La nuova casa discografica bolognese punta l’attenzione sui talenti emergenti: ecco i gruppi e gli artisti da seguire.
Esiste una scena musicale internazionale in grande fermento, con l’Inghilterra come punto di riferimento culturale, che rilegge in chiave urbana e contemporanea la tradizione sonora afroamericana. È il ‘nu jazz’, un genere che attraversa soul, funk, elettronica e hip hop, mescolando elementi eclettici con un profondo amore per la black music, reinterpretata con un’identità locale e moderna.
A Bologna, questa realtà ha trovato una nuova casa grazie a Sghetto Records, un’etichetta discografica nata dalla passione per le nuove sonorità, già distintiva del locale Sghetto in via Zago, 16/b. Questa strada è diventata un polo della musica sperimentale cittadina, grazie alla presenza di numerosi locali e una vivace scena concertistica.
Un trampolino per i talenti emergenti
In pochi mesi, Sghetto Records ha lanciato e valorizzato artisti emergenti, accompagnandoli nei loro debutti discografici e nei festival di prestigio.
Kolosso
Tra i primi artisti a incidere per l’etichetta ci sono i Kolosso, che hanno esordito con il singolo Shinigami. Il brano unisce le tensioni urbane della trap con i groove irresistibili del funk strumentale anni ’70, una combinazione che richiama il miglior hip hop globale.
“Il nome del disco deriva dalle divinità della morte della mitologia giapponese, figure che racchiudono una bellezza malinconica: luce e oscurità in simbiosi, che catturano l’immaginazione di chiunque le incontri”, spiegano i membri del gruppo.
Dopo il successo di Shinigami, è uscito il secondo singolo Hydra, un omaggio cosmico al jazz visionario di Sun Ra.
Joe Allotta
Un altro nome di punta è il batterista Joe Allotta, che ha pubblicato Me vs Me vol.1, un lavoro che esalta la componente ritmica del jazz. Registrato tra Italia e Inghilterra, l’album mette al centro i “break”, frammenti percussivi che trasformano il ritmo in una forza tribale. Il seguito, Me vs Me vol.2, è appena stato rilasciato, consolidando la sua posizione nel panorama del jazz d’avanguardia.
Chromogen
Infine, ci sono i Chromogen, che hanno presentato il loro recente album omonimo al Bologna Jazz Festival. Questo disco fonde rock, funk e blues in un mix di virtuosismi musicali. La band si è fatta notare con la loro reinterpretazione di In Bloom dei Nirvana, trasformandola in una base jazz per improvvisazioni audaci.
Un futuro luminoso per il nu jazz italiano
Con Sghetto Records, Bologna si afferma sempre più come una città capace di dare spazio a sperimentazioni sonore e artisti emergenti, diventando un crocevia per la scena del nu jazz.