La Corte di giustizia Ue «boccia» il recepimento della Direttiva Barnier da parte dell’Italia sulla liberalizzazione del mercato del diritto d’autore: anche le società commerciali, non soltanto le onlus, devono poter operare liberamente come collecting. Il legislatore italiano aveva tolto l’esclusiva a Siae, ma obbligato le collecting private, come Soundreef, a individuare delle società non a scopo di lucro, come Lea, per fare da «schermo». Proprio da una causa intentata da Soundreef a Jamendo, piattaforma lussemburghese marketplace del diritto d’autore, era nato il procedimento della Corte di giustizia dell’Unione europea arrivato a sentenza il 21 marzo 2024.
È come se il Tribunale europeo riportasse indietro gli orologi a prima del 2017, quando sui media si consumava quotidianamente una battaglia tra l’ex monopolista della gestione del diritto d’autore, ossia Siae, e Soundreef, la startup fondata dall’imprenditore romano Davide D’Atri. Di acqua ne è passata sotto i ponti: basti pensare che a rappresentare pubblicamente Soundreef c’era Fedez che, a distanza di tutto questo tempo, è tornato sui propri passi e adesso collabora con Siae.
Fonte: IL Sole 24 Ore
“L’odierna sentenza della Corte UE, relativa alla disciplina italiana in materia di gestione collettiva del diritto d’autore, risolve certamente la questione relativa alla possibilità di operare per le Entità di Gestione Collettiva, ma rischia di creare un ‘far west’ nel comparto a danno dei nostri autori, soprattutto quelli più deboli e meno noti”. È quanto dichiara, a margine dell’incontro “Musica – Verso il Primo Codice dello Spettacolo”, il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi in merito alla sentenza della Corte di Giustizia UE che ritiene incompatibile con il diritto dell’Unione la normativa italiana. “Lavoreremo per stabilire norme che introducano regole uguali per tutti – spiega il sottosegretario – Un tale intervento, oltre ad essere pienamente coerente con la sentenza della Corte UE, è necessario per continuare ad assicurare lo sviluppo del mercato nell’interesse dell’industria creativa e della protezione del diritto d’autore. Il nostro obiettivo primario continua, infatti, ad essere la tutela della creatività italiana, assicurandoci che tutti quelli che ne fanno parte, dai compositori, agli autori, agli editori, ricevano il sostegno e la protezione che meritano. Le regole severe che già tutelano questo mercato – conclude Mazzi – dovranno valere per tutti
Fonte: AgCult