AEntropica è un progetto nato nella sospensione collettiva del lockdown del 2020, ma le sue radici affondano in esperienze e visioni antecedenti. In Stagioni Asincrone, il duo di Valentina Mariani e Carlo Olimpico fonde suoni elettronici, testi poetici e riflessioni politiche in un equilibrio fragile e resistente. Li abbiamo incontrati per scoprire come nasce un’opera che è insieme intima e collettiva.
Cosa rappresenta per voi il concetto di “AEntropica”?
Il nome originariamente era Antropica, scelto da Carlo per sottolineare la centralità dell’essere umano. Io, Valentina, ho proposto di declinarlo al femminile e di unire “A” ed “entropia”: quel disordinato respiro dell’universo che rende tutto magico. Così AEntropica è il nostro simbolo del caos creativo che valorizza l’elemento umano.
Come si intrecciano miti, lotte e poesia nella vostra musica?
Per noi il mito (mythos) è il racconto che risponde ai grandi interrogativi della vita, la lotta è la sua traduzione politica in chiave di giustizia e diritti, e la poesia è il tramite che rende la realtà più bella, accostando l’anima al racconto e alla battaglia.
Da cosa nasce il titolo Stagioni Asincrone?
Il mio animo da haijin mi ha portata a ispirarmi agli haiku, tradizionalmente suddivisi in stagioni. Ho aggiunto il concetto di “asincronia” per evocare come stagioni diverse possano coesistere o essere vissute in modo non convenzionale, sia climaticamente sia emotivamente.
Qual è stato il primo brano completato?
“Il mare nuovo” non è solo la prima traccia finita, ma l’innesco del progetto: ascoltarla ha scatenato in noi un’ondata di entusiasmo e ha dato il via a tutto Stagioni Asincrone.
Quale canzone ha richiesto più tempo?
“Esuli”, per il testo complesso e le linee vocali rapide: ci ha impegnato fino alla post-produzione in numerosi ritocchi.
Qual è il messaggio più urgente del disco?
Non puntiamo a un’urgenza specifica, ma a tessere trame che invitino all’introspezione, alla consapevolezza civile e alla responsabilità individuale. Crediamo che cultura e musica contemporanea possano dialogare per trasformare il mondo in un luogo di differenza e partecipazione.