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Con “Girotondo”, Luca Coi Baffi ci riporta a un tempo in cui l’infinito non era una meta irraggiungibile, ma una sensazione palpabile negli sguardi e nei silenzi degli amici. In attesa dell’uscita del singolo, abbiamo chiesto all’artista di raccontarci cosa significhi oggi rincorrere quell’infinito, come si declina un’amicizia vera e quale verità lo spinge ancora a scrivere. Le sue risposte disegnano un ritratto autentico: uno slancio emotivo che si nutre di consapevolezza, radici solide e una voglia d’infinito che non smette mai di tornare.


1. “Girotondo” racconta un tempo in cui l’infinito sembrava a portata di mano, perché era negli sguardi degli amici. Ti capita mai oggi di cercare quell’infinito, o hai smesso di rincorrerlo?

Risposta:
In quanto esseri umani tendiamo all’infinito, lo desideriamo.
In quanto esseri finiti e sapendo che non tutti i desideri si avverano, meglio cercarlo nelle tasche dei pantaloni, forse è lì che sta.


2. Hai detto che questo brano è dedicato ai tuoi amici: che tipo di silenzi ci sono in un’amicizia vera, secondo te? E cosa ci si dice davvero, anche senza parlare?

Risposta:
Tutto e niente, un amico è un amico.
È sempre con te, nei sogni e nel futuro.


3. La tua scrittura è ruvida e disincantata, ma in fondo sembra sempre custodire uno slancio emotivo fortissimo. Scrivi per metabolizzare o per restare ancorato a qualcosa che rischieresti di perdere?

Risposta:
Scrivo per dare un senso a ciò che accade dentro e fuori di me, banalmente per sentirmi vivo. Rincorro la verità.


4. Da “Devo parlarne con mio padre” a oggi, il tuo percorso è cambiato tanto ma è rimasto coerente. Cosa non sei più e cosa invece non vuoi assolutamente smettere di essere, anche se cambi pelle?

Risposta:
È solo passato del tempo, qualche chilo in più e sono spuntati i primi capelli bianchi, ma l’essenza è rimasta quella. Vorrei continuare così, toccare l’infinito restando con i piedi ben piantati a terra.


Con “Girotondo”, Luca Coi Baffi ci invita a trovare l’infinito anche nei gesti più semplici e nei ritmi comuni dell’amicizia—un brano che sa di nostalgia e di speranza, capace di ricordarci che, a volte, basta un silenzio condiviso per sentire davvero l’eterno.

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