É uscito venerdì 2 febbraio 2024 su tutte le piattaforme digitali “Cerebal Surge OST“, il nuovo album del compositore e pianista Alberto Mancini (Deaf Kaki Chumpy, Motel Kaiju), colonna sonora del videogioco omonimo: un frenetico sparatutto ambientato in una città 3D in uno scenario post apocalittico.
Il videogioco racconta anche la storia di una setta che ha conquistato il mondo, da qui Alberto Mancini ha pensato di creare una colonna sonora partendo da alcuni cardini della musica sacra, ma anche ispirandosi avideogiochi ad alta tensione come “Ultrakill” o “Doom“. Il risultato è una colonna sonora intensa che mescola chitarre dall’influenza heavy metal, organi, cori, batterie e glitch elettrici.
Noi lo abbiamo intercettato per un’intervista, in questo momento particolare per la sua vita, dove sta vivendo a Zurigo, ed ecco cosa ci ha raccontato.
- Sappiamo che hai collaborato come musicista anche con nomi del calibro di Massimo Pericolo. Com’è andata? E che cosa possono avere in comune Massimo Pericolo ed Alberto Mancini?
Haha il mistero è come abbiate fatto a scoprirlo! Sì effettivamente io e dei miei amici musicisti abbiamo registrato una base per Massimo Pericolo. È stata una bella esperienza, che ci ha avvicinato per il fatto che per la base di Sabbie d’Oro volevano un accompagnamento jazz old-style. Quindi ci siamo messi in studio e tra batterie, wurlizer e vibrafono, flauto e basso elettrico, la abbiamo prodotta.
- Ci racconti la tua esperienza in Svizzera? Come sta andando?
Sta andando molto bene! Sto studiando musica per film alla ZHdK, la scuola delle arti di Zurigo. La cosa meravigliosa è che nello stesso edificio abbiamo gente di cinema, di videogiochi, di arti visive, danza, musica classica e jazz, e ovviamente musica applicata. E’ un enorme parco giochi dove fare tante collaborazioni ed esperienze. È un posto talmente pieno di stimoli che ultimamente faccio fatica a starci dietro! Inoltre Zurigo è incredibilmente costosa, cosa che mi porta a concentrarmi ulteriormente sul lavoro hehe. Però bellissimo, davvero!
- Cosa ti spinge a continuare a studiare e perfezionarti in campo musicale?
Qualche anno fa ho deciso di cambiare mestiere, e passare dall’essere un insegnante-performer a fare il compositore per film e videogiochi. Adesso sono in un periodo di formazione, avendo iniziato un master a Rovigo e poi continuandolo qui a Zurigo. Quindi adesso il mio obiettivo è ottenere il meglio da questo periodo, in cui investo al massimo sull’imparare una professionalità e un’espressività nuove.
- Si può vivere di sola musica in Italia? Qualche consiglio a chi ci sta provando?
Certo che si può fare. Vivere di musica ha impatti diversi sulla tua vita a seconda del tipo di artista che vuoi essere. Essere un producer, un DJ, un cantante pop, un turnista, un compositore hanno risvolti completamente diversi, pur rientrando nella categoria “musicista”. Ogni carriera ha i suoi pro e i suoi contro. Se dovessi dare un consiglio, direi di fare un piccolo sforzo in più e assicurarsi di preservare sempre quella scintilla per la quale hai deciso di fare questo lavoro. La professione può avere grandi impatti negativi su quella scintilla, e bisogna assicurarsi che non si spegni mai.
- Che ne è del Lume, di cui eri un frequentatore?
Lume è stata un’esperienza fondamentale nella mia crescita come musicista! E’ stato un luogo di grande libertà artistica per un sacco di ragazzi che vivevano a Milano, e la possibilità di esprimersi e sperimentare tanto. Lì ho conosciuto tanti musicisti che adesso sono tra i miei migliori amici, ma anche attori, artisti visivi e così via. Un bellissimo Laboratorio Universitario.
Devo dire che sono passati diversi anni, e piano piano ci siamo tutti un po’ allontanati da quel mondo, entrando a far parte del mondo dei “lavoratori”. Ma va bene così! È giusto che sia un posto di ragazzi per ragazzi.
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