É uscito venerdì 19 aprile 2024 su tutte le piattaforme digitali il singolo di debutto del progetto Vago, il nuovo alterego musicale di Marco Fontana, dal titolo “Camminare sulla luna”. Un nuovo capitolo stratificato di influenze e suggestioni, un nuovo inizio che si condisce di un immaginario cinematografico e che vuole raccontare l’amore, quello instabile: un gioco delle parti che a volte danzano all’ unisono altre si muovono su basi differenti, per molti un segreto di longitudine. Questo brano racconta il rapporto tra un viaggiatore da fermo e la sua metà, la sua ancora di salvezza. Legati dal sentimento, diversi e sempre in balia delle onde.
Noi lo abbiamo intervistato, partendo dal suo legame con il cinema a con questo immaginario bellissimo con cui siamo venuti in contatto. Ecco cosa ci ha raccontato Marco durante il nostro incontro.
Che cosa ha a che fare il progetto musicale Vago con il mondo del cinema?
Innanzi tutto il cinema è il mondo dove Vago passa buona parte del suo tempo anche per questioni lavorative. Questo insieme alla passione cinematografica, ha un forte impatto sulla scrittura. Diciamo che non riesco a non vedere “cose” quando scrivo e lavoro a un pezzo. Mi piace l’idea che le parole insieme alla musica evochino immagini.
Il cinema, i film e ciò che vedi, ti riesce ad influenzare anche dal punto di vista musicale?
Certamente. Ci sono storie che stimolano la voglia di raccontarle da un’angolazione diversa. Il cinema quando è fatto bene è un contenitore di cose tante arti messe insieme che è difficile non ricevere stimoli.
Come mai hai deciso di “ricominciare” come Vago? Hai ricominciato anche in altri ambiti della tua vita? E quali consigli senti di dare a chi non riesce a farlo?
Vago è una parola che mi inseguiva da molti anni. E’ in qualche modo legata a dei concetti che ruotavano attorno al mio precedente lavoro. Mi ha sempre stuzzicato l’idea del doppio, il concetto di vagare in giro per raccogliere storie da raccontare e il non essere ben definito. Ho ricominciato molte volte anche in maniera netta. Ripartire dal via ha sempre un sapore unico, è una rinascita che porta con se un motore nuovo per scoprire cose nuove. Chi non riesce a farlo ha bisogno di lasciare le redini e buttarsi, ovviamente lasciare il noto per l’ignoto è sempre difficile. Lo psicanalista?
Come è nata la tua collaborazione con Paolo Mauri? Hai capito fin da subito che sarebbe stato un nome importante per la riuscita del progetto?
Stavo cercando una persona che dasse un contributo attivo al lavoro. Non volevo il super tecnico che sistema i mix e fa suonare bene le cose ma qualcuno che entrasse nei pezzi e comprendesse il mondo in cui farli abitare. Paolo aveva collaborato qualche anno fa con Michele Staino (basso, contrabbasso, tromba) e quando siamo riusciti a ricontattarlo e far sentire un paio di canzoni è scattato qualcosa. Abbiamo fatto un viaggio che definirei molto interessante, profondo, arricchente e tortuoso.
E sei fan dei nomi con cui Paolo ha collaborato, come gli Afterhours e Le Luci Della Centra Elettrica? Chi altri?
Si, sono due gruppi che adoro, che ho visto molte volte dal vivo e che rispetto tantissimo. Per restare in scia posso citare anche i Verdena, I Marlene Kuntz, i C.S.I., Iosonouncane per avvicinarsi di più al presente e tantissimi altri. Sono musicalmente molto affamato.
Come proseguirà per te il resto del 2024?
Farò uscire un bel pò di cose, ho tanta musica da condividere e sono contentissimo di poterlo fare.