un percorso futuro che non vedo l’ora di esplorare.

Hai già calcato palchi importanti e partecipato a realtà come Music for Change. Quanto è importante oggi, per un’artista indipendente, avere spazi e contesti che sappiano valorizzare anche la fragilità e la profondità di un progetto come il tuo?
Non sempre gli artisti emergenti ricevono le giuste opportunità di farsi sentire, spesso ci troviamo catapultati in contesti inadatti e ritroviamo un disagio che non ci permette di esprimerci al meglio. C’è bisogno di più spazio e anche dei giusti compensi per gli artisti, per poter portare avanti le proprie idee e la propria musica.

Vivendo tra Sicilia, Roma e ora Malta, quanto il cambiamento di luogo ha influenzato il tuo modo di scrivere e vivere la musica?
Parto dalla Sicilia in cui ho scoperto il canto e la musica, a Roma ho iniziato a scrivere e performare e a Malta chissà, il futuro sa di mare e di casa. Non c’è luogo che tenga, la musica è sempre dentro di me.

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