Il 24 ottobre 2025 è uscito Fragile: Contemporary Works for Flute, Breath, and Voice, il primo album della flautista Alessia Scilipoti, distribuito da Da Vinci Classics. Questo progetto fonde flauto e voce, esplorando le connessioni tra suono, silenzio e respiro. Alessia, messinese classe 2000, ha conseguito la laurea di secondo livello in Flauto Traverso presso il Conservatorio di Como e la laurea in Musica d’Insieme al Conservatorio di Milano, entrambe con massimo dei voti e menzione. Ha collaborato con importanti orchestre come l’Orchestra Sinfonica di Milano e l’Orchestra del Teatro alla Scala, e ha partecipato a seminari di tecniche estese tenuti da mdi ensemble. La sua apertura a un repertorio non strettamente classico è testimoniata anche dalla sua frequentazione (come spettatrice) de La Corte dei Miracoli di Milano, noto per la sua ibridazione musicale e la stratificazione delle proposte.
L’album propone un repertorio che spazia tra diverse tradizioni e generazioni, creando un dialogo tra silenzi sospesi e flussi timbrici ricchi. Tra i brani in scaletta spiccano “Dolce tormento” di Kaija Saariaho e “72 Tape Machine” di Vincenzo Parisi. Quest’ultimo, in particolare, rinnova il dialogo tra memoria, voce e ritualità, esplorando le possibilità timbriche e percussive del flauto, e rendendo evidente il legame tra diverse generazioni di compositori. Ogni traccia si distingue per la sua capacità di evocare emozioni profonde e riflessioni intime, trasformando il gesto musicale in un atto poetico e meditativo. Dischi come questo possono aprire le porte al mondo della musica classica contemporanea anche a chi si sente distante da questo ambiente, e rendono evidente che classica, jazz e ambient possono essere amici.
Con Fragile, Alessia Scilipoti si afferma come una figura di rara sensibilità e precisione tecnica, capace di fondere l’intensità interpretativa con una rigorosa ricerca sonora. Sostenere e raccontare le esperienze di giovani musicisti come lei è fondamentale per avvicinare il pubblico a una musica autentica e lontana dalla logica dei tormentoni e degli algoritmi. Questo album non è solo una raccolta di brani, ma un invito a esplorare le infinite possibilità espressive del flauto. Se continuerà a lavorare con questa visione, Alessia Scilipoti potrà svelarsi come uno dei nomi più interessanti della scena musicale strumentale, inclassificabile per genere e influenze.


