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Il 21 marzo segna il ritorno di Andromeda con “Rumore”, un brano che parla di liberarsi dal peso del giudizio altrui. Un singolo che è molto più di una canzone: è una dichiarazione di intenti. In questa intervista, l’artista si racconta tra esperienze personali, sogni e il futuro dei suoi live.


“RUMORE” parla di liberarsi dal giudizio altrui. Qual è stata la critica più difficile da ignorare e come hai trasformato quel momento in musica?
“Ho sempre ricevuto molte critiche nel mio percorso, sia sui social, che ormai sono diventati una sorta di far west dove le persone si sentono libere di dire qualsiasi cosa, sia da persone più vicine. Le critiche costruttive sono sempre ben accette, mi aiutano a crescere, ma i giudizi gratuiti, soprattutto quando espressi con cattiveria e senza rispetto, lasciano un po’ il tempo che trovano se non sono addirittura dannosi… con il tempo ho imparato che possono essere tranquillamente ‘spenti’ e ignorati, trattandoli per quello che sono: semplice rumore di fondo.
Ad ogni modo, il giudizio più duro da ignorare non è arrivato da uno sconosciuto, ma da persone che reputavo vicine, e il modo in cui è stato espresso l’ha reso ancora più doloroso. Ma se parliamo di un episodio che ha avuto un impatto concreto sulla mia musica, quello che mi ha portato direttamente alla scrittura di ‘Rumore’ è stato un momento vissuto sul palco.
Durante un concerto, mentre ero immerso nell’esibizione e avvolto dall’energia del pubblico, un ragazzo nelle prime file ha iniziato a lanciarmi commenti sgradevoli. Per un attimo ho sentito quel peso familiare del giudizio, quella vocina che cerca di farti dubitare di te stesso. Avrei potuto lasciarmi abbattere, ma ho scelto di fare il contrario: ho trasformato quella negatività in carburante, ho risposto con leggerezza e ho lasciato che la musica parlasse per me. E il pubblico era con me, più forte di qualsiasi voce contraria.
Da quell’episodio tutto è tornato a galla ed è nata ‘Rumore’, un brano che non è solo una reazione, ma una dichiarazione. Viviamo in un mondo in cui il giudizio altrui è costante, un chiacchiericcio assordante che ci impedisce di ascoltare noi stessi. Con questa canzone voglio dire basta: non possiamo permettere che il rumore degli altri definisca chi siamo. ‘Rumore’ è la mia risposta a tutto questo, un invito a spegnere il caos esterno e a seguire la propria strada con consapevolezza e libertà.”

La tua estetica e il tuo sound richiamano il pop internazionale. Se potessi scegliere un artista con cui condividere il palco, chi sarebbe e perché?
“Se potessi scegliere un’artista italiana con cui condividere il palco, direi senza dubbio Elisa. Il suo stile musicale è più orientato verso sonorità intime e sperimentali, ma la sua capacità di trasmettere emozioni attraverso la voce e i testi è qualcosa che ho sempre ammirato. Ha fatto parte della mia formazione musicale e la considero un vero e proprio punto di riferimento, penso sarebbe incredibile condividere il palco con lei.
Sul versante del pop internazionale invece, sceglierei senza esitazione Jessie J e Dua Lipa. Jessie J è una delle voci più potenti e versatili del panorama musicale e la sua capacità di dominare il palco con una presenza scenica unica è qualcosa che mi ha sempre ispirato.
Dua Lipa, invece, rappresenta un sound più vicino al mio mondo musicale. Il suo stile fonde pop, dance e influenze anni ‘80, che sono elementi centrali anche per me. La sua estetica e il suo approccio alla performance live sono un perfetto equilibrio tra eleganza e potenza, e penso che condividere il palco con lei sarebbe un’esperienza elettrizzante, capace di creare un mix davvero esplosivo.
Diciamo che ciascuna di queste artiste ha influenzato, anche se in modo diverso, la mia crescita musicale e la creazione di questo EP.”

Nei tuoi testi parli spesso di crescita personale. C’è un consiglio che il te di oggi darebbe all’Andromeda che ha iniziato questo percorso?
“Se potessi tornare indietro e parlare con l’ANDROMEDA che ha appena iniziato questo percorso, anzi, con Manuel… gli direi di fidarsi di più di se stesso. Gli direi di non farsi schiacciare dal bisogno di essere accettato, di non cercare di compiacere tutti, perché la vera forza sta nell’essere sé stessi senza compromessi.
Crescere artisticamente e personalmente è un viaggio fatto di alti e bassi, di momenti in cui ti senti invincibile e altri in cui pensi di non essere abbastanza. Ma ogni caduta, ogni dubbio, ogni critica fanno parte del cammino. Capire questo è stato fondamentale per me.
Gli direi anche di non avere paura di sbagliare. Quando ho iniziato, sentivo sempre la pressione di dover essere perfetto, di non deludere le aspettative degli altri. Oggi so che gli errori sono opportunità, che ogni passo falso mi ha portato a essere la persona e l’artista che sono ora.
Gli ricorderei anche di ascoltare meno il rumore esterno e più la propria voce. È facile perdersi tra le opinioni degli altri, tra chi dice cosa dovresti fare e chi ti giudica senza conoscerti davvero. Ma nessuno può dirti chi sei, nessuno può decidere per te. La strada giusta è quella che senti dentro, anche se è la più difficile da percorrere.”

Porterai “RUMORE” live con un format immersivo. Qual è l’elemento dello show che non vedi l’ora che il pubblico scopra?
“La fusione tra musica, performance visiva e narrazione emotiva. Ogni dettaglio è stato pensato per rendere lo spettacolo un’esperienza immersiva, capace di trascinare il pubblico dentro il mio mondo musicale.
Il corpo di ballo sta lavorando a coreografie coinvolgenti che racchiudono al loro interno il significato intrinseco dei brani, trasformando ogni performance in un racconto vero e proprio.
Ma lo spettacolo non sarà solo musica: voglio che chi verrà a vedermi si senta parte di qualcosa di unico, che ogni performance sia un viaggio da vivere insieme. Perché per me il palco non è solo un luogo dove cantare: è uno spazio di libertà, di connessione e di pura energia.”

 

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