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Il Gran Galà della Stampa ti vede protagonista tra artisti e addetti ai lavori, in un evento che celebra la musica e il giornalismo. Quanto contano oggi i media nel percorso di un giovane cantautore?

Credo che contino tanto i media, perché non esisti se non parlano di te: bene o male, l’importante è che ne parlino! Quest’evento è una grande opportunità e mi auguro che vada tutto bene. Però voglio fare una distinzione fra giornali, TV, radio e social media.

Questi ultimi non li amo in particolare, soprattutto creare video su TikTok, ma ci sto prendendo l’abitudine. Non ho scelta, perché riconosco che nel 2025, in un percorso artistico, i social media sono fondamentali. Aiutano a crescere rapidamente e a raggiungere tanta visibilità.

Nel tuo repertorio tocchi temi personali con una scrittura diretta e autentica. C’è un filo conduttore che lega i tuoi brani, un tema che senti particolarmente tuo?

Il filo conduttore che governa i miei brani è la solitudine e la paura del giudizio, almeno fino ad oggi, ma anche la voglia di lasciarsi andare e di evolversi attraverso la crescita personale a 360 gradi.

Per questo motivo, nell’ultimo brano Luce di Notte, parlo di sogni da custodire e inseguire con leggerezza. Da qui è nato anche un mio progetto, Sogna Come Facevi da Bambina, attraverso il quale voglio trasmettere messaggi importanti come credere nei propri sogni, avere fiducia in sé stessi anche quando tutto intorno a noi ci dice di mollare perché non siamo abbastanza, aiutarsi a vicenda, essere altruisti, affrontare le proprie paure, mettersi in gioco e sapersi ascoltare per capire dove il cuore vuole andare.

Da Tozzi e Shel Shapiro fino ad Annalisa, il tuo medley racconta un pezzo di storia della musica italiana. Quanto il passato ha influenzato la tua visione artistica?

Sono cresciuta ascoltando artisti storici della musica italiana, che seguo ancora oggi con grande interesse e da cui posso solo imparare. Tuttavia, credo che l’influenza maggiore nella mia visione artistica l’abbiano avuta artisti più recenti come Emma Marrone, Madame e Annalisa.

Hai iniziato giovanissima e già costruito un’identità musicale ben definita. Quanto è difficile oggi, per una nuova voce nel pop italiano, emergere e mantenere coerenza artistica?

Emergere oggi è davvero difficile, ma non impossibile, e io ci voglio credere. La chiave è trovare un’identità forte, autentica e magari anche originale.

Per quanto mi riguarda, capire la mia identità artistica non è stato facile, ci ho messo anni. Spesso, durante le interviste, mi chiedevano: “Di cosa parla la tua musica? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?” e io ero in difficoltà a rispondere, perché la verità è che non lo sapevo nemmeno io. Credo che trovare la propria identità richieda tempo, ma quando finalmente la senti davvero tua, cucita addosso come un vestito perfetto, mantenerla diventa naturale.

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