Il caso di Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata per pandoro, uova di Pasqua e bambola Trudi, che da oltre un mese tiene banco nelle pagine dei principali quotidiani, ha diviso profondamente il pubblico social (e non solo), tra chi sostiene che chiunque possa sbagliare e che l’importante sia cercare di rimediare agli errori commessi, e chi ritiene che lo scandalo sia così grave da avere minato la fiducia tra influencer e follower. Perché quando crei un rapporto così stretto con la tua community, che confida in te per tutti i suoi acquisti, la reputazione è imprescindibile. E qui il danno di immagine, come risulta dalla salatissima multa dell’Antitrust di 1,1 milioni di euro per l’affare del pandoro Balocco, è stato enorme non solo per l’imprenditrice digitale e, in forma minore, per le altre aziende coinvolte, ma anche per tutte quelle associazioni di beneficenza serie che vivono di raccolte fondi e che d’ora in avanti potrebbero veder mancare quegli aiuti economici necessari. Il caso è così serio che il governo starebbe pensando ad una cosiddetta “legge Ferragni”, ma di cosa si tratta e come funziona?
Oltre a regolamentare il lavoro degli influencer, la cui attività editoriale e pubblicitaria per i profili da almeno un milione di follower e un engagement pari o superiore al 2% è stata sottoposta alle norme già in vigore per i media tradizionali, come voluto dall’Agcom, adesso potrebbero essere introdotte restrizioni anche per quanto riguarda le attività benefiche. Ad annunciarlo, in un intervento a Quarta Repubblica, è stata la premier Giorgia Meloni, che ha promesso l’approvazione tempestiva di una nuova norma, gergalmente chiamata “legge Ferragni”, in un’ottica di maggiore trasparenza delle operazioni benefiche per rispetto dei consumatori.
fonte: https://www.elle.com/it/magazine/a46514788/legge-ferragni-come-funziona/