E giunse anche il turno di Warner Music Group: dopo Sony Music, che aveva inviato lettere simili a oltre 700 società a maggio, anche WMG ha scritto a una lista di aziende tecnologiche intimando loro di non utilizzare la propria musica per addestrare la tecnologia di intelligenza artificiale senza permesso.
Mosse che si sommano a quella di poche settimane fa, con la quale le tre principali etichette hanno citato in giudizio Suno e Udio accusandole di “violazione intenzionale del copyright su una scala quasi inimmaginabile”.